Risarcimento Danni Da Emorragia Gastrointestinale Da Gastroscopia

La gastroscopia è un esame diagnostico fondamentale per individuare patologie gastrointestinali come ulcere, gastriti, esofagiti e tumori dello stomaco. Nonostante sia considerata una procedura sicura, possono verificarsi complicazioni gravi, tra cui emorragie gastrointestinali, perforazioni e infezioni. Quando un paziente subisce danni a seguito di una gastroscopia, in alcuni casi è possibile chiedere un risarcimento per negligenza medica.

L’emorragia gastrointestinale post-gastroscopia rappresenta una delle complicanze più temute, con conseguenze che possono essere anche fatali se non gestite tempestivamente. Il rischio di sanguinamento aumenta in presenza di biopsie, rimozione di polipi o manovre invasive non eseguite correttamente. Un’errata esecuzione dell’esame o la mancata gestione delle complicanze post-procedura possono configurare un caso di malasanità.

Secondo le linee guida internazionali, il personale medico deve adottare tutte le precauzioni necessarie per minimizzare i rischi. Se queste precauzioni non vengono rispettate, il paziente ha diritto a un risarcimento per danni fisici, morali e patrimoniali. Inoltre, il medico è tenuto a informare adeguatamente il paziente sui possibili rischi della procedura: una mancata informazione può costituire una violazione del consenso informato, un altro elemento che può portare a responsabilità medica.

Di seguito, analizzeremo le principali cause di emorragia post-gastroscopia, le responsabilità dei medici, le norme giuridiche che regolano la materia e i criteri per ottenere un risarcimento danni.

Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimento Danni Malasanità.

Quali sono le cause principali di un’emorragia gastrointestinale post-gastroscopia?

Un’emorragia gastrointestinale dopo una gastroscopia è una complicanza rara ma potenzialmente grave, che può derivare da diversi fattori legati alla procedura diagnostica o terapeutica. Le cause principali possono essere suddivise in fattori legati al paziente, alla tecnica eseguita e alla presenza di patologie preesistenti.

Una delle cause più comuni è la lesione della mucosa gastrointestinale, che può verificarsi durante il passaggio dello strumento endoscopico. Se la mucosa è particolarmente fragile, come nei pazienti con gastrite erosiva o ulcere attive, anche un lieve traumatismo può causare sanguinamento.

Un altro fattore di rischio è la biopsia endoscopica, eseguita per prelevare campioni di tessuto gastrico o duodenale per analisi istologica. Anche se generalmente sicura, la biopsia può causare sanguinamento in caso di alterazioni della coagulazione o di prelievo su tessuti particolarmente vascolarizzati.

Nei casi in cui la gastroscopia venga utilizzata per procedure terapeutiche, come la rimozione di polipi, la dilatazione di stenosi o il trattamento di varici esofagee, il rischio di emorragia aumenta. L’uso di elettrocoagulazione, scleroterapia o legatura elastica può provocare danni ai vasi sanguigni, portando a sanguinamento immediato o ritardato.

I pazienti con patologie preesistenti, come ulcere gastriche o duodenali, varici esofagee e tumori gastrointestinali, sono più predisposti a sviluppare emorragie dopo la procedura. In particolare, le varici esofagee nei pazienti con cirrosi epatica possono sanguinare facilmente se traumatizzate dall’endoscopio.

Un altro fattore di rischio significativo è l’uso di farmaci anticoagulanti o antiaggreganti, come il warfarin, gli inibitori del P2Y12 (clopidogrel, ticagrelor) e gli antiinfiammatori non steroidei (FANS). Questi farmaci riducono la capacità di coagulazione del sangue, aumentando il rischio di emorragia anche dopo minimi traumi alla mucosa gastrointestinale.

In alcuni casi, l’emorragia può derivare da perforazione della parete gastrica o esofagea, una complicanza molto rara ma grave, che richiede un intervento immediato. Questa situazione può verificarsi soprattutto in pazienti con pareti gastrointestinali indebolite da patologie pregresse o in caso di manovre endoscopiche troppo aggressive.

Infine, le emorragie post-gastroscopia possono essere ritardate, manifestandosi ore o giorni dopo la procedura, soprattutto nei pazienti con deficit di coagulazione o che hanno subito trattamenti endoscopici invasivi. Segni come sangue nelle feci (melena), vomito ematico (ematemesi) o debolezza improvvisa richiedono un’immediata valutazione medica per evitare complicanze più gravi.

Per ridurre il rischio di emorragia post-gastroscopia, è fondamentale una valutazione accurata del paziente prima della procedura, con particolare attenzione alla terapia anticoagulante, alle patologie pregresse e alla necessità di eseguire procedure invasive. Una gestione attenta e un monitoraggio post-procedurale possono prevenire complicanze gravi e garantire la sicurezza del paziente.

Quanto è frequente il rischio di emorragia post-gastroscopia?

Secondo dati recenti pubblicati dalla Società Italiana di Endoscopia Digestiva (SIED), il rischio di emorragia post-gastroscopia si aggira tra lo 0,1% e il 2%, con un’incidenza maggiore nei pazienti sottoposti a biopsie o rimozione di polipi. Il rischio aumenta nei pazienti anziani, in quelli con coagulopatie o in terapia con anticoagulanti.

Quando si configura la responsabilità medica per emorragia da gastroscopia?

La responsabilità medica per un’emorragia da gastroscopia si configura quando l’emorragia è il risultato di un errore, di una negligenza o di una mancata gestione adeguata da parte del medico o della struttura sanitaria. Affinché si possa parlare di responsabilità, è necessario dimostrare che il danno subito dal paziente sia stato evitabile con una condotta sanitaria corretta e conforme alle linee guida mediche.

Uno degli elementi principali per accertare la responsabilità è la valutazione pre-procedurale del paziente. Il medico deve verificare attentamente la storia clinica, la presenza di patologie predisponenti e l’eventuale assunzione di farmaci anticoagulanti o antiaggreganti. Se la gastroscopia viene eseguita senza un’adeguata valutazione del rischio emorragico, la negligenza del medico può costituire un elemento di responsabilità.

Un altro aspetto fondamentale riguarda la tecnica endoscopica utilizzata. Se il medico esegue la procedura con manovre eccessivamente aggressive, provocando una lesione della mucosa o un danno ai vasi sanguigni, si può configurare un errore tecnico. Anche l’uso scorretto di strumenti come la pinza da biopsia, la sonda per elettrocoagulazione o il laser endoscopico può aumentare il rischio di sanguinamento e rendere il medico responsabile del danno.

La responsabilità medica può derivare anche da una gestione errata delle complicanze intraoperatorie. Se durante la gastroscopia si verifica un sanguinamento e il medico non adotta tempestivamente misure adeguate, come l’emostasi endoscopica o il monitoraggio del paziente, il ritardo nell’intervento può peggiorare le condizioni cliniche e aggravare il danno.

Anche la fase post-procedurale è cruciale. Se il paziente manifesta sintomi di emorragia e il medico o la struttura sanitaria non intervengono con il giusto trattamento, la mancata diagnosi o il ritardo nell’assistenza possono essere considerati profili di colpa. Segni di allarme come ematemesi (vomito di sangue), melena (feci nere), pallore e calo della pressione sanguigna devono essere riconosciuti immediatamente per evitare complicanze fatali.

Dal punto di vista giuridico, per dimostrare la responsabilità medica è necessario provare il nesso di causalità tra l’errore del medico e il danno subito dal paziente. Questo viene accertato tramite una perizia medico-legale, che analizza la documentazione clinica e valuta se la procedura sia stata eseguita in modo conforme agli standard medici.

Se viene accertata la colpa del medico o della struttura sanitaria, il paziente ha diritto a un risarcimento per il danno subito. Il risarcimento può includere il danno biologico (lesioni fisiche permanenti o temporanee), il danno morale (sofferenza psicologica), il danno patrimoniale (spese mediche sostenute, giorni di ricovero, perdita di capacità lavorativa) e, nei casi più gravi, il danno esistenziale.

In conclusione, la responsabilità medica per emorragia da gastroscopia si configura quando vi è una mancata valutazione del rischio, un errore nella tecnica endoscopica, una gestione inadeguata delle complicanze o un ritardo nell’intervento post-procedurale. Affidarsi a un avvocato specializzato in responsabilità sanitaria e a una perizia medico-legale è fondamentale per ottenere giustizia e il giusto risarcimento in caso di errore medico.

Quali leggi regolano la responsabilità medica per errori da gastroscopia?

Le normative italiane in materia di responsabilità sanitaria includono:

  • Articolo 2043 del Codice Civile, che sancisce la responsabilità extracontrattuale per danno ingiusto;
  • Articolo 2236 del Codice Civile, che disciplina la colpa grave in ambito medico;
  • Legge Gelli-Bianco (L. 24/2017), che ha introdotto regole più stringenti sulla responsabilità degli operatori sanitari;
  • Articolo 590 del Codice Penale, che prevede sanzioni per lesioni personali colpose causate da errore medico.

Come si ottiene un risarcimento danni per emorragia da gastroscopia?

Ottenere un risarcimento per danni causati da un’emorragia post-gastroscopia è possibile quando si dimostra che l’evento è stato determinato da un errore medico, da una negligenza nella procedura o da una gestione inadeguata delle complicanze. L’emorragia è una delle complicanze più gravi della gastroscopia, soprattutto se non viene riconosciuta e trattata tempestivamente.

Il primo passo per avviare una richiesta di risarcimento è raccogliere tutta la documentazione medica relativa alla procedura. È fondamentale ottenere il consenso informato, la cartella clinica, il referto endoscopico, i risultati degli esami ematici e delle eventuali trasfusioni, oltre a documenti che attestino il trattamento successivo all’emorragia.

Una perizia medico-legale è essenziale per valutare il caso. Un medico legale esperto analizzerà la documentazione per verificare se l’emorragia è stata causata da un errore nell’esecuzione della gastroscopia, come una perforazione accidentale, un uso eccessivo di strumenti o la mancata individuazione di fattori di rischio del paziente. La perizia stabilirà anche se la gestione post-procedurale è stata adeguata e se l’intervento medico successivo ha contribuito ad aggravare il danno.

Se l’errore è stato commesso da un medico, un infermiere o un operatore sanitario in una struttura pubblica o privata, la richiesta di risarcimento può essere presentata nei confronti della struttura sanitaria o del professionista responsabile. Si può tentare una soluzione stragiudiziale con la compagnia assicurativa della clinica per ottenere un indennizzo senza dover ricorrere a un processo. Se la trattativa non porta a un accordo soddisfacente, il paziente può intentare una causa civile per ottenere il riconoscimento del danno subito.

L’importo del risarcimento dipende dalla gravità delle conseguenze per il paziente. Se l’emorragia è stata lieve e risolta senza complicanze, il risarcimento può variare tra 10.000 e 50.000 euro. Nei casi più gravi, in cui il paziente ha subito danni permanenti, interventi chirurgici di emergenza o lunghi ricoveri, il risarcimento può superare i 300.000 euro. Se l’errore medico ha portato al decesso del paziente, i familiari possono richiedere un risarcimento per danno parentale e morale, con importi che possono superare il milione di euro.

Un aspetto fondamentale riguarda il termine di prescrizione per presentare la richiesta di risarcimento. In Italia, il diritto al risarcimento per responsabilità medica si prescrive in dieci anni nei confronti della struttura sanitaria e in cinque anni nei confronti del medico o dell’infermiere. Tuttavia, il termine inizia a decorrere dal momento in cui il paziente ha piena consapevolezza del danno subito.

Nei casi più gravi, oltre alla richiesta di risarcimento in sede civile, può essere avviata un’azione penale per lesioni colpose o omicidio colposo nei confronti del personale sanitario responsabile dell’errore. L’azione penale può rafforzare la posizione del paziente o dei suoi familiari nella richiesta di risarcimento e aumentare le possibilità di ottenere un indennizzo adeguato.

In conclusione, ottenere un risarcimento per un’emorragia post-gastroscopia richiede una raccolta accurata delle prove, una perizia medico-legale dettagliata e il supporto di un avvocato esperto in responsabilità sanitaria. Gli errori nella gestione della gastroscopia possono avere conseguenze gravi, e il paziente o i suoi familiari hanno il diritto di ottenere un risarcimento proporzionato ai danni subiti.

Esempi di risarcimenti ottenuti per emorragia post-gastroscopia

  • Caso di perforazione gastrica non diagnosticata: un paziente ha subito un’emorragia interna dopo una gastroscopia con biopsia. I medici non hanno riconosciuto il problema in tempo, causando shock emorragico. Risarcimento ottenuto: 750.000 euro.
  • Caso di mancata gestione del sanguinamento post-polipectomia: un paziente ha avuto un’emorragia massiva non trattata adeguatamente. La famiglia ha ottenuto 600.000 euro di risarcimento.

A chi rivolgersi per ottenere un risarcimento per danni da gastroscopia?

Per affrontare un caso di malasanità legato a una gastroscopia, è essenziale rivolgersi a avvocati specializzati in risarcimenti per errori medici. Un team legale esperto può:

  • Valutare la cartella clinica per individuare eventuali errori;
  • Ottenere perizie medico-legali per dimostrare il danno;
  • Gestire il contenzioso con la struttura sanitaria, massimizzando le possibilità di successo.

Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità operano con un network di esperti in medicina legale per garantire la massima tutela ai pazienti danneggiati. Affidarsi a un avvocato esperto aumenta significativamente le possibilità di ottenere un risarcimento equo.

Se hai subito un danno a seguito di una gastroscopia mal eseguita, non rimandare la tua richiesta di giustizia: il tempo per agire legalmente è limitato, e ogni ritardo potrebbe compromettere il tuo diritto a ottenere il risarcimento che ti spetta. Il risarcimento non è solo una questione economica, ma un diritto fondamentale per le vittime di errori medici. Le complicanze derivanti da un’emorragia non gestita correttamente possono avere ripercussioni gravissime sulla qualità della vita, rendendo necessarie cure mediche prolungate, interventi chirurgici correttivi e percorsi di riabilitazione complessi.

Per questo motivo, è cruciale raccogliere tutta la documentazione clinica disponibile, incluse le cartelle mediche, le analisi diagnostiche e le eventuali consulenze specialistiche ottenute dopo l’evento. L’assistenza di un avvocato specializzato in malasanità può fare la differenza tra un’azione legale efficace e un reclamo senza basi solide. Un team di esperti può valutare il caso e stabilire la strategia migliore per ottenere il massimo risarcimento possibile.

Inoltre, un’azione legale tempestiva non solo tutela il paziente, ma contribuisce a migliorare la qualità delle cure mediche, spingendo le strutture sanitarie a rafforzare le misure di sicurezza e ad adottare protocolli più rigorosi per evitare il ripetersi di situazioni simili. Se hai subito un danno, agire subito è la scelta più saggia per proteggere i tuoi diritti e garantire giustizia per te e per altri pazienti in futuro.

Qui di seguito tutti i riferimenti del nostro Studio Legale specializzato in risarcimento danni da errori medici:

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