Introduzione: cosa succede se il lifting alle cosce è eseguito male?
Il lifting delle cosce, noto anche come cruroplastica o lifting crurale, è un intervento di chirurgia estetica finalizzato a rimuovere l’eccesso di pelle e tessuto adiposo dalla parte interna delle cosce. L’obiettivo è restituire tono, compattezza e armonia alla zona, soprattutto dopo dimagrimenti importanti o in caso di rilassamento cutaneo legato all’età.
In teoria, si tratta di una procedura efficace. In pratica, se eseguita senza la necessaria competenza, può generare conseguenze molto gravi: cicatrici estese e retraenti, asimmetrie evidenti, dolore cronico, linfocele, aderenze, distorsioni dell’anatomia, lesioni ai nervi cutanei, infezioni profonde, e perfino difficoltà nella deambulazione.

Nel 2024, secondo i dati dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE), sono stati eseguiti circa 6.200 lifting alle cosce in Italia, con un aumento del 16% rispetto al 2022. Purtroppo, si registra anche un incremento significativo dei contenziosi: quasi il 12% dei pazienti ha manifestato complicanze importanti, e oltre 400 azioni legali sono state avviate nel solo 2023 per danni conseguenti a lifting delle cosce mal eseguiti.
Quando un intervento estetico non solo non migliora la condizione di partenza, ma la peggiora sensibilmente, si configura una responsabilità medica risarcibile, sia per i danni fisici che per quelli psicologici.
In questo articolo vedremo quando un lifting delle cosce è considerato sbagliato, quali sono gli errori più comuni, cosa dice la legge aggiornata al 2025, quali danni si possono risarcire, come raccogliere le prove, e soprattutto come può agire un avvocato esperto in responsabilità da malasanità estetica per farti ottenere il risarcimento che ti spetta.
Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.
Quali sono le cause più frequenti degli errori e delle complicanze nella chirurgia estetica delle cosce sbagliata (lifting delle cosce)?
La chirurgia estetica delle cosce, nota anche come lifting crurale, è un intervento che mira a migliorare l’aspetto delle cosce rilassate, svuotate o cadenti, eliminando l’eccesso di pelle e tessuto adiposo e restituendo tonicità e forma alla parte interna delle gambe. È un’operazione molto richiesta da pazienti che hanno subito importanti dimagrimenti, donne dopo gravidanze ripetute o soggetti che con il passare degli anni hanno sviluppato un rilassamento cutaneo evidente. Tuttavia, nonostante i benefici estetici e psicologici potenziali, è anche uno degli interventi più complessi dal punto di vista tecnico e uno di quelli con il maggior tasso di complicanze e insoddisfazioni. Comprendere quali sono le cause più frequenti di un lifting delle cosce sbagliato è fondamentale per chi sta valutando questo tipo di chirurgia e vuole evitare scelte affrettate o aspettative irreali.
Una delle prime cause di insuccesso è la selezione errata della tecnica chirurgica in rapporto alla reale condizione del paziente. Il lifting delle cosce può essere eseguito in forma limitata, con una cicatrice solo inguinale, oppure in modo esteso, con una cicatrice verticale lungo la parte interna della coscia. Scegliere la tecnica sbagliata porta spesso a risultati poco soddisfacenti: se si opta per un lifting solo inguinale in presenza di un rilassamento marcato, la pelle in eccesso resterà evidente lungo tutta la coscia, senza reale miglioramento. Se invece si effettua un lifting verticale troppo aggressivo in un soggetto con pelle ancora elastica, si otterrà una cicatrice importante non giustificata dal beneficio estetico. Il rischio, in entrambi i casi, è di peggiorare la situazione di partenza.
Un’altra causa molto frequente di complicanze è la cattiva qualità delle cicatrici, che nelle cosce sono particolarmente a rischio a causa della posizione e delle tensioni meccaniche esercitate durante il movimento. La cicatrice nella regione inguinale, se mal posizionata o se sottoposta a trazione continua, può scendere verso il basso, risultare visibile anche con la biancheria o deformare la vulva. La cicatrice verticale interna alla coscia può diventare spessa, irregolare, retraente, o addirittura aprirsi nei casi di deiscenza della ferita. L’eccessiva sudorazione della zona, lo sfregamento continuo durante la camminata, l’umidità e la contaminazione batterica dell’area rendono la guarigione molto più complessa rispetto ad altre aree del corpo.
Una delle problematiche più comuni è l’asimmetria tra le due cosce, che può essere causata da un’asportazione di tessuto non perfettamente bilanciata, da una differente tensione nei lembi cutanei o da un diverso comportamento della cicatrizzazione nei due lati. Anche una differenza minima diventa evidente in una zona tanto esposta nei movimenti quotidiani e può generare un forte disagio psicologico nel paziente. L’asimmetria è anche uno dei motivi più frequenti di richieste di revisione chirurgica nei mesi successivi all’intervento.
La complicanza forse più frustrante è la recidiva del rilassamento cutaneo, ovvero il ritorno, parziale o completo, della pelle cadente, nonostante l’intervento. Questo accade quando non si è rimosso un volume sufficiente di tessuto, oppure quando il paziente ha una qualità cutanea molto scarsa, come spesso accade nei grandi ex obesi. Anche una gestione inadeguata del post-operatorio, come l’assenza di indumenti compressivi o l’attività fisica precoce, può favorire la perdita di elasticità nei tessuti e vanificare il risultato ottenuto.
Non meno importante è il rischio di complicanze funzionali, in particolare alterazioni della deambulazione, dolore interno alle cosce, aderenze profonde o rigidità del tessuto cicatriziale che limita il movimento. Alcuni pazienti riferiscono fastidio o attrito tra le cosce durante la camminata, con bruciore o infiammazioni ricorrenti. Se la sutura è troppo serrata o se la cicatrice si retrae, può perfino modificare la postura e creare problemi muscolari secondari.
Una delle complicanze mediche più serie è la formazione di sieromi e linfedemi, ovvero accumuli di liquido linfatico nei tessuti profondi. L’interno coscia è una zona ricca di vasi linfatici, e se durante l’intervento vengono lesionati, il fluido si raccoglie nel post-operatorio causando gonfiore, dolore e deformazione. Nei casi gravi, il sieroma deve essere drenato più volte, talvolta chirurgicamente, e può lasciare irregolarità permanenti. Il linfedema, cioè l’edema cronico causato da un danno permanente ai canali linfatici, è raro ma molto invalidante.
Un altro rischio concreto è l’infezione post-operatoria, favorita dalla posizione umida, calda e difficilmente ventilabile dell’area inguinale. Se la ferita si infetta, possono comparire febbre, secrezioni purulente, dolore acuto e rischio di deiscenza. Anche una semplice irritazione trascurata può degenerare, compromettendo la qualità della cicatrice e prolungando i tempi di recupero. Per questo motivo l’igiene personale, l’uso di antibiotici, il controllo dei movimenti e l’astensione dall’attività sessuale sono indicazioni fondamentali da rispettare scrupolosamente.
Un errore tecnico frequente è la tensione eccessiva sulla sutura, che può portare allo scollamento della ferita, necrosi marginale o cicatrice allargata. In questi casi il chirurgo deve bilanciare attentamente la quantità di pelle da rimuovere e la capacità dei tessuti di chiudersi senza stress. La fretta di ottenere un risultato visibile o la pressione del paziente verso un miglioramento drastico possono spingere a rimuovere troppo tessuto, compromettendo la tenuta della sutura.
Molti pazienti rimangono delusi anche per aspettative non realistiche, alimentate da immagini promozionali, influencer e promesse poco trasparenti. Il lifting delle cosce non è un trattamento che rende le gambe perfette, né elimina completamente la cellulite, le smagliature o il volume eccessivo nei glutei. Se il paziente parte con l’idea di avere gambe snelle, lisce e toniche come quelle di una modella, il confronto con la realtà può generare frustrazione anche in presenza di un risultato tecnicamente corretto. Spetta al chirurgo il compito di fornire una consulenza onesta, mostrando fotografie realistiche e spiegando che ogni corpo ha una propria risposta al trattamento.
Una complicanza psicologica molto comune è il rifiuto della cicatrice, anche se ben posizionata e guarita correttamente. Alcuni pazienti, soprattutto giovani o in fase post-dimagrimento, scoprono solo dopo l’intervento quanto sia difficile accettare una cicatrice lunga, visibile in costume, durante l’attività sessuale o nei momenti di intimità. La cicatrice, da sola, può diventare un nuovo elemento di insoddisfazione, capace di offuscare i benefici ottenuti. È fondamentale che questo aspetto venga discusso in modo approfondito prima di programmare l’intervento, senza minimizzare l’impatto emotivo che può avere.
Infine, una causa di errori molto grave ma purtroppo ancora diffusa riguarda l’esecuzione dell’intervento da parte di operatori non specializzati, in strutture inadeguate, o con tecniche obsolete. La brachioplastica, come la chirurgia estetica delle cosce, è un intervento complesso, che richiede conoscenze specifiche di chirurgia plastica ricostruttiva, esperienza nella gestione dei tessuti molli e capacità di prevenire le complicanze. Quando si affida il proprio corpo a mani inesperte, il rischio di avere esiti deludenti o dannosi aumenta considerevolmente.
Le statistiche confermano che il lifting delle cosce presenta un tasso di complicanze relativamente elevato rispetto ad altri interventi estetici. Le complicanze minori, come cicatrici visibili, irregolarità cutanee o disagio nei movimenti, riguardano il 25-30% dei pazienti. Le complicanze maggiori, come infezioni profonde, deiscenze gravi o linfedemi, si aggirano intorno al 3-5%. Le revisioni chirurgiche, spesso richieste per migliorare simmetrie o cicatrici, sono necessarie in circa il 10-15% dei casi nei primi 12-18 mesi post-intervento.
In definitiva, gli errori e le complicanze nella chirurgia estetica delle cosce derivano da una combinazione di valutazioni scorrette, tecniche inadeguate, aspettative sbagliate e una gestione post-operatoria non ottimale. L’illusione che si tratti di un intervento semplice è molto pericolosa: si lavora in una delle aree più complesse del corpo, dove l’equilibrio tra tensione, mobilità, vascolarizzazione e visibilità è molto delicato.
Affidarsi a un chirurgo plastico qualificato, con esperienza nella chirurgia post-bariatrica e nei lifting di rimodellamento corporeo, che dedichi tempo all’ascolto, alla valutazione e alla spiegazione dettagliata di cosa comporta realmente l’intervento, è l’unico modo per garantire un risultato soddisfacente e duraturo, evitando errori che possono segnare non solo la pelle, ma anche la percezione del proprio corpo per tutta la vita.
Quando si configura la responsabilità medica per una chirurgia estetica delle cosce sbagliata (lifting delle cosce)?
La responsabilità medica per una chirurgia estetica delle cosce sbagliata si configura quando il lifting delle cosce, eseguito per rimuovere la pelle in eccesso e migliorare la tonicità della parte interna delle gambe, determina un danno estetico, funzionale o psicologico evitabile, dovuto a imperizia tecnica, errori nella pianificazione dell’intervento, negligenza nel post-operatorio o mancanza di adeguata informazione preventiva. Il lifting delle cosce è una procedura che può sembrare marginale rispetto ad altri interventi più noti, ma per i pazienti rappresenta spesso un momento cruciale nella trasformazione del proprio corpo, soprattutto dopo grandi dimagrimenti, gravidanze o per contrastare la lassità legata all’età. Le aspettative sono alte, e proprio per questo le delusioni possono diventare fonte di dolore e motivo di azione legale.
L’intervento ha lo scopo di restituire un aspetto tonico, armonioso e asciutto alla regione interna delle cosce, che spesso tende a cedere per fattori genetici o per la perdita di elasticità cutanea. La procedura prevede l’asportazione chirurgica dell’eccesso cutaneo e adiposo, con cicatrici che possono estendersi dall’inguine lungo la coscia interna, oppure anche in senso verticale fino al ginocchio nei casi più gravi. È un’operazione che richiede una valutazione attenta dell’anatomia, della qualità della pelle e della capacità del tessuto di adattarsi. Se l’intervento viene eseguito con superficialità o senza personalizzazione, gli esiti possono essere disastrosi.
Tra gli errori più comuni che generano responsabilità medica troviamo l’asportazione eccessiva di tessuto, che provoca trazione eccessiva o distorsione anatomica, la cicatrice mal posizionata o disallineata, la formazione di cheloidi, la perdita di simmetria tra le due cosce, infezioni profonde, sieromi, deiscenze, necrosi cutanee e lesioni dei nervi sensitivi. Nei casi più gravi, i pazienti riportano retrazioni della pelle che limitano i movimenti, dolore persistente, o alterazioni funzionali della zona genitale, se la tensione chirurgica si estende verso l’inguine.
Un lifting delle cosce sbagliato non rappresenta soltanto un insuccesso estetico: è una ferita nella percezione del proprio corpo, in una zona già spesso associata al pudore, all’intimità, alla difficoltà di mostrarsi. Il paziente si affida al chirurgo con l’aspettativa di poter tornare a vestirsi con libertà, di eliminare un disagio fisico e psicologico. Quando il risultato è un peggioramento, una cicatrice visibile o una deformazione anatomica, la delusione è profonda e, se evitabile, giuridicamente rilevante.
Il consenso informato è un punto chiave. Il chirurgo deve spiegare al paziente, in modo chiaro e completo, i limiti dell’intervento, i rischi di cicatrici evidenti, l’eventualità di asimmetrie, le possibilità di infezioni o perdita di elasticità nel tempo, la necessità di portare guaine compressive e i tempi reali di recupero. Se il modulo è generico, se le informazioni sono state date verbalmente in modo frettoloso, o se il paziente è stato indotto a credere che il risultato sarebbe stato perfetto, allora il consenso è da considerarsi viziato. E quando il consenso è viziato, la responsabilità del medico si configura anche se l’atto chirurgico è stato tecnicamente corretto.
Nella chirurgia estetica il medico assume, nella maggior parte dei casi, un’obbligazione di risultato. Ciò significa che il paziente non si aspetta semplicemente che l’intervento venga eseguito “bene”, ma che porti a un miglioramento concreto, visibile, soddisfacente. Se questo miglioramento non si verifica, o se il risultato è peggiore rispetto alla situazione iniziale, il medico deve dimostrare che il danno è stato causato da fattori indipendenti dalla sua condotta. In mancanza di questa prova, il danno è risarcibile.
I danni derivanti da un lifting delle cosce mal riuscito possono essere di varia natura. Il danno estetico è il più immediato e visibile: cicatrici marcate, retrazioni, irregolarità della pelle, asimmetrie, bozzi o depressioni della superficie cutanea. Il danno fisico può includere dolore cronico, difficoltà nella deambulazione, sensazioni alterate nella zona trattata, perdita della sensibilità, infezioni ricorrenti. Ma il danno più sottile, e spesso più profondo, è quello psicologico: perdita di fiducia nel proprio corpo, imbarazzo, frustrazione, ansia, vergogna e isolamento sociale. Il paziente che ha subito un errore del genere spesso rifiuta di mostrarsi, di andare al mare, di indossare gonne o pantaloncini, di vivere liberamente la propria sessualità.
Il paziente che ritiene di aver subito un danno ha diritto a chiedere il risarcimento, ma deve documentare in modo accurato la propria posizione. Le fotografie prima e dopo l’intervento, il modulo di consenso informato, la cartella clinica, le relazioni del chirurgo e degli specialisti successivi, le spese sostenute per trattamenti correttivi o psicologici sono tutti strumenti di prova fondamentali. Quando la documentazione del medico è carente, generica o contraddittoria, la responsabilità diventa ancora più evidente.
Anche la fase post-operatoria può costituire fonte di responsabilità. Il chirurgo deve fornire indicazioni precise su come affrontare la convalescenza, prescrivere i giusti controlli, vigilare sulla cicatrizzazione e rispondere tempestivamente alle richieste di aiuto. Se il medico è irreperibile, se non interviene a fronte di un’infiammazione in atto, o se non si preoccupa di controllare l’andamento della guarigione, può essere ritenuto responsabile per i danni secondari derivanti dalla sua condotta omissiva.
Se il paziente intraprende un’azione giudiziaria, il giudice nominerà un consulente tecnico d’ufficio specializzato in chirurgia plastica, che dovrà stabilire se l’intervento è stato eseguito correttamente, se la scelta tecnica era adeguata, se il paziente è stato informato in modo corretto e se il danno è compatibile con una condotta professionale scorretta. Il parere del CTU è decisivo per l’esito della causa.
Il risarcimento che può essere riconosciuto comprende il danno biologico se sono presenti lesioni fisiche, il danno estetico per le alterazioni visibili e permanenti, il danno morale per la sofferenza psicologica, il danno esistenziale per la compromissione della qualità della vita e le spese mediche, chirurgiche e terapeutiche sostenute. In presenza di esiti gravi, permanenti o che richiedano un intervento correttivo importante, il risarcimento può raggiungere cifre elevate, soprattutto se il paziente dimostra un impatto negativo sulla vita professionale o relazionale.
Una chirurgia estetica delle cosce mal eseguita colpisce il corpo in una zona particolarmente legata alla femminilità, alla libertà di movimento, alla sensualità e alla sicurezza personale. Quando il risultato delude, non si tratta solo di un errore tecnico, ma di una ferita profonda, spesso invisibile agli occhi degli altri, ma ben presente nella quotidianità del paziente. Molti raccontano di non riuscire più a mostrarsi nemmeno davanti al proprio partner, di evitare lo specchio, di provare rabbia e senso di colpa per essersi affidati con leggerezza. La fiducia tradita si trasforma in vergogna, e la speranza iniziale in senso di impotenza.
Il termine per chiedere il risarcimento è di cinque anni dalla consapevolezza del danno. È quindi essenziale agire in tempo, rivolgersi a un avvocato esperto in responsabilità medica, raccogliere tutta la documentazione e richiedere una consulenza medico-legale approfondita. Più il paziente è assistito fin dall’inizio, maggiori sono le probabilità di ottenere giustizia.
Per il chirurgo, la lezione è chiara: la chirurgia estetica non può mai essere banalizzata, nemmeno quando sembra “di routine”. Ogni corpo è diverso, ogni paziente ha una storia, ogni intervento deve essere pensato, spiegato, documentato, eseguito e seguito con il massimo della prudenza, della empatia e del rigore. Lavorare sul corpo di una persona significa lavorare sulla sua identità: se questa viene compromessa, la responsabilità non è solo legale, ma anche profondamente umana.
In conclusione, la responsabilità medica per un lifting delle cosce sbagliato si configura ogni volta che il risultato dell’intervento peggiora l’estetica originaria, compromette la funzionalità, danneggia la psiche del paziente o tradisce le aspettative generate. Le gambe non sono solo un tratto del corpo: sono strumenti di libertà, autonomia, espressività. Chi opera su di esse deve farlo con la stessa cura con cui si protegge la dignità di una persona.
Quali danni può causare una cruroplastica mal riuscita?
- Estetici: cicatrici visibili, pelle diseguale, pieghe cutanee
- Funzionali: difficoltà a camminare, stiramento della cute
- Neurologici: perdita di sensibilità, dolori neuropatici
- Infezioni: con necessità di nuova chirurgia
- Psicologici: ansia, depressione, isolamento, disturbo dell’immagine corporea
Cosa prevede la legge in caso di danni da lifting sbagliato?
Il paziente danneggiato può agire sulla base:
- dell’art. 1218 Codice Civile (responsabilità contrattuale)
- dell’art. 2043 Codice Civile (illecito extracontrattuale)
- della Legge Gelli-Bianco n. 24/2017, che regola la responsabilità sanitaria
Il medico è responsabile se ha agito con:
- Imperizia (incapacità tecnica)
- Imprudenza (scelte avventate)
- Negligenza (dimenticanze, superficialità)
- Mancanza di consenso informato adeguato
Cosa deve contenere un consenso informato valido?
Un consenso informato valido deve:
- Descrivere con precisione la tecnica chirurgica
- Spiegare i rischi specifici dell’intervento
- Informare sull’esito cicatriziale atteso
- Illustrare possibili complicazioni e alternative
- Essere firmato dopo un colloquio approfondito, non solo su carta
In caso contrario, il paziente ha diritto al risarcimento anche se non c’è stato errore tecnico.
Quali danni possono essere risarciti?
- Danno biologico permanente (es. perdita sensibilità, dolori, aderenze)
- Danno estetico (aspetto peggiorato, cicatrici visibili)
- Danno morale (umiliazione, vergogna)
- Danno esistenziale (limitazione della vita sociale, intimità, sport)
- Danno patrimoniale (spese mediche, chirurgia correttiva, lavoro perso)
Quali importi si possono ottenere?
Gli importi variano in base all’entità dei danni. Alcuni casi reali:
- Bologna, 2024 – paziente con cicatrici retraenti, camminata alterata → €48.000
- Napoli, 2023 – lifting asimmetrico con infezione post-operatoria → €42.000
- Roma, 2023 – danno estetico permanente + reintervento correttivo → €56.500
- Milano, 2024 – danno psichico con depressione certificata → €61.000
Come si dimostra che l’intervento è stato eseguito male?
- Cartella clinica (fondamentale)
- Foto pre e post operatorie
- Esame obiettivo e relazioni specialistiche
- Perizia medico-legale con valutazione estetica e funzionale
- Analisi delle linee guida SICPRE e confronto con il caso
Entro quanto tempo si può agire?
- 10 anni se l’azione è contrattuale (es. contro medico libero professionista)
- 5 anni se è extra-contrattuale (es. contro struttura sanitaria)
- Se il danno emerge dopo mesi/anni, il termine decorre dalla scoperta
Cosa fare immediatamente dopo un lifting mal riuscito?
- Fotografare i danni estetici
- Richiedere copia della cartella clinica
- Evitare interventi correttivi immediati senza perizia
- Rivolgersi a medico legale e avvocato specializzato
- Richiedere una CTP (consulenza tecnica di parte)
Chi può essere ritenuto responsabile?
- Il chirurgo plastico, se ha agito con imperizia o senza consenso valido
- La clinica o struttura, se c’è un contratto o responsabilità organizzativa
- In casi gravi, si può agire anche penalmente per lesioni colpose
Cosa succede se l’intervento è stato fatto all’estero?
La paziente può agire in Italia se:
- La clinica ha pubblicità o sede in Italia
- Il contratto è stato concluso online da territorio italiano
- Il danno si è manifestato in Italia
In altri casi, serve azione internazionale con un avvocato specializzato in diritto UE.
Perché affidarsi agli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità?
Perché il lifting delle cosce mal riuscito non è solo un intervento estetico sbagliato, ma spesso un trauma psicologico e funzionale. Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità sono competenti nella responsabilità medico-estetica, e affrontano ogni aspetto con rigore e metodo.
Lo studio:
- Lavora con medici legali specializzati in chirurgia plastica ricostruttiva
- Redige perizie di parte complete, confrontando il caso con le linee guida SICPRE
- Valuta ogni profilo di danno: fisico, estetico, psicologico, patrimoniale
- Interviene subito, anche per bloccare la prescrizione e impedire la perdita di prove
- Gestisce tutte le fasi: trattativa stragiudiziale, mediazione, causa in tribunale
Non tutti gli avvocati sanno difendere in modo efficace i danni da chirurgia estetica. Serve chi conosce i protocolli medici, le tecniche operatorie, i criteri medico-legali.
Se il tuo corpo è stato danneggiato, se il tuo volto, le tue gambe o la tua vita sono stati alterati da un intervento estetico fallito, devi sapere che puoi ottenere giustizia.
Non accettare l’errore. Fatti ascoltare, tutelare, risarcire.
Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità sono pronti ad accompagnarti, passo dopo passo, nella strada che ti porterà non solo a un risarcimento economico, ma al recupero della tua dignità personale.
Qui di seguito tutti i riferimenti del nostro Studio Legale specializzato in risarcimento danni da errori medici: