Quali sono le tabelle per il risarcimento per malasanità?

Introduzione: perché le tabelle risarcitorie sono fondamentali?

Quando si parla di malasanità, la domanda più delicata – ma anche più tecnica – è: “Quanto vale il danno che ho subito?”
Non si tratta di mettere un prezzo al dolore, ma di stabilire un parametro oggettivo, equo e riconosciuto per determinare l’entità economica del risarcimento.

Per fare questo, in Italia esistono tabelle ufficiali, elaborate dai tribunali e aggiornate regolarmente, che permettono di valutare in modo standardizzato il danno biologico, il danno morale e altri profili di pregiudizio non patrimoniale. Queste tabelle sono il riferimento principale per giudici, avvocati, medici legali e compagnie assicurative nei casi di responsabilità sanitaria.

Conoscere le tabelle risarcitorie significa capire come funziona davvero il calcolo del risarcimento. Significa anche sapere se l’offerta ricevuta è equa o sottostimata.

In questo articolo rispondiamo a domande pratiche e precise:

  • Cosa sono le tabelle risarcitorie?
  • Chi le redige e quando si applicano?
  • Qual è la differenza tra tabelle di Milano e tabelle INAIL?
  • Quali danni vengono calcolati con le tabelle?
  • Le tabelle valgono per tutti i pazienti?
  • E come utilizzano le tabelle gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità per ottenere il massimo risarcimento possibile.

Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.

Cosa sono le tabelle risarcitorie?

Le tabelle risarcitorie sono strumenti ufficiali per determinare il valore economico del danno non patrimoniale derivante da lesioni fisiche o psicologiche.
Si applicano nei casi di:

  • Danno biologico (invalidità permanente e temporanea)
  • Danno morale
  • Personalizzazione del danno in base alla vita del paziente

📌 Sono utilizzate da:

  • Tribunali civili
  • Medici legali
  • Compagnie assicurative
  • Avvocati specializzati

Quali sono le principali tabelle risarcitorie usate nei casi di malasanità con esempi

Nei casi di malasanità, la quantificazione del danno subito dal paziente — e quindi l’ammontare del risarcimento — si basa su tabelle risarcitorie, strumenti ufficiali o riconosciuti dalla giurisprudenza che assegnano un valore economico a ciascun punto percentuale di invalidità permanente e ai giorni di inabilità temporanea. Le più utilizzate sono quelle elaborate dal Tribunale di Milano, considerate il riferimento principale a livello nazionale per la liquidazione del danno non patrimoniale, ma esistono anche altre tabelle, come quelle del Tribunale di Roma o le tabelle INAIL, adottate in ambiti più limitati.

Le tabelle servono a garantire criteri uniformi e oggettivi nel calcolo del danno biologico, cioè la lesione permanente dell’integrità psicofisica del paziente, ma anche del danno temporaneo, danno morale e danno esistenziale. Ogni punto percentuale di invalidità permanente ha un valore economico che varia in funzione dell’età del danneggiato: più giovane è il paziente, maggiore sarà il valore attribuito a ciascun punto, perché più lunga sarà la durata dell’invalidità nel corso della vita.

Le Tabelle del Tribunale di Milano (aggiornate periodicamente) rappresentano oggi lo strumento più completo e preciso per il calcolo del danno non patrimoniale in ambito sanitario. Prevedono:

  • Un valore base per ciascun punto di invalidità (ad esempio, circa €3.400 per una persona di 40 anni)
  • La possibilità di personalizzazione in aumento fino al 30% in caso di gravi ripercussioni sulla qualità della vita
  • Valori economici giornalieri per ogni giorno di inabilità temporanea (es. circa €100/giorno per invalidità totale)

Facciamo un esempio pratico: se una persona di 35 anni subisce, a causa di un errore medico, un’invalidità permanente del 15%, il valore risarcitorio secondo le tabelle milanesi può essere:

  • 15 punti x €3.500 (valore medio per quella fascia d’età) = €52.500
  • Se il danno ha causato importanti conseguenze esistenziali (es. impossibilità di continuare la propria professione, limitazioni gravi alla vita sociale), si può applicare una personalizzazione del 20%€52.500 + 20% = €63.000

A questa somma si aggiungono:

  • Danno temporaneo: se il paziente è rimasto inabile al 100% per 40 giorni, riceverà 40 x €100 = €4.000
  • Spese mediche documentate (visite, esami, farmaci, fisioterapia, ecc.), ad esempio €3.000
  • Perdita di reddito o costi di assistenza: ad esempio €5.000

Totale del risarcimento: €63.000 (danno permanente) + €4.000 (temporaneo) + €3.000 (spese) + €5.000 (reddito perso) = €75.000

Le Tabelle di Roma, alternative a quelle milanesi, seguono un principio simile ma offrono valori diversi per punto e personalizzazione. Alcuni tribunali (soprattutto nel Centro Italia) le preferiscono, anche se la Corte di Cassazione ha riconosciuto le Tabelle di Milano come quelle che meglio garantiscono equità e coerenza a livello nazionale.

Le Tabelle INAIL, invece, vengono utilizzate soprattutto in ambito lavorativo o assicurativo (infortuni sul lavoro), e prevedono un risarcimento parametrato sulla capacità lavorativa, non necessariamente sulla sofferenza o sulla compromissione generale della qualità della vita. Per questo, non sono le più adatte nei casi di malasanità, dove è centrale il danno alla salute in sé e per sé, anche a prescindere dalla professione svolta.

Infine, in caso di decesso del paziente, vengono utilizzate tabelle per la liquidazione del danno da perdita del rapporto parentale, che assegnano importi orientativi ai familiari più stretti in base al tipo di legame (coniuge, figli, genitori, fratelli) e alla convivenza.

In sintesi, le principali tabelle risarcitorie usate nei casi di malasanità sono:

  • Tabelle del Tribunale di Milano: le più usate, precise, personalizzabili e adottate a livello nazionale
  • Tabelle del Tribunale di Roma: meno diffuse ma comunque riconosciute, con approccio simile
  • Tabelle INAIL: usate per infortuni sul lavoro, non ideali per i danni da malasanità
  • Tabelle per danno da perdita parentale: in caso di decesso del paziente, per risarcire i familiari

Queste tabelle sono strumenti tecnici fondamentali, ma vanno applicate da un medico legale e un avvocato esperto, che sappiano calcolare correttamente le voci di danno, tenendo conto delle condizioni specifiche del paziente e delle personalizzazioni consentite. Una stima ben motivata, basata su queste tabelle, rappresenta la base solida per ottenere un risarcimento equo e proporzionato.

Cosa valutano le tabelle nei casi di malasanità?

Nei casi di malasanità, le tabelle risarcitorie servono a quantificare in modo oggettivo ed equo il danno non patrimoniale subito dal paziente, cioè quella compromissione dell’integrità psicofisica che deriva da un errore medico, da una diagnosi sbagliata, da un intervento eseguito in modo scorretto o da qualsiasi altra condotta sanitaria dannosa. Le tabelle non stabiliscono se c’è stata malasanità (quello spetta alla perizia medico-legale), ma entrano in gioco dopo che è stata accertata la responsabilità, per stabilire quanto spetta come risarcimento.

Le tabelle più utilizzate in Italia, soprattutto nei tribunali, sono quelle elaborate dal Tribunale di Milano, che la Cassazione considera il modello più equo e coerente a livello nazionale. Esistono anche quelle del Tribunale di Roma e altri schemi locali, ma l’impostazione di base è molto simile.

Le tabelle valutano in particolare due componenti fondamentali:

  1. Il danno biologico permanente, cioè la perdita o la riduzione definitiva della capacità psico-fisica del paziente a seguito dell’errore medico. Viene espresso in punti percentuali di invalidità (da 1 a 100), assegnati sulla base di una valutazione medico-legale. Le tabelle attribuiscono un valore economico a ciascun punto, tenendo conto dell’età del danneggiato: più giovane è il paziente, maggiore sarà il valore di ogni punto, perché le conseguenze dureranno più a lungo nel tempo. Per esempio, secondo le tabelle di Milano:
    – un punto di invalidità per un paziente di 30 anni può valere circa €3.900
    – un punto per un paziente di 70 anni può valere circa €2.000
    Il totale del danno permanente si calcola moltiplicando i punti per il valore unitario, con eventuale personalizzazione in aumento fino al 30%, se il danno ha avuto un impatto particolarmente grave sulla vita quotidiana.
  2. Il danno biologico temporaneo, cioè la sofferenza e l’inabilità vissute dal paziente nel periodo che va dal momento dell’errore fino alla stabilizzazione del quadro clinico (cioè fino alla guarigione o alla definizione della lesione permanente). È calcolato in giorni di invalidità:
    – giorni di inabilità totale (100%)
    – giorni di inabilità parziale (es. 75%, 50%, 25%)
    Le tabelle attribuiscono un valore giornaliero, che per l’inabilità totale è di circa €100/giorno. Anche qui, l’importo può essere personalizzato in base alla gravità della sofferenza vissuta.

Oltre al danno biologico, le tabelle consentono di includere anche altre voci:

  • Danno morale: sofferenza interiore, ansia, umiliazione, depressione. È spesso calcolato come una percentuale (es. +25%) del danno biologico accertato.
  • Danno esistenziale: quando il danno modifica in modo grave e stabile la qualità della vita del paziente, impedendogli di svolgere attività quotidiane, sociali, relazionali. Anch’esso può essere incluso attraverso i meccanismi di personalizzazione.
  • Danno da perdita parentale: nei casi di decesso del paziente, le tabelle valutano l’importo spettante ai familiari in base al legame (coniuge, figli, genitori, fratelli), alla convivenza, all’età e all’intensità del rapporto.

Le tabelle non valutano direttamente il danno patrimoniale (spese mediche, perdita di reddito, costi per assistenza, ecc.), ma questi possono essere aggiunti separatamente, su base documentale.

In sintesi, le tabelle nei casi di malasanità valutano:

  • Il numero di punti di invalidità permanente, assegnati da un medico legale
  • Il valore economico per punto, in base all’età del danneggiato
  • I giorni di inabilità temporanea e il relativo valore per ciascun giorno
  • La personalizzazione in aumento fino al 30%, per impatto sulla qualità della vita
  • Il danno morale ed esistenziale, come incremento del danno biologico
  • Il danno da perdita del rapporto parentale, in caso di morte del paziente

Questi parametri servono a calcolare un risarcimento equo, coerente e proporzionato al danno subito, e costituiscono la base fondamentale per le richieste in sede giudiziale o per eventuali trattative extragiudiziali con le strutture sanitarie o le assicurazioni. L’applicazione corretta delle tabelle richiede sempre il supporto di un medico legale e un avvocato specializzati, capaci di valorizzare ogni voce e difendere al meglio i diritti del paziente.

Le tabelle si applicano a tutti i casi?

Sì, ma devono essere adattate al singolo paziente.
Il giudice ha il potere di personalizzare il risarcimento, aumentando l’importo se:

  • Il danno è particolarmente grave o invalidante
  • Il paziente è giovane e ha prospettive compromesse
  • Ci sono condizioni specifiche (sportivo, artista, genitore di figli piccoli)

Il risarcimento deve essere individuale, completo, motivato.

Cosa cambia tra tabelle assicurative e tabelle giudiziarie nel risarcimento per danni di malasanità?

Nel risarcimento per danni da malasanità, la differenza tra tabelle assicurative e tabelle giudiziarie è sostanziale e può incidere in modo significativo sull’importo finale riconosciuto al paziente. Entrambe servono a quantificare economicamente il danno, ma si basano su logiche diverse: le prime sono utilizzate principalmente dalle compagnie assicurative in ambito stragiudiziale o nei contratti RC auto, mentre le seconde sono adottate dai tribunali per decidere in modo equo e conforme alla giurisprudenza. Conoscere queste differenze è essenziale per capire se un’offerta di risarcimento è realmente congrua o se conviene agire in sede giudiziaria.

Le tabelle assicurative si applicano prevalentemente nei risarcimenti gestiti direttamente dalle compagnie, spesso per danni di lieve entità (come nei piccoli sinistri stradali) o in fase di trattativa extragiudiziale. In questo contesto, si fa riferimento a parametri fissati dal Codice delle Assicurazioni (articoli 138 e 139) e aggiornati periodicamente dal Ministero dello Sviluppo Economico. Queste tabelle prevedono valori fissi e ridotti per punto di invalidità permanente, limitati a lesioni comprese tra 1% e 9%, e valori standard per i giorni di inabilità temporanea. Sono pensate per gestire velocemente i risarcimenti minori e non tengono conto delle personalizzazioni qualitative o delle conseguenze sulla vita del danneggiato.

Per esempio, secondo le tabelle assicurative, un danno del 7% può valere circa €1.200 a punto, quindi complessivamente €8.400, con un piccolo margine di aumento (fino al 20%) in caso di impatto soggettivo grave. Tuttavia, questo sistema non si applica ai danni superiori al 9%, e non è pensato per casi complessi o gravi come quelli legati a malasanità. Inoltre, le compagnie tendono a utilizzare questi parametri per contenere i costi dei risarcimenti, anche in situazioni dove sarebbero giustificati importi molto più alti.

Le tabelle giudiziarie, invece, vengono elaborate da alcuni tribunali (in particolare il Tribunale di Milano, il più autorevole a livello nazionale) e si basano su criteri molto più completi e adattabili al caso concreto. Sono utilizzate dai giudici per determinare il risarcimento nei procedimenti civili, ma vengono adottate anche come riferimento autorevole nelle trattative stragiudiziali ben documentate. Le tabelle giudiziarie valutano:

  • Il valore economico di ciascun punto di invalidità permanente, variabile in base all’età del danneggiato
  • La possibilità di personalizzare il risarcimento fino al 30% o più, in caso di gravi ripercussioni esistenziali
  • Il danno temporaneo, calcolato giorno per giorno, anche in percentuali (100%, 75%, 50%, ecc.)
  • Il danno morale e danno esistenziale, con criteri integrati nella valutazione complessiva

Ad esempio, un danno del 25% in una persona di 40 anni secondo le tabelle di Milano può valere anche €90.000 – €100.000, e superare i €120.000 con personalizzazione, a fronte di valori molto più bassi secondo il criterio assicurativo.

In sintesi, le principali differenze tra tabelle assicurative e tabelle giudiziarie sono:

  • Ambito di applicazione
    Assicurative: usate dalle compagnie per danni lievi (<9%) o trattative rapide
    Giudiziarie: usate dai tribunali (e spesso anche dagli avvocati) per danni gravi o complessi
  • Valore per punto di invalidità
    Assicurative: molto più basso (circa €900–€1.300 a punto)
    Giudiziarie: più elevato (fino a €3.800–€4.000 a punto, a seconda dell’età)
  • Personalizzazione
    Assicurative: limitata (fino al 20%)
    Giudiziarie: più ampia (fino al 30% o più) per impatto esistenziale, sociale, morale
  • Estensione del danno valutabile
    Assicurative: solo invalidità 1%–9%
    Giudiziarie: qualsiasi entità, da lesioni lievi a gravissime, fino alla morte
  • Voci considerate
    Assicurative: solo danno biologico standard e inabilità temporanea
    Giudiziarie: danno biologico, morale, esistenziale, parentale, con valutazione integrata

Per questo motivo, in un caso di malasanità — spesso complesso e con conseguenze gravi o permanenti — le tabelle giudiziarie sono lo strumento più adatto, completo e favorevole al paziente. Accettare un’offerta basata su tabelle assicurative può significare ricevere un risarcimento notevolmente inferiore rispetto a quello realmente spettante. È quindi fondamentale farsi assistere da un medico legale e da un avvocato esperto, in grado di valutare correttamente il danno e applicare i criteri più adeguati per tutelare pienamente i propri diritti.

Quali altri strumenti completano le tabelle di risarcimento per malasanità?

Le tabelle di risarcimento sono strumenti fondamentali per determinare l’entità economica del danno subito in casi di malasanità, ma non bastano da sole a definire in modo completo e personalizzato il risarcimento spettante al paziente. Esistono infatti altri strumenti tecnici, giuridici e documentali che integrano e completano le tabelle, consentendo di calcolare un indennizzo più preciso, coerente con le specificità del caso e pienamente giustificato dal punto di vista medico-legale e legale. L’obiettivo finale è sempre quello di garantire al danneggiato un risarcimento integrale, che tenga conto non solo dei valori standard ma anche della realtà concreta delle conseguenze subite.

Il primo strumento indispensabile che completa le tabelle è la relazione medico-legale, redatta da un medico legale esperto in responsabilità sanitaria. Questa perizia è il fondamento su cui si applicano le tabelle: definisce il grado di invalidità permanente, i giorni di inabilità temporanea, l’esistenza del nesso causale tra la condotta medica e il danno e l’impatto del danno sulla vita del paziente. È solo con questa relazione che si può tradurre un fatto clinico in numeri tabellari: senza, le tabelle non possono essere applicate.

Un altro elemento essenziale è la personalizzazione del danno, prevista dalle tabelle stesse ma attuabile solo in presenza di dati specifici. Ad esempio, il Tribunale di Milano consente un aumento del valore tabellare fino al 30%, ma tale personalizzazione deve essere giustificata dalla documentazione e dalla perizia: difficoltà nella vita quotidiana, perdita dell’autonomia, interruzione di attività personali o professionali, sofferenze morali prolungate. Qui entrano in gioco strumenti come testimonianze, certificazioni di psicologi o altri specialisti, dichiarazioni di familiari, e ogni elemento che dimostri l’impatto concreto del danno.

Altri strumenti fondamentali sono i documenti economici e patrimoniali che permettono di calcolare il danno patrimoniale, voce distinta da quella biologica ma altrettanto rilevante. Si tratta di:

  • Fatture e ricevute per spese mediche, fisioterapia, farmaci, esami, protesi
  • Prospetti di reddito per dimostrare la perdita economica causata dall’inabilità lavorativa
  • Preventivi e relazioni tecniche per costi futuri, come assistenza domiciliare, cure continuative, modifiche all’abitazione
  • Documenti previdenziali per calcolare la perdita di chance lavorative o pensionistiche

Nei casi più gravi, in cui il paziente ha perso del tutto l’autonomia o è deceduto, si utilizzano anche tabelle per il danno da perdita parentale, per stimare il risarcimento spettante a coniugi, figli, genitori o fratelli. Anche qui, la relazione familiare va documentata con stato di famiglia, prova di convivenza, corrispondenza affettiva, ecc.

Un altro strumento importante è l’accertamento tecnico preventivo (ATP) disposto dal giudice, che serve a ottenere una perizia super partes prima di iniziare un vero processo. Il risultato dell’ATP può servire come base per una transazione extragiudiziale o per rafforzare la richiesta risarcitoria in giudizio.

Infine, va considerata l’evoluzione giurisprudenziale, cioè le sentenze più recenti dei tribunali che aiutano a interpretare in modo dinamico i criteri tabellari. In alcuni casi, i giudici riconoscono voci di danno non codificate (come la sofferenza del caregiver familiare o il danno da ritardo diagnostico) che vanno oltre le tabelle standard. Per questo, la strategia legale deve sempre essere aggiornata e calibrata sul caso concreto.

In sintesi, gli strumenti che completano le tabelle di risarcimento nei casi di malasanità sono:

  • Perizia medico-legale, che traduce i fatti clinici in invalidità e danno
  • Documenti medici e psicologici a supporto della personalizzazione del danno
  • Prove economiche per spese sanitarie, assistenza, perdita di reddito
  • Elementi di prova personale e familiare, per il danno morale o parentale
  • Accertamento tecnico preventivo (ATP), utile per definire il danno in sede neutrale
  • Aggiornamenti giurisprudenziali, che aiutano a estendere la valutazione del danno
  • Relazioni integrative, redatte da specialisti (neurologi, ortopedici, psichiatri, ecc.) in caso di danni complessi

Questi strumenti, usati in modo coordinato da avvocati e medici legali esperti, permettono di applicare le tabelle risarcitorie in modo completo, realistico e favorevole al paziente. Il risultato è una richiesta di risarcimento fondata, documentata e difficilmente contestabile, sia in sede giudiziaria sia nelle trattative con l’ospedale o l’assicurazione.

Le competenze degli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità nell’uso delle tabelle risarcitorie

Le tabelle sono uno strumento tecnico. Ma usarle bene è una questione di competenza legale.
Non basta “leggere” una tabella. Bisogna saperla applicare, interpretare e valorizzare in ogni singolo caso.

Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità:

  • Conoscono perfettamente le tabelle di Milano e la giurisprudenza aggiornata
  • Collaborano con medici legali di fiducia per attribuire l’esatto punteggio di invalidità
  • Personalizzano il risarcimento in base alla vita reale del paziente
  • Contestano le proposte riduttive delle assicurazioni
  • Calcolano il danno morale, estetico, esistenziale con strumenti tecnici e giuridici
  • Difendono in mediazione e in giudizio il diritto a un risarcimento pieno, equo, documentato

Ogni paziente ha una storia. Ogni tabella deve adattarsi a quella storia, non il contrario.

In particolare:

  • Perizie accurate per ottenere il massimo risarcimento tabellare
  • Documentazione completa per giustificare ogni voce del danno
  • Strategie legali per applicare correttamente le tabelle anche nei casi più gravi
  • Difesa nei confronti delle assicurazioni e delle strutture sanitarie che usano tabelle ridotte o obsolete

Qui di seguito tutti i riferimenti del nostro Studio Legale specializzato in risarcimento danni da errori medici:

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