Introduzione: cosa rischia un paziente quando le convulsioni vengono ignorate?
Le convulsioni non sono mai un sintomo da sottovalutare. Possono essere il segnale d’esordio di gravi patologie neurologiche: epilessia, encefaliti, emorragie cerebrali, tumori, malformazioni congenite, infezioni del sistema nervoso centrale. La risposta medica deve essere immediata, accurata e supportata da indagini neurologiche approfondite.
Quando un paziente – bambino o adulto – si presenta con convulsioni, è obbligo del medico attivare il protocollo diagnostico neurologico. L’omissione di esami fondamentali (TAC, RMN, EEG, puntura lombare, emocromi) può determinare un danno clinico grave, permanente o addirittura letale.

In troppi casi, la prima crisi convulsiva viene banalizzata. Il paziente viene trattato con sedativi, rimandato a casa, o trasferito senza diagnosi. Ogni errore diagnostico in questo contesto può avere conseguenze irreversibili.
La legge italiana prevede precise responsabilità in caso di negligenza sanitaria. Se l’omissione di esami neurologici ha causato un danno al paziente, sussiste il diritto al risarcimento danni da malasanità.
In questo articolo affrontiamo con chiarezza:
- Cosa sono le convulsioni e quando sono un campanello d’allarme
- Quali esami neurologici devono essere eseguiti
- Quando l’omissione diagnostica diventa errore medico
- Quali danni si possono risarcire
- Come si dimostra la colpa
- E come gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità possono ottenere giustizia per il paziente e la sua famiglia
Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.
Cosa sono le convulsioni e quando devono preoccupare?
Le convulsioni sono scariche elettriche anomale nel cervello che causano perdita di coscienza, tremori, irrigidimento, alterazioni comportamentali, respiratorie o visive.
Sono sempre un segnale d’allarme, soprattutto:
- Se compaiono per la prima volta
- Se si verificano in adulti
- Se durano più di 5 minuti (stato epilettico)
- Se si associano a febbre, trauma, infezioni, alterazione dello stato di coscienza
Quali sono le cause più frequenti da escludere con urgenza?
- Epilessia
- Trauma cranico
- Ictus ischemico o emorragico
- Meningite o encefalite
- Tumori cerebrali
- Disturbi metabolici (ipoglicemia, iponatriemia)
- Malformazioni congenite o lesioni post-ipossiche
Ogni causa non riconosciuta in tempo può evolvere rapidamente verso danni neurologici permanenti.
Quali esami neurologici sono obbligatori in presenza di convulsioni?
- TC encefalo o RMN cranio
- EEG (elettroencefalogramma)
- Emogas analisi ed esami ematochimici completi
- Puntura lombare (in caso di febbre o sospetta infezione)
- Monitoraggio neurologico e osservazione clinica per almeno 24-48 ore
La dimissione senza esami in presenza di crisi convulsiva è una violazione dei protocolli clinici.
Quando l’omissione diagnostica è un errore medico?
- Quando il medico non attiva la consulenza neurologica
- Quando non richiede esami strumentali per escludere cause organiche
- Quando sottovaluta la gravità del sintomo, trattandolo come evento isolato
- Quando il paziente viene dimesso o trasferito senza diagnosi certa
La responsabilità nasce dalla negligenza e dal mancato rispetto delle linee guida neurologiche.
Quali sono le cause più frequenti degli errori e delle complicanze in caso di omissione di esami neurologici in presenza di convulsioni?
Una crisi convulsiva, specie se improvvisa e non preceduta da storia epilettica nota, è un campanello d’allarme clinico che dovrebbe sempre attivare un percorso diagnostico approfondito. Quando ciò non accade, e gli esami neurologici vengono omessi o rinviati senza una giustificazione solida, si entra in un territorio medico estremamente pericoloso. Perché dietro una crisi convulsiva può nascondersi qualsiasi cosa: una lesione cerebrale, una meningite, un’emorragia, un tumore, un’encefalopatia metabolica, un’infezione sistemica, un deficit elettrolitico severo.
L’errore più comune inizia al momento della prima valutazione. Il paziente arriva in pronto soccorso dopo una crisi convulsiva, viene trovato vigile, confuso o assonnato, con parametri vitali normali. Spesso il personale sanitario si limita ad attribuire l’episodio a “convulsione febbrile”, a “stress”, o a una “crisi isolata di natura sconosciuta”. In molti casi, dopo l’osservazione di qualche ora, il paziente viene dimesso senza effettuare esami neurologici di base, come l’elettroencefalogramma o una TAC cerebrale. Si perde così il momento cruciale per individuare l’origine della crisi.
Una delle giustificazioni più frequenti di questa condotta è l’assenza di recidive immediate. Ma una crisi unica non è mai da considerarsi banale. L’assenza di precedenti o l’apparente recupero post-ictale non giustificano l’omissione di indagini, soprattutto in pazienti adulti, anziani o nei bambini al di sotto dell’anno di età. Ogni crisi è, di per sé, un sintomo neurologico maggiore. Ignorarlo significa esporsi al rischio di lasciar evolvere una patologia grave senza controllo.
Un’altra causa frequente dell’omissione è legata alla superficialità nel raccogliere l’anamnesi e nel valutare i contesti clinici. Alcuni pazienti presentano sintomi associati che, se correttamente interpretati, potrebbero orientare verso una patologia centrale: cefalea insistente, alterazioni della coscienza, vomito a getto, febbre, rigidità nucale, emiparesi, alterazioni del linguaggio o della vista. Ma se questi segnali non vengono rilevati o se si dà per scontato che siano normali nel post-critico, il rischio è quello di sorvolare sul quadro neurologico.
La carenza di risorse o la pressione organizzativa nei reparti di emergenza gioca spesso un ruolo determinante. In alcune realtà ospedaliere, l’accesso agli esami neurologici è vincolato alla disponibilità di specialisti, apparecchiature o turni di radiologia. Se la TAC o l’EEG non sono immediatamente eseguibili, si rimanda. E nella medicina d’urgenza, ciò che si rimanda diventa facilmente ciò che si dimentica.
In alcuni casi, l’omissione è frutto di un pregiudizio clinico. Il paziente con problemi psichiatrici, l’alcolista, il tossicodipendente o il soggetto già noto per “disturbi comportamentali” viene considerato meno meritevole di approfondimenti, perché si presume che la crisi sia legata a un abuso, a una crisi isterica o a un contesto borderline. Questo errore di giudizio è tra i più gravi, perché normalizza l’evento in soggetti fragili che, invece, potrebbero essere proprio quelli più a rischio di patologie neurologiche sottostanti.
Le conseguenze dell’omissione diagnostica possono essere devastanti. Una lesione cerebrale espansiva non individuata può continuare a crescere. Un’emorragia cerebrale può peggiorare e causare un secondo evento letale. Un’infezione come la meningite può evolvere rapidamente in encefalopatia e morte. Una crisi metabolica non trattata può causare danni irreversibili. E in tutti questi casi, l’esame neurologico avrebbe fatto la differenza tra diagnosi precoce e tragedia.
Dal punto di vista medico-legale, l’omissione di esami neurologici in presenza di convulsioni rappresenta una grave negligenza diagnostica. I protocolli e le linee guida internazionali indicano chiaramente che ogni crisi convulsiva, specie se non riconducibile a una diagnosi già nota, richiede almeno un EEG, un esame di neuroimaging e, a seconda dei casi, ulteriori approfondimenti ematochimici o liquorali. Se il medico omette questi accertamenti senza motivazione scritta, senza un piano di follow-up chiaro, e il paziente subisce un danno, la responsabilità è concreta.
Le famiglie si trovano spesso in situazioni drammatiche: un parente che ha avuto una “semplice crisi” dimesso con leggerezza, e pochi giorni dopo in coma o deceduto per cause che avrebbero potuto essere riconosciute al primo accesso. La sensazione di abbandono è forte, perché la crisi era lì, evidente, eppure non ha attivato l’attenzione dovuta.
Prevenire questo tipo di errore è possibile. Serve una cultura clinica che non banalizzi mai una crisi convulsiva, che non si fermi alla superficie. Serve maggiore integrazione tra pronto soccorso, neurologia, radiologia e medicina interna. Serve, infine, il coraggio di fermarsi, approfondire, sospettare. Perché una crisi può essere l’unico segnale che il cervello dà prima di cedere.
Quando si configura la responsabilità medica per omissione di esami neurologici in presenza di convulsioni?
La responsabilità medica per omissione di esami neurologici in presenza di convulsioni si configura quando un paziente manifesta episodi convulsivi e il personale sanitario non attiva tempestivamente il percorso diagnostico necessario per identificarne le cause, sottovalutando il quadro clinico e ritardando così una diagnosi potenzialmente salvavita. Le convulsioni non sono mai un sintomo da banalizzare. Possono essere il segnale di una patologia neurologica acuta, di un’infezione, di una lesione cerebrale, di un disturbo metabolico, oppure il primo campanello d’allarme di epilessia. Ignorarle, o trattarle come un episodio isolato senza indagarne l’origine, è un errore che può avere conseguenze irreversibili.
In ambito medico, quando un paziente – adulto o bambino – si presenta con perdita di coscienza, movimenti tonico-clonici, alterazioni dello stato mentale o crisi focali, la prassi impone una valutazione neurologica completa. Ciò include esami strumentali come l’elettroencefalogramma (EEG), la TAC o la risonanza magnetica cerebrale, e un’attenta anamnesi per ricostruire la dinamica dell’evento e i possibili fattori scatenanti. Se questi accertamenti vengono omessi, e il paziente viene dimesso o trattato sintomaticamente, il rischio è di lasciare una patologia evolutiva – come una neoplasia, una encefalite, un’emorragia subaracnoidea – non diagnosticata.
La responsabilità emerge con forza quando, dopo la crisi iniziale non indagata, il paziente torna con un aggravamento: nuove crisi, alterazioni cognitive, coma, danni neurologici permanenti o morte. In questi casi, la colpa non sta solo nel non aver trovato la causa, ma nel non averla cercata. E la condotta omissiva va valutata alla luce delle linee guida internazionali, che raccomandano sempre l’approfondimento neurologico dopo una prima crisi convulsiva, soprattutto se non chiaramente febbrile o se presente in età adulta.
L’errore si aggrava se il paziente appartiene a categorie fragili – neonati, bambini piccoli, anziani, pazienti oncologici o immunodepressi – nei quali la soglia di attenzione deve essere ancora più alta. Spesso, nei casi giudiziari, emerge che la crisi è stata attribuita a cause non confermate (stress, ansia, febbre, ipoglicemia) senza eseguire nemmeno gli esami di base. La cartella clinica si riduce a una descrizione sommaria, senza tracciati EEG, senza consulto neurologico, senza indicazioni per il follow-up. In queste circostanze, la responsabilità non è discutibile.
Giuridicamente, l’omissione diagnostica rappresenta una violazione dell’obbligo di diligenza e perizia previsto per la professione medica. Se viene dimostrato che un medico competente, trovandosi nelle stesse condizioni, avrebbe eseguito accertamenti neurologici e potenzialmente evitato il danno successivo, il nesso causale tra l’omissione e il danno è evidente. E ciò comporta il diritto del paziente – o dei suoi familiari – a un risarcimento.
Il danno risarcibile può essere molto ampio: danno biologico da lesioni cerebrali permanenti, danno da perdita di autonomia, danno morale e psicologico, danno patrimoniale per le spese di assistenza e cure. Nei casi più gravi, quando la crisi non diagnosticata sfocia in coma o decesso, il risarcimento coinvolge anche i parenti più stretti per la perdita ingiusta subita. E in tutte queste situazioni, il punto di partenza è sempre lo stesso: un’occasione persa per fare diagnosi.
Anche il consenso informato non salva il medico da una condotta omissiva. Il paziente ha il diritto di essere informato dei rischi legati alla mancata esecuzione degli esami neurologici. Se questo non accade, o se viene rassicurato con superficialità, l’informazione è viziata, e la responsabilità si aggrava. Perché un paziente non può scegliere consapevolmente di ignorare una minaccia se non gli viene spiegata.
In conclusione, la responsabilità medica per omissione di esami neurologici in presenza di convulsioni è tra le più gravi, perché trascura un sintomo che può nascondere il peggio. E se il peggio arriva, e poteva essere evitato, la giustizia deve intervenire. Non solo per risarcire un danno, ma per affermare un principio: che il tempo della diagnosi è parte integrante della cura. E che ogni occasione mancata può trasformarsi in una colpa da riconoscere e riparare.
Quali danni può causare l’omissione di esami neurologici?
- Crisi epilettiche ricorrenti e incontrollate
- Ritardo nella diagnosi di encefalopatia
- Emorragie cerebrali non trattate
- Diagnosi tardiva di meningite, encefalite, tumori
- Coma neurologico
- Morte improvvisa per stato epilettico non gestito
Quali sono i dati clinici e legali in Italia?
Dati AGENAS e SIN (Società Italiana di Neurologia), aggiornati al 2024:
- Circa 90.000 accessi annui in PS per convulsioni
- Il 12% dei pazienti non riceve esami neurologici adeguati
- In oltre il 30% delle cause legali per danno neurologico, l’errore diagnostico è legato a omissione di accertamenti iniziali
Cosa dice la legge in caso di mancato approfondimento neurologico?
- Legge Gelli-Bianco (n. 24/2017): responsabilità della struttura anche per condotta omissiva
- Art. 2043 c.c.: risarcimento per danno ingiusto causato da comportamento colposo
- Art. 1218 c.c.: responsabilità contrattuale del personale e della struttura sanitaria
- Giurisprudenza 2022–2025: l’omissione di accertamenti diagnostici in situazioni di urgenza è colpa grave
Quali danni possono essere risarciti?
- Danno biologico permanente (lesioni cerebrali, epilessia farmacoresistente)
- Danno morale (sofferenza del paziente e dei familiari)
- Danno patrimoniale (spese mediche, terapie, assistenza continua)
- Danno esistenziale (perdita dell’autonomia, compromissione della vita personale)
- Danno da morte: risarcibile ai congiunti in caso di decesso evitabile
Esempi concreti di casi risarciti?
- Bambino di 2 anni con convulsioni febbrili dimesso senza esami: encefalite da HSV diagnosticata 2 giorni dopo, danni cerebrali. Risarcimento: 950.000 euro.
- Donna adulta con crisi tonico-clonica sottovalutata: dimessa, muore durante nuova crisi notturna. Famiglia risarcita: 790.000 euro.
- Neonato con convulsioni ignorate, nessuna neuroimaging eseguita: diagnosi tardiva di emorragia cerebrale da parto. Disabilità grave. Risarcimento: 1.400.000 euro.
Come si dimostra l’omissione degli esami neurologici?
- Cartella clinica (assenza di referti, mancate consulenze)
- Orari e modalità della dimissione
- Relazione medico-legale comparata con le linee guida SIN e LICE
- Testimonianze di familiari o infermieri
- Referti successivi che confermano la patologia inizialmente ignorata
Quali sono i tempi per agire legalmente?
- 10 anni per responsabilità contrattuale
- 5 anni per responsabilità extracontrattuale
- Decorrenza dal momento in cui il danno viene riconosciuto nella sua portata
Le competenze degli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità nei casi di omissione di esami neurologici
Quando un paziente viene colpito da danni neurologici permanenti o perde la vita per la mancata esecuzione di esami basilari, non si tratta di una fatalità. È un errore clinico grave, spesso irreparabile, ma giuridicamente riconoscibile.
Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità:
- Analizzano dettagliatamente la sequenza degli eventi clinici
- Verificano l’aderenza (o la violazione) alle linee guida neurologiche
- Collaborano con neurologi, pediatri, neuroradiologi, medici legali
- Quantificano con rigore scientifico e giuridico il danno subito
- Difendono il paziente o la famiglia in ogni sede, dalla mediazione al giudizio
Ogni pratica viene gestita con attenzione assoluta ai tempi, alle prove, ai risvolti medico-legali.
Nei casi più gravi:
- Seguiamo le azioni risarcitorie anche dopo il decesso
- Assistiamo le famiglie anche per eventuali profili penali
- Garantiamo un approccio umano, competente, risoluto
La sofferenza causata da un errore evitabile non deve rimanere impunita. Il nostro lavoro è ottenere verità, giustizia e compensazione concreta.
Affidarsi agli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità significa:
- Difesa tecnica specifica per danni neurologici
- Rappresentanza legale completa e determinata
- Supporto medico-legale multidisciplinare
- Massima dedizione per tutelare il futuro del paziente o della famiglia
Qui di seguito tutti i riferimenti del nostro Studio Legale specializzato in risarcimento danni da errori medici: