Bichectomia Sbagliata (rimozione delle “bolle di Bichat” per snellire il viso) e Risarcimento Danni

Introduzione: cosa può andare storto con una bichectomia?

Negli ultimi anni la bichectomia è diventata una delle procedure estetiche più richieste per il viso. Si tratta dell’asportazione chirurgica delle cosiddette “bolle di Bichat”, ovvero piccole masse di grasso situate tra il muscolo buccinatore e quello massetere, nella parte inferiore delle guance. L’obiettivo è snellire il viso, enfatizzare gli zigomi, ottenere un aspetto più scolpito.

Il problema nasce quando questo intervento, che in apparenza sembra semplice, viene eseguito male o senza un’adeguata indicazione medica. In molti casi, infatti, si trasforma in una scelta estetica dannosa e irreversibile. Le complicanze possono essere numerose: asimmetrie facciali, volto scavato, invecchiamento precoce, lesioni ai nervi facciali, difficoltà nella masticazione, cicatrici interne, infiammazioni croniche.

Non esiste una vera “reversibilità” della bichectomia: una volta rimosse le bolle di Bichat, il tessuto adiposo non si rigenera. Questo rende i danni definitivi e spesso peggiorativi con l’età.

Nel 2024, secondo i dati dell’Associazione Italiana di Medicina e Chirurgia Estetica, si sono registrati oltre 11.000 interventi di bichectomia, soprattutto tra i 20 e i 35 anni. Tuttavia, il 10% dei pazienti ha segnalato complicazioni o esiti insoddisfacenti, e cresce il numero di contenziosi avviati da soggetti che si ritrovano con un volto segnato, svuotato, oppure asimmetrico.

In questo articolo analizziamo ogni aspetto legale legato alla bichectomia sbagliata: quando l’intervento è risarcibile, quali errori medici sono frequenti, cosa prevede la legge, come si dimostra il danno, quali sono gli importi riconosciuti e come può aiutare concretamente un avvocato specializzato nella responsabilità medica da chirurgia estetica.

Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.

Quali sono le cause più frequenti degli errori e delle complicanze nella bichectomia sbagliata (rimozione delle “bolle di Bichat” per snellire il viso)?

La bichectomia è una procedura chirurgica volta a rimuovere le cosiddette “bolle di Bichat”, cioè i cuscinetti adiposi situati all’interno delle guance, tra i muscoli masticatori. È un intervento che promette di assottigliare il volto, snellire i contorni e definire maggiormente gli zigomi, andando a scolpire l’ovale e ridurre la rotondità delle guance, particolarmente apprezzata tra chi desidera un viso più longilineo. Negli ultimi anni, complice la moda dei volti scolpiti lanciata da celebrities internazionali, questa tecnica ha avuto un forte incremento di richieste, anche tra persone molto giovani. Tuttavia, la bichectomia è ben lontana dall’essere un intervento banale. Quando viene eseguita in modo errato o senza una corretta indicazione, può provocare danni estetici e funzionali anche molto gravi. Capire quali sono le cause più frequenti di una bichectomia sbagliata è essenziale per riconoscere i rischi di questa operazione e affrontarla con consapevolezza.

Una delle prime cause di errore è la scelta del paziente non idoneo. La bichectomia è indicata solo in casi selezionati, con guance naturalmente prominenti e tessuti ben strutturati. Viene spesso richiesta da persone che hanno semplicemente un viso tondo, ma che non presentano un eccesso reale delle bolle adipose. Se l’intervento viene eseguito su volti già magri, o con poco volume nella parte inferiore, il risultato sarà un eccessivo svuotamento delle guance, con un aspetto scheletrico, scavato, invecchiato e innaturale. Questo tipo di danno non è sempre reversibile. I volumi profondi del viso, una volta rimossi, non si rigenerano, e spesso non possono essere recuperati nemmeno con il lipofilling.

Un altro errore molto comune è l’asportazione bilaterale asimmetrica. La chirurgia del volto richiede simmetria e precisione millimetrica. Se il chirurgo rimuove più tessuto adiposo da un lato rispetto all’altro, il volto risulterà sbilanciato. L’asimmetria, una volta instaurata, diventa molto visibile soprattutto nei soggetti magri o con una forte mimica facciale. Spesso richiede ritocchi con innesti di grasso, filler o, nei casi peggiori, innesti dermici profondi, con risultati che raramente riescono a ripristinare l’aspetto naturale originario.

Un problema ancora più grave, seppur meno frequente, è la lesione accidentale di strutture anatomiche adiacenti, in particolare del nervo facciale o dei dotti salivari. Le bolle di Bichat si trovano in una zona molto delicata, a stretto contatto con il nervo buccale, il dotto di Stenone e fasci vascolari importanti. Se l’intervento non è eseguito da un chirurgo esperto e ben formato in chirurgia del distretto oro-maxillo-facciale, può comportare lesioni neurologiche con conseguente paralisi parziale della guancia, perdita della mimica naturale, alterazioni della sensibilità, o lesioni ai dotti parotidi con fuoriuscita di saliva nel cavo orale, infezioni e formazione di cisti salivari.

Un altro errore tecnico è la rimozione eccessiva delle bolle di Bichat. Alcuni chirurghi, per ottenere un effetto più evidente e soddisfare le aspettative del paziente, tendono ad asportare completamente il tessuto adiposo, lasciando le guance prive del volume fisiologico che in realtà serve a mantenere una corretta struttura del viso. Questo approccio, invecchia il volto prematuramente e rende evidenti anche i più piccoli segni dell’età, accentuando rughe, pieghe nasolabiali, e svuotamento infrazigomatico. Il risultato è una trasformazione innaturale che, nel tempo, peggiora con il naturale riassorbimento dei tessuti legato all’invecchiamento.

Una delle cause più frequenti di delusione post-operatoria è la scarsa visibilità del risultato, specialmente nei primi mesi. Dopo la rimozione delle bolle di Bichat, il gonfiore iniziale può durare anche diverse settimane e mascherare completamente l’effetto snellente che il paziente si aspettava. Se non adeguatamente informato, il paziente può pensare che l’intervento non sia riuscito. In altri casi, invece, quando il gonfiore si riassorbe e l’effetto diventa visibile, può accorgersi di un viso troppo scavato o eccessivamente modificato, che non riconosce più come proprio.

Molti errori sono legati anche alla moda eccessiva e alle aspettative distorte, spesso alimentate da social media e influencer. La chirurgia facciale, specialmente nei giovani, dovrebbe essere approcciata con grande cautela. Invece, molte richieste nascono dal desiderio di assomigliare a un volto visto online, senza una reale consapevolezza delle proporzioni del proprio volto e del rischio di alterare per sempre la propria fisionomia. È responsabilità del medico rifiutare l’intervento quando non indicato, ma la pressione commerciale e la standardizzazione dei trattamenti portano talvolta a interventi superflui e dannosi.

Un’altra complicanza da considerare è la fibrosi dei tessuti. Dopo l’intervento, il tessuto sottocutaneo può reagire formando aderenze o zone di fibrosi, che si traducono in irregolarità cutanee, perdita di elasticità, o sensazione di tensione permanente. Questo può compromettere la naturalezza del sorriso e delle espressioni facciali, rendendo il volto rigido, asimmetrico o addirittura con pieghe nuove, mai presenti prima dell’intervento. Nei casi più gravi, la cicatrizzazione interna interferisce con la funzione muscolare.

La gestione del post-operatorio è un altro aspetto critico. Il paziente deve seguire regole precise: evitare la masticazione eccessiva, applicare ghiaccio localmente, mantenere una corretta igiene del cavo orale ed evitare traumi alla zona per almeno due settimane. Se queste indicazioni non vengono rispettate, il rischio di infezioni, ematomi o sieromi aumenta. La bocca è una delle regioni più contaminate del corpo e anche una minima trascuratezza igienica può portare a infezioni post-operatorie che mettono a rischio il risultato estetico e la salute generale.

La cicatrizzazione interna anomala può dare origine a noduli sottocutanei, percepibili al tatto o visibili in controluce. Alcuni pazienti lamentano fastidi alla masticazione, dolore localizzato o sensazione di corpi estranei. Se questi sintomi non vengono trattati correttamente o se il materiale infiammatorio si organizza in granulomi, può essere necessario intervenire chirurgicamente una seconda volta, con risultati incerti e con ulteriore stress per il paziente.

Un errore gravissimo, ma purtroppo ancora presente, è l’esecuzione dell’intervento in ambienti non chirurgici, come centri estetici, studi odontoiatrici non autorizzati o ambulatori non idonei. Trattandosi di un intervento chirurgico a tutti gli effetti, la bichectomia richiede un ambiente sterile, un’anestesia sicura, un team medico preparato e strumentazioni idonee. La banalizzazione dell’intervento, soprattutto nei video sui social, ha portato alcuni a sottovalutarne la portata clinica, esponendosi a infezioni gravi, lesioni nervose, risultati disastrosi o perfino necessità di trattamenti ospedalieri urgenti.

Le statistiche mostrano che le complicanze gravi della bichectomia sono relativamente rare quando l’intervento è eseguito da chirurghi esperti e in strutture adeguate. Tuttavia, le complicanze estetiche o le insoddisfazioni soggettive si registrano in circa il 15-20% dei casi, con picchi più alti tra i pazienti molto giovani e tra coloro che hanno affrontato l’intervento in cliniche low-cost, senza una vera indicazione. Gli errori più gravi, come lesioni nervose, infezioni profonde o deformazioni marcate, sono fortunatamente rari, ma lasciano esiti difficili da trattare e spesso permanenti.

In sintesi, gli errori e le complicanze della bichectomia derivano da una selezione impropria dei candidati, da scelte tecniche sbagliate, da rimozioni eccessive, da mancato rispetto delle proporzioni facciali, da gestione post-operatoria approssimativa e da aspettative estetiche non realistiche. È una procedura che può migliorare l’aspetto solo quando eseguita con misura, in pazienti davvero indicati, e con una tecnica chirurgica rispettosa delle strutture profonde del volto.

Affidarsi a un chirurgo plastico o maxillo-facciale esperto, che valuti con attenzione l’indicazione reale all’intervento, che conosca i limiti della tecnica e che prepari il paziente a un risultato realistico, è l’unico modo per evitare che un’operazione pensata per valorizzare il viso si trasformi in una perdita definitiva di equilibrio, naturalezza ed espressività.

Quando si configura la responsabilità medica per una bichectomia sbagliata (rimozione delle “bolle di Bichat” per snellire il viso)?

La responsabilità medica per una bichectomia sbagliata si configura quando l’intervento chirurgico volto a rimuovere le “bolle di Bichat” per assottigliare le guance e ridefinire il contorno del viso determina un risultato peggiorativo, danni estetici permanenti o complicanze funzionali, legate a scelte tecniche errate, imperizia operatoria o inadeguata gestione informativa e post-operatoria. La bichectomia è una procedura chirurgica che, per quanto di breve durata e generalmente effettuata in regime ambulatoriale, agisce su una zona del volto estremamente delicata, vicino a strutture nervose, muscolari e vascolari importanti. Proprio per la sua apparente semplicità, spesso viene sottovalutata dai pazienti e, talvolta, anche da alcuni professionisti che la eseguono con leggerezza, senza un’adeguata valutazione dei rischi.

L’intervento consiste nella rimozione parziale o completa delle borse adipose situate tra il muscolo buccinatore e il massetere, con l’obiettivo di rendere il viso più scavato, più definito, meno rotondo. Si tratta di una procedura molto richiesta soprattutto da giovani donne che desiderano un volto più snello, ma anche da uomini che vogliono un profilo più scolpito. Tuttavia, se l’operazione è eseguita senza un’indicazione precisa o senza considerare la morfologia del volto e lo spessore dei tessuti, può produrre un effetto opposto a quello desiderato: il volto appare svuotato, stanco, invecchiato prematuramente, con guance incavate e zigomi sproporzionati.

Il danno estetico da bichectomia mal riuscita può essere particolarmente grave perché colpisce una delle zone più espressive e visibili del volto umano. Un viso eccessivamente scavato, privo di naturale pienezza, trasmette un’immagine di stanchezza cronica, severità o invecchiamento precoce. Inoltre, in alcuni casi, la rimozione eccessiva delle bolle adipose può causare una perdita di simmetria, alterare la muscolatura mimica o danneggiare i nervi facciali, provocando parestesie, ipotonia, difficoltà nei movimenti del viso e compromissione della funzionalità masticatoria.

Le responsabilità del medico iniziano ben prima dell’intervento. Il professionista ha il dovere di valutare attentamente se il paziente sia un candidato adatto alla bichectomia. Non si tratta, infatti, di una procedura “standard” adatta a chiunque: in volti già magri, il rischio di un risultato scheletrico è molto alto. Il chirurgo deve considerare l’età, la struttura del viso, lo spessore della cute, la tonicità generale dei tessuti e il grado di elasticità cutanea. L’intervento dovrebbe essere evitato in soggetti giovani con scarsa adiposità facciale o in persone geneticamente predisposte a un rapido svuotamento del volto.

Fondamentale è anche il modo in cui viene gestita la fase informativa. Il consenso informato, per essere valido, deve essere non solo firmato, ma anche pienamente consapevole. Il chirurgo ha il dovere di spiegare al paziente che la bichectomia comporta rischi reali: asimmetrie definitive, svuotamento prematuro del viso, alterazioni della muscolatura mimica, infezioni, ematomi, lesioni nervose. Deve inoltre chiarire che l’effetto estetico sarà stabile, potenzialmente irreversibile, e che non si può garantire un risultato perfettamente simmetrico o conforme ai canoni idealizzati proposti dai social. Quando queste informazioni vengono omesse o minimizzate, il medico è pienamente responsabile anche se l’intervento tecnicamente è stato eseguito correttamente.

Nel caso in cui il paziente subisca un danno estetico visibile o una complicanza medica in seguito a bichectomia, può chiedere il risarcimento. La chirurgia estetica comporta un’obbligazione di risultato, il che significa che il medico non deve solo impegnarsi a eseguire correttamente l’operazione, ma deve anche ottenere un risultato migliorativo, armonico, proporzionato. Se il viso risulta peggiore, più vecchio, svuotato o deformato, la responsabilità è presunta: sarà il medico a dover dimostrare che il danno è stato causato da fattori esterni o imprevedibili, e non da sue scelte tecniche sbagliate.

Le prove a disposizione del paziente sono fondamentali: fotografie pre e post-intervento, cartella clinica completa, relazione dell’intervento, modulo di consenso informato, documentazione di eventuali cure correttive o trattamenti successivi. Se mancano fotografie ufficiali, se il consenso è troppo generico, o se la cartella clinica non riporta informazioni dettagliate, si rafforza la posizione del paziente. Un medico che non documenta adeguatamente il percorso pre e post-operatorio, che non annota le caratteristiche morfologiche del viso o che non conserva copia delle informazioni fornite al paziente, mostra una condotta professionale superficiale e, quindi, responsabile.

La fase post-operatoria, come per ogni intervento, è cruciale. Il chirurgo deve monitorare il recupero, controllare l’eventuale insorgenza di infezioni o asimmetrie, rispondere prontamente ai dubbi e alle segnalazioni del paziente, correggere o intervenire se i risultati si stanno manifestando in modo anomalo. Se il medico si rende irreperibile, liquida il paziente con risposte evasive o rinvia i controlli senza una verifica reale, la sua condotta può costituire una seconda fonte autonoma di responsabilità.

Nel caso di una controversia legale, il giudice dispone una consulenza tecnica d’ufficio affidata a uno specialista esperto in chirurgia estetica del volto, che valuta se la bichectomia è stata indicata correttamente, se è stata eseguita secondo i protocolli, se le informazioni fornite al paziente erano adeguate e se il danno subito è la diretta conseguenza di un errore medico. Il parere del consulente tecnico è determinante per stabilire l’esistenza della responsabilità e la quantificazione dei danni.

Il risarcimento che può essere riconosciuto comprende il danno biologico se l’intervento ha causato perdita di sensibilità o funzionalità, il danno estetico per la visibilità delle deformità, il danno morale per la sofferenza psicologica e il danno esistenziale se l’aspetto compromesso ha avuto un impatto negativo sulla vita sociale, affettiva o lavorativa. A questo si sommano le spese sostenute per consulenze, trattamenti estetici, chirurgia correttiva e supporto psicologico. In casi gravi, soprattutto quando le conseguenze sono irreversibili, il risarcimento può essere molto significativo.

Una bichectomia sbagliata può avere effetti devastanti sull’autostima e sulla qualità della vita. Il volto, e in particolare la zona centrale delle guance, è ciò che ci rappresenta e ci identifica. Uno svuotamento innaturale, una guancia cadente o un sorriso asimmetrico stravolgono l’identità e creano un disagio profondo, difficile da spiegare e spesso difficile da risolvere. Alcuni pazienti raccontano di non volersi più fotografare, di evitare incontri sociali, di sentirsi inadeguati e di rimpiangere il proprio volto originale, anche se imperfetto. Quel che doveva essere un miglioramento si trasforma in una condanna.

Il termine per agire legalmente è di cinque anni dalla presa di coscienza del danno. È quindi fondamentale non attendere, rivolgersi a un avvocato esperto in responsabilità medica, farsi valutare da un medico legale, raccogliere tutta la documentazione e preparare una richiesta di risarcimento solida. Prima si agisce, più è semplice dimostrare la dinamica dei fatti e ottenere giustizia.

Per i medici, il messaggio è chiaro: non esistono interventi minori, né pazienti superficiali. Ogni richiesta estetica va ascoltata con attenzione, gestita con serietà, documentata con precisione, accompagnata da un’informazione completa, onesta, trasparente. La chirurgia estetica è una promessa di miglioramento: quando si trasforma in un danno, la responsabilità non è solo giuridica, ma anche etica.

In conclusione, la responsabilità medica per una bichectomia sbagliata si configura quando il paziente, anziché ottenere un viso più armonico e definito, si ritrova con un volto svuotato, invecchiato, asimmetrico o compromesso, con danni estetici e psicologici che potevano e dovevano essere evitati. Il volto non si corregge con leggerezza: si protegge, si rispetta, si cura. E chi non lo fa, ne risponde.

Cosa dice la legge in caso di bichectomia mal eseguita?

Il riferimento normativo è l’art. 1218 del Codice Civile (responsabilità contrattuale) e la Legge Gelli-Bianco n. 24/2017, che disciplina in dettaglio la responsabilità sanitaria anche per trattamenti estetici. Il medico o la struttura sanitaria rispondono se:

  • Non hanno rispettato il livello di diligenza, perizia e prudenza
  • Non hanno acquisito un valido consenso informato
  • Hanno provocato un danno non giustificato dalle condizioni cliniche iniziali

Il consenso informato è sempre necessario?

Sì. È obbligatorio e deve essere dettagliato. Deve includere:

  • Descrizione del trattamento e sue finalità
  • Rischi specifici della bichectomia (svuotamento, asimmetria, lesione nervosa)
  • Effetti a lungo termine, soprattutto con l’invecchiamento
  • Alternative non invasive

Se manca, il paziente ha diritto al risarcimento anche se l’intervento è stato tecnicamente corretto.

Quali sono i danni risarcibili?

  • Danno estetico: volto peggiorato, scavato o asimmetrico
  • Danno biologico: se vi è paralisi, dolore, infiammazione
  • Danno morale: disagio psicologico, isolamento, frustrazione
  • Danno esistenziale: alterazione della vita sociale e lavorativa
  • Danno patrimoniale: spese mediche, chirurgia secondaria, terapie psicologiche

Quanto si può ottenere come risarcimento?

Gli importi variano in base alla gravità. Alcuni casi reali:

  • Roma, 2023 – volto scavato irreversibilmente in soggetto di 28 anni → €39.000
  • Milano, 2024 – asimmetria facciale e cicatrice interna visibile → €33.500
  • Bari, 2023 – lesione del nervo facciale con paresi parziale → €58.000
  • Torino, 2024 – danno estetico con necessità di filler permanenti correttivi → €26.000

Come si dimostra che la bichectomia è stata eseguita male?

  • Cartella clinica (spesso lacunosa o incompleta in cliniche low-cost)
  • Foto pre e post operatorie
  • Consenso informato (o sua assenza)
  • Perizia medico-legale con specialista in chirurgia maxillo-facciale
  • Eventuale TAC facciale o ecografia per verificare l’entità dell’asportazione

Cosa fare se l’intervento è stato eseguito all’estero?

La maggior parte delle bichectomie low-cost avviene:

  • In Turchia, Albania, Polonia
  • In cliniche che promettono interventi veloci e “indolore”
  • Senza garanzia di standard igienico-sanitari europei

È possibile agire legalmente in Italia se:

  • La clinica ha una rappresentanza o sito in lingua italiana
  • Il danno è emerso in Italia
  • Si è effettuato il contratto online sul territorio italiano

In caso contrario, si può procedere con azione all’estero tramite avvocato internazionale.

Quali sono i tempi per agire legalmente?

  • Azione contrattuale: 10 anni dal trattamento
  • Azione extra-contrattuale: 5 anni dal danno
  • Se il danno emerge dopo mesi o anni (es. volto svuotato), il termine decorre dalla scoperta

Come si avvia la procedura di risarcimento?

  1. Contattare un avvocato esperto in responsabilità medica estetica
  2. Raccogliere tutta la documentazione clinica
  3. Eseguire una perizia medico-legale preliminare
  4. Inviare diffida formale alla clinica o al professionista
  5. Avviare mediazione obbligatoria o causa civile, se necessario

Chi è responsabile: il medico o la struttura?

Entrambi. Se il medico è libero professionista, risponde personalmente. Se è dipendente o convenzionato con una clinica, risponde anche la struttura per responsabilità organizzativa.

Qual è il ruolo dell’avvocato nella difesa del paziente?

L’avvocato deve:

  • Analizzare il caso sotto il profilo medico-legale
  • Redigere l’atto di costituzione in mora
  • Selezionare un medico legale competente in chirurgia maxillo-facciale
  • Quantificare tutti i danni secondo le tabelle del Tribunale
  • Condurre la trattativa con l’assicurazione
  • Gestire il contenzioso giudiziale, se necessario

Perché affidarsi agli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità?

Perché la bichectomia è un intervento estetico altamente sottovalutato, ma dalle conseguenze potenzialmente devastanti. La sua apparente semplicità ha generato un’ondata di interventi eseguiti da medici non specializzati o in ambienti privi di autorizzazioni.

Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità:

  • Conoscono la disciplina aggiornata al 2025 sulla responsabilità medica estetica
  • Collaborano con chirurghi plastici, maxillo-facciali e medici legali di parte
  • Offrono difesa completa: consulenza, perizia, negoziazione, causa
  • Possono agire senza anticipo, con compenso legato al risultato

Se il tuo volto è cambiato in peggio per una bichectomia sbagliata, non sei solo. Hai diritto a essere risarcito. Hai diritto a un volto che rispecchi la tua identità.

Non accettare il danno. Reagisci. Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità sono pronti ad aiutarti con rigore, competenza e determinazione.

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