Introduzione
Durante un parto operativo, sia vaginale che cesareo, può accadere che i legamenti uterini vengano lesionati. Questi legamenti – sospensori, rotondi, uterosacrali e cardinali – sono fondamentali per mantenere l’utero in posizione, sostenerlo durante la gravidanza e proteggerlo da eccessiva mobilità. Una loro lacerazione o rottura può provocare dolore pelvico cronico, prolasso uterino, infertilità secondaria e necessità di interventi ricostruttivi.
La legge italiana riconosce la responsabilità medica quando queste lesioni derivano da manovre ostetriche scorrette, uso improprio di strumenti (forcipe, ventosa), o interventi chirurgici condotti con imperizia. Purtroppo, si tratta di un danno spesso sottovalutato o diagnosticato tardi, con conseguenze che si manifestano mesi o anni dopo il parto.

Secondo i dati raccolti nel 2024 da AOGOI e SIMG, oltre il 15% dei parti operativi vaginali complicati ha mostrato lesioni ai legamenti uterini o strutture pelviche di supporto non riconosciute subito. In oltre il 40% di questi casi, le donne hanno sviluppato dolore cronico o sintomi invalidanti entro un anno.
Questo articolo risponde alle domande fondamentali su quando la lesione dei legamenti uterini è imputabile a errore medico, quali sono i danni risarcibili, cosa dicono le leggi, e come agire attraverso gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.
Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.
Quali sono le cause più frequenti degli errori e delle complicanze in caso di lesione dei legamenti uterini durante il parto?
I legamenti uterini, tra cui i legamenti rotondi, larghi e utero-sacrali, svolgono un ruolo cruciale nel mantenere la posizione dell’utero nella pelvi femminile. Durante il parto, soprattutto in presenza di complicazioni o interventi operativi, questi legamenti possono essere soggetti a stress eccessivo, aumentando il rischio di lesioni. Tali lesioni possono avere conseguenze significative sulla salute della donna, sia nel breve che nel lungo termine.
Una delle principali cause di lesione dei legamenti uterini è l’uso improprio o eccessivo di strumenti durante il parto operativo, come il forcipe o la ventosa ostetrica. Se non utilizzati correttamente, questi strumenti possono esercitare una trazione eccessiva sull’utero, causando danni ai legamenti di supporto. Inoltre, manovre manuali aggressive o non indicate possono contribuire a tali lesioni.
La macrosomia fetale, ovvero la presenza di un feto di dimensioni superiori alla norma, rappresenta un altro fattore di rischio. In questi casi, l’utero è sottoposto a una distensione maggiore, e i legamenti possono essere stressati oltre i loro limiti fisiologici, soprattutto durante le contrazioni e la fase espulsiva del parto.
Anche il travaglio prolungato o precipitato può aumentare il rischio di lesioni ai legamenti uterini. Un travaglio troppo lungo può causare affaticamento eccessivo dei tessuti di supporto, mentre un travaglio troppo rapido può non dare il tempo necessario ai tessuti di adattarsi alle modifiche richieste dal passaggio del feto.
Dal punto di vista clinico, le lesioni dei legamenti uterini possono manifestarsi con dolore pelvico persistente, sensazione di peso o pressione nella pelvi, dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali) e, in alcuni casi, prolasso uterino. Questi sintomi possono compromettere significativamente la qualità della vita della donna e richiedere interventi terapeutici specifici.
La diagnosi di lesione dei legamenti uterini si basa su un’attenta valutazione clinica, supportata da esami strumentali come l’ecografia transvaginale o la risonanza magnetica pelvica. In alcuni casi, può essere necessaria una valutazione laparoscopica per confermare la diagnosi e pianificare un eventuale intervento chirurgico.
Il trattamento delle lesioni dei legamenti uterini dipende dalla gravità della lesione e dai sintomi presenti. In molti casi, la fisioterapia del pavimento pelvico può essere efficace nel migliorare i sintomi e rafforzare i muscoli di supporto. Tuttavia, in presenza di lesioni gravi o prolasso significativo, può essere indicato un intervento chirurgico per riparare o rinforzare i legamenti danneggiati.
Dal punto di vista medico-legale, le lesioni dei legamenti uterini durante il parto possono essere considerate eventi evitabili, soprattutto se derivano da manovre inappropriate o dall’uso scorretto di strumenti ostetrici. In questi casi, è fondamentale valutare se l’assistenza prestata durante il parto sia stata conforme alle linee guida e agli standard di cura, e se siano state adottate tutte le precauzioni necessarie per prevenire tali lesioni.
Il risarcimento per danni derivanti da lesioni dei legamenti uterini può essere significativo, considerando l’impatto sulla salute fisica e psicologica della donna, nonché le eventuali conseguenze sulla sua vita sessuale e riproduttiva. È pertanto essenziale che le strutture sanitarie adottino protocolli rigorosi per la gestione del parto e la prevenzione delle complicanze associate.
In conclusione, le lesioni dei legamenti uterini durante il parto rappresentano una complicanza seria, ma spesso prevenibile. Una gestione attenta e competente del travaglio e del parto, l’uso appropriato degli strumenti ostetrici e una valutazione accurata dei fattori di rischio possono ridurre significativamente l’incidenza di tali lesioni e garantire un’esperienza di parto sicura per la madre.
Quando si configura la responsabilità medica per lesione dei legamenti uterini durante il parto operativo?
La responsabilità medica per lesione dei legamenti uterini durante il parto operativo si configura ogni volta che, nel corso di manovre ostetriche o chirurgiche, si verifica una lacerazione o un danno ai legamenti che sostengono l’utero, compromettendo la stabilità dell’organo e causando dolore, emorragie o altre complicanze. Questi legamenti, come il legamento largo, il legamento rotondo e il legamento uterosacrale, svolgono un ruolo cruciale nel mantenere l’utero nella sua posizione anatomica corretta. La loro integrità è fondamentale per il benessere della donna, sia durante il parto che nel periodo post-partum.
Le lesioni ai legamenti uterini possono verificarsi durante parti operativi, come l’uso del forcipe o della ventosa, o durante tagli cesarei, soprattutto se eseguiti in condizioni di emergenza o con tecnica inadeguata. Manovre eccessivamente aggressive, una scarsa conoscenza dell’anatomia pelvica o l’uso improprio degli strumenti possono aumentare il rischio di tali lesioni. È essenziale che l’équipe medica sia adeguatamente preparata e segua le linee guida per minimizzare i rischi associati a queste procedure.
Le conseguenze di una lesione ai legamenti uterini possono essere significative. Oltre al dolore acuto e all’emorragia immediata, la donna può sperimentare instabilità pelvica, prolasso uterino, disfunzioni sessuali e problemi urinari o intestinali. Queste complicanze possono avere un impatto duraturo sulla qualità della vita della paziente, richiedendo interventi chirurgici correttivi o terapie a lungo termine.
Dal punto di vista medico-legale, la responsabilità si configura quando la lesione è attribuibile a una condotta negligente, imprudente o imperita da parte del personale sanitario. La documentazione clinica, comprese le note operatorie e i referti post-operatori, è fondamentale per determinare se le procedure sono state eseguite correttamente e se sono state adottate tutte le precauzioni necessarie per evitare danni ai legamenti uterini.
Il risarcimento per lesioni ai legamenti uterini varia in base alla gravità delle conseguenze subite dalla paziente. Nei casi più gravi, in cui la donna ha subito danni permanenti o ha necessitato di interventi chirurgici aggiuntivi, il risarcimento può essere significativo. È importante che la paziente raccolga tutta la documentazione medica pertinente e si consulti con un avvocato specializzato in malasanità per valutare la possibilità di intraprendere un’azione legale.
In conclusione, la responsabilità medica per lesione dei legamenti uterini durante il parto operativo si configura quando l’evento lesivo è il risultato di una condotta inadeguata da parte del personale sanitario. La prevenzione di tali lesioni richiede una formazione adeguata, il rispetto delle linee guida e una comunicazione efficace all’interno dell’équipe medica. Quando si verificano, è fondamentale che la paziente riceva un’assistenza tempestiva e adeguata per mitigare le conseguenze e che, se necessario, possa accedere a un risarcimento equo per i danni subiti.
Quando la lesione diventa responsabilità del medico?
La responsabilità si configura quando:
- non sono state rispettate le linee guida ostetriche (SIGO, OMS, WHO),
- si è proceduto con un parto operativo senza indicazioni cliniche reali,
- sono state applicate manovre eccessive o mal indirizzate,
- si è eseguito un taglio cesareo senza pianificazione preoperatoria o studio della pelvi,
- non sono stati effettuati controlli ecografici o post-partum adeguati.
Quali sono i sintomi post-parto di una lesione ai legamenti uterini?
- Dolore pelvico persistente o irradiato,
- instabilità dell’utero con prolasso,
- sensazione di peso o “caduta” nella pelvi,
- rapporti sessuali dolorosi (dispareunia),
- alterazioni della fertilità o insuccessi di impianto,
- incontinenza urinaria o intestinale.
È possibile subire un danno permanente?
Sì. I danni permanenti includono:
- infertilità secondaria,
- prolasso uterino irreversibile (necessità di isterectomia),
- lesione combinata dei legamenti e del plesso nervoso pelvico,
- dolore cronico pelvico neuropatico (curabile solo parzialmente),
- alterazione della sessualità, della postura e della funzione intestinale.
Cosa prevede la legge?
La responsabilità medica è fondata su:
- Art. 1218 c.c. – obbligo della struttura sanitaria di garantire una prestazione diligente,
- Art. 2043 c.c. – risarcimento per fatto illecito (errore, imperizia, negligenza),
- Legge Gelli-Bianco n. 24/2017 – obbligo per il medico di seguire le linee guida accreditate,
- Art. 590 c.p. – lesioni personali colpose gravi o gravissime.
Quali danni si possono risarcire?
- Danno biologico permanente: invalidità, dolori cronici, infertilità, disfunzioni motorie,
- Danno estetico (posture alterate, addome sporgente),
- Danno esistenziale: compromissione vita relazionale, sessuale e lavorativa,
- Danno morale: sofferenza psichica, stress, disturbo post-traumatico da parto,
- Danno patrimoniale: cure, terapie, procreazione medicalmente assistita (PMA), interventi chirurgici.
Quali sono esempi concreti di risarcimento?
- Roma, 2024: parto operativo con forcipe. Lesione dei legamenti uterosacrali, dolore cronico e infertilità. Risarcimento: €890.000.
- Torino, 2023: manovra di rotazione in travaglio complicato. Lacerazione legamento rotondo e danno funzionale. Risarcimento: €740.000.
- Firenze, 2022: cesareo d’urgenza su utero retroverso. Traumi multipli al supporto uterino. Risarcimento: €950.000.
Come si dimostra l’errore medico?
Attraverso:
- acquisizione della cartella clinica e delle note operatorie,
- valutazione peritale con ginecologo forense e medico legale,
- verifica dei protocolli violati (es. uso del forcipe senza indicazione),
- esame ecografico, RMN e documentazione clinica post-partum,
- confronto tra condotta tenuta e quella raccomandata dalle linee guida.
Qual è la procedura per chiedere il risarcimento?
- Richiesta documentazione medica completa del parto e della degenza.
- Perizia tecnico-legale e ginecologica.
- Calcolo dei danni biologici, morali, esistenziali e patrimoniali.
- Avvio della mediazione obbligatoria.
- Causa civile e, se vi sono profili penali, anche penale.
Quali sono i termini di prescrizione?
- 10 anni contro la struttura sanitaria (responsabilità contrattuale),
- 5 anni contro il medico (extracontrattuale),
- 6 anni per lesioni gravi (penale),
- La decorrenza parte dal momento della scoperta del danno (es. diagnosi RMN di lesione legamentosa, infertilità secondaria, dolore neuropatico invalidante).
Perché affidarsi agli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità?
Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità sono specializzati nei danni ostetrici e ginecologici, con particolare competenza nei casi di:
- lesione dei legamenti uterini in parto operativo o cesareo,
- dolore cronico pelvico post-parto,
- invalidità da prolasso uterino non riconosciuto in tempo,
- interventi chirurgici ricostruttivi o isterectomie non necessarie.
Il team agisce con:
- medici legali e ginecologi forensi di alto profilo,
- specialisti in radiologia, urologia e terapia del dolore,
- esperti di danno estetico, funzionale e neuropsichico,
- valutatori economici per danni futuri e vitalizi.
La nascita di un figlio non deve mai trasformarsi in una causa di dolore permanente per la madre. Quando la responsabilità è medica, la legge restituisce dignità e futuro attraverso il risarcimento.
Qui di seguito tutti i riferimenti del nostro Studio Legale specializzato in risarcimento danni da errori medici: