Lesioni della Cornea per Errore Chirurgico e Risarcimento Danni

Introduzione

La cornea è la lente naturale trasparente dell’occhio e ha un ruolo cruciale nella messa a fuoco della luce sulla retina. È una struttura estremamente delicata e, durante qualsiasi intervento oftalmico, deve essere trattata con massima precisione e cura chirurgica. Tuttavia, in alcuni casi, proprio durante un intervento finalizzato a migliorare la vista – come PRK, LASIK, cataratta o trapianto corneale – la cornea subisce lesioni involontarie, spesso irreversibili.

Secondo i dati SOI (Società Oftalmologica Italiana) aggiornati al 2024, le complicanze corneali chirurgiche rappresentano circa il 2% di tutti gli interventi oculari. Tra queste, il 40% sono legate a errori tecnici intraoperatori, come tagli profondi, ustioni da laser, manipolazione impropria degli strumenti o uso scorretto del microcheratomo.

Quando la cornea viene danneggiata a causa di un errore evitabile, il paziente ha diritto a un pieno risarcimento per il danno subito.

Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.

Cos’è una lesione corneale da errore chirurgico?

Si tratta di un danno involontario alla struttura della cornea durante un intervento oculistico, causato da:

  • tagli troppo profondi,
  • perforazioni,
  • ustioni da laser mal gestito,
  • flap irregolare o incompleto in chirurgia LASIK,
  • abrasioni o ulcerazioni,
  • infezioni post-operatorie per scarsa sterilità.

In quali interventi può avvenire?

Le lesioni corneali possono verificarsi in:

  • chirurgia refrattiva PRK o LASIK,
  • chirurgia della cataratta,
  • trapianto corneale (cheratoplastica),
  • interventi con impianto di lenti ICL,
  • chirurgia vitreo-retinica con accesso anteriore,
  • correzione di astigmatismi con laser o bisturi arcuati.

Quali sono le cause più frequenti degli errori e delle complicanze in caso di lesioni della cornea per errore chirurgico?

La cornea è una delle strutture più delicate e fondamentali dell’occhio umano. Trasparente, avascolare e sottilissima, rappresenta la prima lente naturale del sistema visivo e gioca un ruolo cruciale nella messa a fuoco delle immagini sulla retina. Proprio per la sua complessità anatomica e funzione ottica, qualsiasi danno chirurgico alla cornea può avere conseguenze devastanti sulla qualità visiva del paziente. In contesti operatori, la cornea è spesso coinvolta in maniera diretta o indiretta: sia durante interventi mirati alla cornea stessa, come la chirurgia refrattiva, sia durante procedure su altri distretti oculari, come la cataratta, il glaucoma o le vitrectomie. Quando il danno è provocato da un errore umano evitabile, si configura un evento sentito come particolarmente ingiusto, oltre che clinicamente grave.

Una delle principali cause di lesione iatrogena della cornea è l’errata incisione durante interventi chirurgici anteriori. Nella chirurgia della cataratta, per esempio, l’accesso alla camera anteriore avviene attraverso una piccola incisione corneale o corneo-sclerale. Se la lama viene introdotta in modo errato, troppo inclinata o con eccessiva pressione, può causare una frattura della lamella corneale, un taglio eccessivo, una lacerazione della Descemet o una rottura del tunnel d’accesso. In casi simili, la trasparenza corneale può risultare compromessa in modo permanente, con la comparsa di opacità, astigmatismo irregolare o, nei casi peggiori, edema stromale cronico.

Altre volte, la lesione si verifica durante la manipolazione degli strumenti all’interno dell’occhio. Se il chirurgo non mantiene il campo operatorio ben idratato o se utilizza strumenti taglienti senza sufficiente controllo, la punta può sfiorare o colpire la parete interna della cornea. In chirurgia refrattiva, soprattutto nella LASIK o nella PRK, un errore nella creazione del flap, nell’abrasione dell’epitelio o nell’ablazione del tessuto stromale può alterare in modo irreversibile la curvatura corneale, inducendo aberrazioni ottiche, astigmatismo irregolare o ectasia. Una centratura imperfetta del laser o una decapitazione irregolare del flap può generare asimmetrie di difficile correzione.

La superficie corneale può essere danneggiata anche in modo indiretto, come avviene quando viene trascurata la protezione della cornea durante procedure prolungate sotto anestesia generale o locale. La mancata lubrificazione, l’esposizione alla luce intensa del microscopio operatorio o la pressione eccessiva del blefarostato possono provocare abrasioni epiteliali che, se infette, evolvono in ulcere. Anche un semplice contatto involontario con un ago, una cannula o un manipolo può causare un danno meccanico. Se la lesione non viene riconosciuta e trattata subito, può svilupparsi una cheratopatia da esposizione o una complicanza infettiva secondaria.

Una complicanza temibile è rappresentata dalla perforazione corneale accidentale. Può accadere durante il tentativo di sutura di una lesione preesistente, durante un trapianto lamellare, o persino in fase di iniezione intracamerale. Una puntura troppo profonda o un’iniezione eseguita con eccessiva forza può causare un’apertura non intenzionale della cornea. Se il fluido intraoculare fuoriesce, l’occhio può collassare parzialmente, con rischio di endoftalmite, perdita dell’umor acqueo e infiammazione severa.

Un altro scenario tipico di lesione corneale è legato alla gestione post-operatoria inadeguata. In particolare dopo PRK, se il bendaggio non viene gestito correttamente o se il paziente non è seguito con attenzione, la riepitelizzazione può risultare ritardata o irregolare, con formazione di haze. Nei pazienti operati di LASIK, uno sfregamento oculare accidentale può causare lo spostamento del flap e la formazione di pieghe stromali o microstrie. Se il medico non riconosce questi segni in tempo, l’integrità ottica della cornea si compromette.

Non mancano poi gli errori derivanti da una preparazione chirurgica insufficiente. L’utilizzo di lame smussate, manipoli mal calibrati, laser mal tarati o ambienti non perfettamente sterili può aumentare il rischio di contaminazione o di tagli irregolari. Anche la mancanza di esperienza o l’assenza di supervisione nei centri di formazione può contribuire a errori gravi. In alcune situazioni, il danno deriva da un atto eseguito troppo in fretta o senza rispetto delle curve anatomiche dell’occhio, specie in pazienti con occhi piccoli, stretti o profondi, che richiederebbero una tecnica ancora più attenta e personalizzata.

Dal punto di vista medico-legale, le lesioni corneali da errore chirurgico sono spesso considerate evitabili. I periti valutano se la tecnica era adeguata, se la strumentazione era adatta al tipo di intervento, se sono state rispettate le linee guida, se il chirurgo aveva le competenze richieste e se la lesione è stata riconosciuta e trattata tempestivamente. Quando il danno risulta documentabile come conseguenza diretta di un gesto maldestro, non previsto o eseguito in modo scorretto, la responsabilità professionale risulta evidente.

Il danno risarcibile può essere molto rilevante. La cornea è responsabile di circa il 70% del potere diottrico dell’occhio: quando viene danneggiata, la vista può ridursi in modo drastico. I pazienti possono riportare astigmatismi elevati, opacità centrali, diplopia monoculare, dolore cronico, fotofobia o perfino perdita funzionale dell’occhio. Nei casi più gravi è necessario un trapianto di cornea, con rischi ulteriori e risultati incerti. La qualità della vita cambia radicalmente, così come le prospettive lavorative e personali.

Le linee guida internazionali raccomandano che ogni procedura che comporti un rischio anche minimo per la cornea venga pianificata con precisione, eseguita con strumenti adeguati, sotto visione diretta, in ambienti sterili e con personale esperto. Il paziente va informato dei rischi, monitorato nel post-operatorio, istruito su come comportarsi e rivisitato ogniqualvolta compaiano segni di ridotta acuità visiva o dolore. La cornea non perdona l’approssimazione. E ogni errore, anche minimo, si traduce in cicatrici che restano visibili, clinicamente e legalmente.

In definitiva, le cause più frequenti degli errori e delle complicanze in caso di lesioni della cornea per errore chirurgico sono: incisioni scorrette, manipolazioni maldestri, uso improprio di strumenti taglienti, danni accidentali intraoperatori, protezione inadeguata della superficie oculare, gestione post-operatoria trascurata, oppure assenza di controllo delle variabili anatomiche del paziente. Errori che si verificano in pochi secondi, ma che possono compromettere per sempre la trasparenza di una lente naturale insostituibile.

Quando si configura la responsabilità medica per lesioni della cornea da errore chirurgico?

La responsabilità medica per lesioni della cornea da errore chirurgico si configura ogni volta che, in seguito a un intervento oftalmico, un paziente subisce un danno strutturale alla cornea per via di un atto tecnico scorretto, una manovra mal eseguita, una scelta procedurale inadeguata o una gestione post-operatoria trascurata. La cornea è il primo e più trasparente dei mezzi diottrici oculari. È fragile, delicata, vitale per la nitidezza visiva. E quando viene danneggiata, le conseguenze possono essere irreversibili.

Gli interventi oftalmici che coinvolgono direttamente o indirettamente la cornea sono molti. Dalla chirurgia refrattiva (PRK, LASIK, SMILE), alla cataratta, al trapianto di cornea, fino a manovre che dovrebbero sfiorarla soltanto, come le iniezioni intravitreali o le vitrectomie. In tutti questi casi, la cornea può essere esposta a rischi se le procedure non vengono eseguite nel pieno rispetto delle regole. Tagli troppo profondi, flap disallineati, abrasioni accidentali, lesioni da strumenti, errori nel centraggio, infezioni da scarsa asepsi: ogni gesto sbagliato può lasciare un segno.

Molti pazienti raccontano di aver sentito “bruciore” o “fastidio insolito” appena dopo l’intervento. Alcuni notano una visione annebbiata che non migliora con il tempo. Altri si accorgono di aloni, visione doppia, fotofobia. Poi cominciano le visite. Qualcuno parla di “cicatrice corneale”. Qualcuno accenna a “una lieve opacità”. Ma nessuno, all’inizio, spiega davvero cosa sia successo. Solo quando la situazione non migliora, o quando si richiedono nuove analisi, emerge la verità: la cornea è stata danneggiata. Non si tratta di un normale decorso post-operatorio, ma di una lesione iatrogena. Un danno causato da chi doveva curare.

Le forme più gravi sono le perforazioni corneali accidentali, i traumi diretti con strumenti chirurgici, le ustioni da sostanze usate in modo scorretto, le opacità permanenti da infezioni non trattate in tempo. Ci sono anche lesioni più subdole, come microstrie nella LASIK che alterano la qualità visiva o degenerazioni indotte da ablazioni eccessive o da flap troppo sottili. Altri danni sono legati alla mancata gestione di un’ectasia in fase iniziale o al taglio errato durante una cheratoplastica. In tutti questi casi, il paziente si trova a convivere con un occhio che non funziona più come prima, con immagini distorte, scarsa nitidezza, necessità di ausili visivi complessi o impossibilità di tornare alla vita normale.

Dal punto di vista medico-legale, la responsabilità si configura quando l’errore era evitabile. Se la tecnica scelta non era indicata per le condizioni anatomiche del paziente, se il chirurgo ha usato uno strumento non idoneo, se il flap è stato creato in modo errato, se non sono stati eseguiti i controlli post-operatori previsti, la colpa è concreta. Anche l’omessa informazione sui rischi, o la mancata indicazione di comportamenti da evitare dopo l’intervento (come strofinarsi gli occhi, esporsi al sole, non instillare i colliri prescritti), rientrano nella sfera di responsabilità. La cornea non è un tessuto qualsiasi: è una lente naturale. E danneggiarla è come rigare il vetro di una finestra. Ma qui, quella finestra è l’occhio umano.

Il danno da lesione corneale può essere molto impattante. Anche una piccola opacità può ridurre la qualità visiva in modo significativo. Alcuni pazienti devono ricorrere a lenti a contatto speciali, altri sono costretti a un trapianto. Nei casi più gravi, si arriva a una riduzione permanente dell’acuità visiva, con percentuali di invalidità che superano il 25–30%, specie se l’occhio era dominante o se il danno è bilaterale. Il risarcimento comprende il danno biologico, ma anche quello morale, esistenziale, lavorativo. I pazienti spesso cambiano abitudini, lavoro, rinunciano alla guida, evitano la luce forte, vivono con la costante sensazione di “non vedere bene mai più”.

Il termine per agire è di cinque anni dalla scoperta del danno, oppure dieci se si agisce contro una struttura pubblica. È fondamentale conservare ogni documento utile: esami pre-operatori (topografie, pachimetrie, refrazione), cartella clinica, relazione operatoria, immagini post-operatorie, consulenze specialistiche, prescrizioni e fotografie oculistiche. Una perizia medico-legale potrà chiarire se la tecnica era corretta, se il danno era evitabile, se le linee guida sono state rispettate.

Per il medico, ogni intervento sull’occhio richiede rispetto, calma, precisione assoluta. Un piccolo errore nella profondità di un taglio, una pressione fuori luogo, un laser mal calibrato, possono rovinare per sempre la trasparenza della cornea. E la trasparenza, una volta persa, difficilmente si recupera. Quando la luce non entra più perché la finestra è stata lesionata da una mano frettolosa, non è una sfortuna: è una responsabilità.

In conclusione, la responsabilità medica per lesioni corneali da errore chirurgico si configura ogni volta che la medicina ha inciso dove non doveva, ha spinto troppo, ha bruciato invece di curare. La vista è un patrimonio fragile. E chi la tocca con leggerezza, rischia di distruggerla. Con un gesto di pochi secondi. Con una decisione presa senza ascoltare. Con uno strumento maneggiato senza rispetto. Ma a pagarne il prezzo, per tutta la vita, è chi quell’occhio lo portava con sé ogni giorno. E che ora non vede più il mondo allo stesso modo.

Quali leggi tutelano il paziente?

Il danno alla cornea causato da errore chirurgico è tutelato da:

  • Art. 1218 c.c. – responsabilità contrattuale della struttura sanitaria,
  • Art. 2043 c.c. – responsabilità extracontrattuale del medico,
  • Legge Gelli-Bianco (n. 24/2017) – obbligo di seguire le buone pratiche e linee guida,
  • Art. 590 c.p. – lesioni colpose, aggravate in caso di danno alla vista,
  • Legge 219/2017 – diritto a un consenso informato consapevole, specifico e completo.

Quali danni possono essere risarciti?

  • Danno biologico permanente (visione ridotta, cicatrici corneali, dolore),
  • Danno estetico (occhio opaco, strabismo secondario),
  • Danno morale (angoscia, frustrazione, depressione),
  • Danno esistenziale (limitazione nella vita autonoma, lavorativa e sociale),
  • Danno patrimoniale (costi per trapianti, farmaci, ausili, perdita lavorativa).

Quali sono esempi concreti di risarcimento?

  • Milano, 2024: LASIK con flap decentrato e danno stromale. Visus ridotto e dolore cronico. Risarcimento: €1.200.000.
  • Torino, 2023: intervento di cataratta con ustione corneale da lampada chirurgica. Cecità parziale. Risarcimento: €1.050.000.
  • Bologna, 2022: PRK in paziente con cornea sottile non diagnosticata. Ectasia e necessità di cheratoplastica. Risarcimento: €1.300.000.

Come si dimostra l’errore?

Serve:

  • Cartella clinica operatoria e pre-operatoria,
  • Referti post-operatori e OCT corneali,
  • Report del laser e parametri utilizzati,
  • Perizia medico-legale oftalmologica,
  • Valutazione di scostamento dalle linee guida SOI, AAO, ESCRS.

Qual è la procedura per ottenere il risarcimento?

  1. Richiesta formale della documentazione sanitaria,
  2. Consulenza legale e medico-legale con esperti in chirurgia oculistica,
  3. Valutazione del danno biologico, estetico, morale e patrimoniale,
  4. Tentativo di mediazione obbligatoria,
  5. In caso di esito negativo: azione giudiziaria civile (e, se necessario, penale).

Quali sono i tempi per agire?

  • 10 anni per responsabilità contrattuale (struttura sanitaria),
  • 5 anni per responsabilità extracontrattuale (chirurgo),
  • 6 anni per lesioni colpose (fino a 12 in caso di aggravanti),
  • Decorrenza: dal momento in cui il paziente scopre il danno e lo collega alla causa chirurgica.

Perché affidarsi agli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità?

Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità sono specializzati nei danni corneali da errore chirurgico, e si occupano di:

  • flap errati o irregolari in LASIK,
  • ustioni o abrasioni da strumenti chirurgici,
  • danni strutturali non diagnosticati o mal gestiti,
  • infezioni o rigetti post-intervento causati da negligenza,
  • omessa informazione e mancanza di controlli post-operatori.

Il team opera con:

  • oculisti forensi e chirurghi oftalmologi esperti in contenziosi,
  • medici legali con competenza in danno visivo permanente,
  • psicologi e neuropsichiatri per danni esistenziali,
  • attuariali forensi per stimare la perdita economica e di qualità della vita.

Quando la precisione chirurgica viene meno e la vista viene danneggiata per sempre, il diritto deve intervenire per ripristinare ciò che la medicina ha tolto: tutela, dignità e giustizia.

Qui di seguito tutti i riferimenti del nostro Studio Legale specializzato in risarcimento danni da errori medici:

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