Gluteoplastica Sbagliata (rimodellamento o aumento dei glutei) e Risarcimento Danni

Cosa succede se l’intervento ai glutei è sbagliato?

La gluteoplastica è uno degli interventi di chirurgia estetica più richiesti degli ultimi anni, sia nella versione di rimodellamento sia in quella di aumento volumetrico tramite protesi o lipofilling. Il desiderio di ottenere glutei tonici, proporzionati e armoniosi con il resto del corpo ha spinto molte persone a sottoporsi a queste procedure, spesso attratti da promesse di risultati rapidi e “naturali”.

Quando però l’intervento fallisce, si possono verificare complicanze gravi, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Infezioni, dislocazione delle protesi, asimmetrie evidenti, dolori cronici, cicatrici visibili e perfino necrosi tissutale sono solo alcune delle conseguenze possibili. In casi estremi, si è reso necessario un secondo intervento correttivo o, peggio, si è dovuti intervenire con la rimozione delle protesi o con terapie mediche prolungate per contenere danni ormai irreversibili.

Il problema non riguarda solo interventi eseguiti all’estero o in cliniche non autorizzate. Anche in Italia, interventi eseguiti da chirurghi non specializzati in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica o da medici che agiscono senza il dovuto consenso informato, possono generare danni rilevanti.

Nel 2024, secondo i dati dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica, sono stati eseguiti oltre 15.000 interventi di gluteoplastica nel nostro Paese, con un aumento del 22% rispetto al 2022. Ma cresce anche il numero dei contenziosi: secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Responsabilità Medica, nel 2023 sono stati oltre 370 i casi legali aperti per danni da gluteoplastica sbagliata.

In questo articolo affronteremo ogni aspetto legale e pratico della questione: quali sono gli errori più frequenti, quando si può chiedere un risarcimento, quali leggi tutelano il paziente, che ruolo ha il consenso informato, come agire con un avvocato specializzato.

Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.

Quali sono le cause più frequenti degli errori e delle complicanze nella gluteoplastica (rimodellamento o aumento dei glutei)?

Negli ultimi anni, la gluteoplastica ha conosciuto una crescita esponenziale, diventando uno degli interventi di chirurgia estetica più richiesti al mondo, spinta dalla moda dei glutei tonici, pieni e rotondi, spesso idealizzati da celebrità e influencer. Questo intervento comprende tecniche diverse, come il lipofilling, che utilizza il grasso del paziente stesso, o l’inserimento di protesi glutee in silicone, oltre a combinazioni ibride tra le due. Ma dietro l’apparenza di una procedura sempre più popolare si celano complessità tecniche notevoli e un tasso di complicanze che, se sottovalutato, può portare a errori, insoddisfazioni estetiche e, in alcuni casi, anche conseguenze gravi sulla salute.

Una delle cause più frequenti di risultati insoddisfacenti è una valutazione preoperatoria inadeguata, in cui non viene analizzata attentamente la morfologia del paziente, la qualità dei tessuti, l’elasticità della pelle e la reale distribuzione del grasso corporeo. Alcuni pazienti, infatti, non hanno abbastanza grasso corporeo per un lipofilling efficace, ma insistono per evitarne le protesi. Altri, al contrario, hanno un eccesso di tessuto molle e richiederebbero anche una correzione della pelle rilassata, che invece non viene proposta. Se la tecnica viene scelta male fin dall’inizio, anche il miglior atto chirurgico non potrà garantire un buon risultato.

Tra gli errori tecnici più gravi vi è il malposizionamento delle protesi glutee, che può portare a spostamenti, rotazioni, visibilità del bordo della protesi o deformità evidenti in posizione seduta. Le protesi devono essere inserite in precise tasche muscolari o sottoglutee, e se vengono posizionate troppo superficialmente, possono diventare visibili e palpabili, mentre se si trovano troppo in profondità, si perde il beneficio volumetrico e aumenta il rischio di lesioni vascolari o nervose. In alcuni casi, un’errata dissezione crea una tasca troppo larga, e la protesi si muove liberamente, causando un disagio continuo e un aspetto antiestetico.

Un’altra complicanza comune, in particolare con l’uso delle protesi, è la contrattura capsulare, ovvero la formazione di una cicatrice interna anomala attorno alla protesi, che può irrigidirsi nel tempo causando dolore, asimmetria e deformità visibili. La capsula è una reazione fisiologica del corpo alla presenza di un corpo estraneo, ma quando si ispessisce o si retrae eccessivamente, si trasforma in una complicanza che, spesso, necessita di revisione chirurgica o rimozione della protesi.

Nel caso del lipofilling, uno degli errori più pericolosi è l’iniezione di grasso in profondità, soprattutto se eseguita da mani inesperte. Il grasso deve essere inserito nello strato sottocutaneo o intramuscolare superficiale, mai in profondità dove si trovano vasi sanguigni di grosso calibro. Se il grasso viene iniettato accidentalmente in un vaso, può provocare embolia adiposa, una complicanza gravissima e potenzialmente fatale. Diversi decessi documentati a livello internazionale hanno acceso l’allarme sulla pericolosità della gluteoplastica con lipofilling se non eseguita con criteri di massima sicurezza.

Una complicanza più frequente ma meno drammatica è il sieroma, ovvero l’accumulo di liquido linfatico nella zona operata, che si verifica a causa del trauma chirurgico e del distacco dei tessuti. I sieromi possono essere piccoli e riassorbirsi spontaneamente, ma nei casi più gravi necessitano di drenaggi ripetuti, antibiotici e, talvolta, nuovi interventi. Anche se non mettono in pericolo la vita, peggiorano il decorso post-operatorio e possono incidere sul risultato estetico finale, favorendo la formazione di aderenze e irregolarità.

Una delle insidie più sottovalutate riguarda le cicatrici, che, sebbene generalmente ben nascoste nel solco intergluteo, possono diventare evidenti se la sutura viene effettuata sotto tensione, se si infettano o se il paziente ha una predisposizione a cicatrici ipertrofiche o cheloidi. Una cicatrice visibile, spessa, rialzata o retraente in un’area così esposta può rovinare completamente l’armonia del risultato.

Tra gli errori comuni, va segnalato anche l’aumento eccessivo di volume, spesso richiesto da pazienti con aspettative irreali o spinti da modelli estetici poco equilibrati. Se il chirurgo acconsente ad aumenti sproporzionati rispetto alla corporatura del paziente, si va incontro a tensioni eccessive della pelle, maggiore rischio di complicanze e un aspetto finale innaturale o caricaturale. Un gluteo troppo grande rispetto a gambe e fianchi perde proporzione e armonia, vanificando lo scopo estetico originario dell’intervento.

Un’altra problematica riguarda l’asimmetria tra i due glutei. Ogni corpo umano è naturalmente asimmetrico, ma la chirurgia deve tendere a minimizzare questa differenza. Se il chirurgo non corregge adeguatamente le differenze di partenza tra lato destro e sinistro, oppure se in sala operatoria rimuove o inietta quantità diverse di grasso tra i due lati, il risultato finale sarà sbilanciato. L’asimmetria, una volta cicatrizzata, è molto difficile da correggere, e rappresenta una delle cause più frequenti di insoddisfazione post-operatoria.

Non vanno poi trascurate le alterazioni della sensibilità, molto comuni dopo questo tipo di intervento, soprattutto se vengono coinvolti i nervi sensitivi superficiali della regione glutea. Alcuni pazienti riferiscono intorpidimento persistente, formicolii o, nei casi più gravi, dolore neuropatico. Spesso si tratta di disturbi transitori, ma in una minoranza dei casi possono diventare cronici.

Anche le infezioni post-operatorie rappresentano una causa importante di complicanze. In caso di protesi, un’infezione può costringere alla rimozione dell’impianto e a lunghi trattamenti antibiotici. Anche con il lipofilling si possono verificare ascessi o necrosi del grasso trapiantato, che portano alla formazione di noduli duri e irregolari, peggiorando l’estetica della zona trattata. La prevenzione delle infezioni passa attraverso il rispetto rigoroso delle regole di sterilità e l’accurata gestione del decorso post-chirurgico, che richiede controlli regolari e istruzioni chiare al paziente.

Una delle principali cause di delusione per i pazienti è la perdita di volume nel tempo, specialmente nei casi trattati con lipofilling. Il grasso iniettato non attecchisce sempre completamente, e una parte può essere riassorbita dal corpo nei mesi successivi all’intervento. Questo fenomeno è normale, ma se non viene spiegato prima, può essere percepito come un “fallimento” dell’intervento. Il chirurgo esperto conosce queste dinamiche e prevede un leggero sovracorreggimento, proprio per compensare il riassorbimento previsto.

Infine, come per tutte le procedure estetiche, la mancata gestione delle aspettative rappresenta una delle principali fonti di insoddisfazione. Alcuni pazienti credono che il risultato sarà perfetto, immediato e senza segni visibili, trascurando il fatto che il corpo ha bisogno di settimane o mesi per guarire e stabilizzarsi. Se il chirurgo non dedica il tempo necessario a spiegare il reale percorso post-operatorio, compresi gonfiore, ecchimosi, cicatrici, asimmetrie iniziali e tempi di ripresa, il rischio di delusione è molto alto anche in presenza di risultati tecnicamente validi.

Le statistiche disponibili indicano che le complicanze minori nella gluteoplastica riguardano circa il 10-15% dei casi, mentre quelle più gravi, come le embolie, si verificano in meno dell’1% ma possono essere fatali. Le richieste di revisione chirurgica, legate soprattutto a insoddisfazione estetica, protesi mal posizionate o perdita di volume, interessano fino al 20% dei pazienti nei primi due anni dopo l’intervento. Si tratta di dati che mostrano quanto la gluteoplastica, pur essendo efficace, sia tutt’altro che un intervento banale.

In sintesi, gli errori e le complicanze nella gluteoplastica derivano da una combinazione di scelte sbagliate nella tecnica, imperizia operatoria, errori di valutazione pre-operatoria, gestione non ottimale del post-operatorio e aspettative non realistiche. La popolarità dell’intervento non deve indurre a pensare che si tratti di una procedura semplice: è una chirurgia complessa, che richiede mani esperte, formazione specifica e un’estrema attenzione ai dettagli.

Affidarsi a un chirurgo plastico certificato, con esperienza documentata in gluteoplastica, informarsi con rigore, sottoporsi a una valutazione accurata e seguire scrupolosamente ogni indicazione post-operatoria: sono queste le chiavi per ridurre al minimo il rischio di insuccesso e ottenere un risultato che sia armonico, proporzionato, naturale e soprattutto sicuro.

Quando si configura la responsabilità medica per una gluteoplastica sbagliata (rimodellamento o aumento dei glutei)?

La responsabilità medica per una gluteoplastica sbagliata si configura ogni volta che l’intervento volto al rimodellamento o all’aumento dei glutei produce un risultato peggiorativo rispetto alla condizione originaria, o comporta danni fisici, estetici o psicologici evitabili, a causa della violazione delle regole di buona condotta professionale da parte del chirurgo. La gluteoplastica è un intervento sempre più richiesto, tanto da essere ormai considerato una procedura consolidata nella chirurgia estetica del corpo. I pazienti, nella maggior parte dei casi, si affidano a questo tipo di operazione per correggere un’ipoplasia congenita, per armonizzare il proprio profilo corporeo o per restituire forma e volume dopo un dimagrimento importante. Tuttavia, quando l’intervento fallisce, le conseguenze possono essere devastanti.

Il rimodellamento dei glutei può avvenire con due tecniche principali: l’inserimento di protesi o l’autotrapianto di grasso, noto come lipofilling. Entrambe le metodologie richiedono una competenza chirurgica elevata, una perfetta conoscenza dell’anatomia e una scrupolosa valutazione preoperatoria. Errori tecnici o scelte inappropriate possono comportare risultati innaturali, simmetrie compromesse, dolori persistenti, infiammazioni croniche, infezioni, cicatrici deturpanti o, nei casi peggiori, la necessità di rimuovere l’impianto o di sottoporsi a più interventi correttivi.

Tra gli errori più frequenti troviamo l’inserimento di protesi eccessivamente grandi rispetto alla struttura anatomica del paziente, la dislocazione dell’impianto, la visibilità dei margini, la palpabilità artificiale, la formazione di sieromi e contratture. Quando invece si utilizza la tecnica del lipofilling, le complicanze possono derivare da un riassorbimento disomogeneo del grasso, che lascia irregolarità del profilo, noduli sottocutanei, necrosi tissutali, infezioni profonde, oppure – in rari ma gravissimi casi – embolie adipose. Una gluteoplastica mal eseguita può compromettere gravemente l’aspetto dei glutei e causare danni irreparabili alla salute fisica e all’equilibrio psicologico del paziente.

Il chirurgo estetico ha un dovere molto chiaro: deve garantire non solo un’operazione tecnicamente corretta, ma anche un risultato proporzionato, naturale e funzionale alle caratteristiche corporee individuali del paziente. È obbligato inoltre a raccogliere un consenso informato pienamente consapevole, chiaro, aggiornato e specifico. Il paziente deve sapere quali sono i limiti dell’intervento, quali risultati si possono realisticamente raggiungere, quali complicanze sono possibili e in quali casi può rendersi necessario un intervento secondario. Se il chirurgo minimizza i rischi, oppure alimenta false aspettative estetiche, il consenso informato è viziato. E quando il consenso è viziato, la responsabilità si aggrava, anche se l’intervento è stato eseguito correttamente dal punto di vista tecnico.

Nella chirurgia estetica, l’obbligazione che lega medico e paziente è normalmente di risultato. Ciò significa che non basta aver eseguito un intervento “senza errori visibili”: occorre che il paziente ottenga un risultato migliorativo, coerente con quanto era stato prospettato. Se il risultato è insoddisfacente, se peggiora l’estetica preesistente o se si producono effetti indesiderati, è il chirurgo a dover dimostrare che ciò è dipeso da fattori non prevedibili, indipendenti dalla sua condotta o inevitabili nonostante la diligenza. In mancanza di questa prova, la responsabilità è piena.

I danni che possono derivare da una gluteoplastica sbagliata sono molteplici. C’è un danno estetico evidente, quando i glutei appaiono deformi, sproporzionati, irregolari o eccessivamente artificiali. C’è un danno funzionale, se il paziente sviluppa dolore cronico, difficoltà a sedersi, infiammazioni ricorrenti, deficit della sensibilità o infezioni persistenti. E c’è un danno psicologico, spesso devastante, perché l’intervento riguarda una parte del corpo molto legata alla femminilità, alla mascolinità, alla sensualità, al rapporto con sé stessi e con gli altri. Un esito negativo può distruggere la sicurezza personale, compromettere la vita intima, provocare isolamento, vergogna, depressione e rifiuto del proprio corpo.

Non ogni insoddisfazione dopo l’intervento costituisce responsabilità medica. Esistono rischi che, se correttamente spiegati prima, devono essere accettati dal paziente come parte dell’incertezza fisiologica della chirurgia estetica. Ma se il risultato negativo deriva da scelte tecniche errate, da una progettazione chirurgica sbagliata, da una valutazione superficiale del caso o da un’omissione di informazioni rilevanti, la responsabilità del chirurgo è pienamente configurabile.

La prova della responsabilità si costruisce attraverso diversi elementi: la cartella clinica, il modulo di consenso informato, la documentazione fotografica pre e post-operatoria, le relazioni specialistiche, eventuali referti diagnostici e la testimonianza di medici che hanno preso in carico il paziente dopo il fallimento dell’intervento. Se manca una documentazione completa, o se il consenso informato è generico e privo di dettagli, il paziente ha un vantaggio probatorio. La mancanza di una cartella clinica dettagliata è spesso il primo segnale di una gestione professionale inadeguata.

Un’altra componente che spesso porta alla responsabilità medica è la gestione carente del decorso post-operatorio. Una gluteoplastica richiede attenzione anche dopo l’intervento: controlli regolari, sorveglianza delle ferite, gestione dei drenaggi, indicazioni precise sul recupero fisico e sulla postura. Se il chirurgo si rende irreperibile, non prende in carico i problemi post-intervento o sottovaluta le segnalazioni del paziente, può essere ritenuto responsabile per l’aggravamento delle complicanze e per la mancata gestione del rischio.

Nel caso in cui venga avviata una causa civile per responsabilità medica, il giudice nomina un consulente tecnico d’ufficio, specializzato in chirurgia plastica, con il compito di valutare se l’intervento è stato eseguito secondo le buone pratiche chirurgiche, se i danni lamentati dal paziente sono compatibili con una condotta errata e se vi è un nesso di causalità tra l’operato del medico e il peggioramento subito. Il CTU analizza anche il consenso informato e l’adeguatezza delle scelte terapeutiche. La sua relazione è determinante per l’esito della causa.

Il risarcimento in caso di gluteoplastica sbagliata può comprendere diverse voci: il danno biologico, se vi sono lesioni fisiche temporanee o permanenti; il danno estetico, valutato in base all’entità dell’alterazione; il danno morale per la sofferenza soggettiva; il danno esistenziale per l’impatto sulla vita quotidiana; le spese sostenute per visite, trattamenti correttivi o psicologici; e l’eventuale perdita di chance professionali o relazionali.

Una gluteoplastica mal riuscita ha un impatto che va ben oltre la superficie della pelle. Chi si sottopone a un intervento estetico su una parte così visibile e simbolica del corpo lo fa spesso con grande carica emotiva. È un gesto di fiducia, una promessa di cambiamento. Quando questa promessa viene tradita, la delusione è profonda, e i suoi effetti si riversano sulla vita intera. Alcune pazienti riferiscono di aver smesso di andare al mare, di nascondere il proprio corpo, di evitare relazioni sentimentali, di sentire vergogna per qualcosa che pensavano le avrebbe rese più sicure. Alcuni pazienti uomini raccontano di sentirsi privati della loro mascolinità, di vivere nell’ansia, di non riuscire più a fidarsi di nessun medico.

Il termine per far valere i propri diritti è, di norma, di cinque anni dalla consapevolezza del danno e del suo collegamento con l’intervento eseguito. È quindi essenziale agire tempestivamente, rivolgersi a un avvocato esperto in responsabilità sanitaria, richiedere una consulenza medico-legale, raccogliere documenti, testimonianze, fotografie e tutti gli elementi utili per avviare una richiesta risarcitoria fondata.

Dal punto di vista del chirurgo, prevenire è sempre meglio che difendersi. Bisogna selezionare con rigore i pazienti idonei all’intervento, evitare di alimentare aspettative irrealistiche, informare in modo completo e dettagliato, eseguire l’operazione nel rispetto dei più alti standard tecnici, documentare ogni fase, seguire il paziente con attenzione anche dopo la dimissione. La trasparenza, la competenza e la responsabilità devono essere alla base di ogni atto medico, soprattutto in chirurgia estetica.

In conclusione, la responsabilità medica per una gluteoplastica sbagliata si configura quando il risultato ottenuto è peggiorativo, dannoso, innaturale o frustrante rispetto a ciò che era stato promesso e atteso. Il corpo del paziente non è un oggetto da plasmare secondo modelli standardizzati, ma un’identità da rispettare. Quando questo rispetto viene meno, il diritto interviene a ristabilire l’equilibrio perduto.

Come si dimostra l’errore in un intervento di gluteoplastica?

È necessario raccogliere tutta la documentazione medica, comprese:

  • Cartella clinica
  • Foto pre e post operatorie
  • Consenso informato
  • Referti di visite successive o di altri specialisti

Il giudice si avvale poi di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) in ambito medico-legale, che valuta se c’è stato un errore e se vi è nesso causale tra intervento e danno.

Cosa succede se non c’è stato un consenso informato chiaro?

Il consenso informato è un presupposto giuridico fondamentale. Se il paziente non è stato informato in modo chiaro, dettagliato e comprensibile sui rischi, sulle alternative e sugli esiti possibili, allora anche un intervento tecnicamente corretto può essere considerato illegittimo.

Cassazione Civile, Sentenza n. 19220/2022: “L’omessa acquisizione del consenso informato integra di per sé un danno risarcibile anche in assenza di errore tecnico.”

Quali sono gli effetti psicologici riconosciuti come danno?

Depressione, disturbo dell’immagine corporea, ansia cronica, evitamento sociale, disturbi relazionali: tutti effetti psicologici che possono essere certificati da uno specialista e valutati come danno biologico psichico.

In un caso del 2023 a Roma, il Tribunale ha riconosciuto 22.000 euro per danno estetico e 18.000 euro per danno morale a una donna rimasta con un gluteo completamente deformato.

Qual è il termine per agire legalmente?

Il termine ordinario è di 10 anni dalla data dell’intervento, trattandosi di responsabilità contrattuale tra paziente e struttura medica o medico libero professionista. In caso di danno occulto (es. protesi mal posizionata scoperta solo dopo anni), il termine decorre dalla scoperta del danno.

È possibile ottenere un risarcimento anche se l’intervento è stato eseguito all’estero?

Sì, ma diventa più complesso. In caso di interventi eseguiti in cliniche estere (soprattutto in Turchia, Albania, Tunisia), bisogna valutare se il medico è iscritto a un albo professionale e se la clinica rientra in un ordinamento che consente azione civile in Italia. In alternativa, si procede tramite organismi europei di cooperazione giudiziaria oppure con azione civile presso la giurisdizione estera.

Che importi si possono ottenere come risarcimento?

Dipende dalla gravità dei danni. In media:

  • Danno estetico moderato: 10.000 – 30.000 €
  • Danno estetico grave o permanente: 30.000 – 70.000 €
  • Danno biologico + danno psichico: fino a 100.000 €
  • Danni patrimoniali (spese mediche, lavoro perso): secondo la documentazione

Chi può essere chiamato in causa: medico, clinica o entrambi?

La responsabilità è solidale: si può citare sia il chirurgo che ha eseguito l’intervento, sia la clinica o struttura che l’ha ospitato, se ha fornito supporto organizzativo o ha avuto responsabilità nel post-operatorio.

Cosa succede se l’intervento è stato fatto in una clinica non autorizzata?

In tal caso si configura un illecito grave. Se la clinica non aveva i requisiti sanitari autorizzativi, il paziente può agire anche penalmente per esercizio abusivo della professione o lesioni personali colpose.

Cosa fare subito dopo aver subito danni da gluteoplastica?

  • Fotografare le lesioni o gli esiti innaturali
  • Conservare cartella clinica e consenso
  • Fare visita da un medico legale
  • Contattare un avvocato specializzato
  • Valutare l’opportunità di un secondo intervento, ma solo previo parere legale

Esempi concreti di casi giudiziari risolti in Italia

Caso 1 – Napoli, 2023: donna di 35 anni operata in una clinica privata per protesi glutea. Protesi troppo grandi, dolori cronici e necessità di rimozione. Risarcita con €54.000.

Caso 2 – Milano, 2024: paziente ha subito lipofilling errato con embolia post-operatoria. Ricovero d’urgenza, cicatrici permanenti. Sentenza favorevole: €78.000 di risarcimento.

Caso 3 – Bari, 2023: gluteoplastica con necrosi cutanea. Chirurgo non specializzato in plastica. CTU conferma inadeguatezza. Sentenza: €62.000 per danni biologici ed estetici.

Perché rivolgersi agli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità?

Non tutti gli avvocati sanno affrontare un caso di chirurgia estetica sbagliata. Serve una competenza multidisciplinare specifica su responsabilità sanitaria, danno estetico e medicina legale.

Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità:

  • Conoscono in dettaglio la normativa aggiornata al 2025, incluse le linee guida sanitarie della Legge Gelli-Bianco
  • Collaborano con CTU e medici legali di parte con preparazione specifica su chirurgia estetica
  • Sanno trattare sia in fase stragiudiziale, con la compagnia assicurativa, sia in sede civile e penale
  • Agiscono rapidamente per fermare la prescrizione e tutelare subito il paziente, anche con istanze cautelari

Chi ha subito danni fisici o psicologici a seguito di una gluteoplastica sbagliata ha diritto a un’azione immediata, organizzata e fondata su prove solide.

Non affidarti al caso, ma alla competenza di uno studio legale che conosce ogni dettaglio della malasanità estetica. I nostri avvocati sapranno affrontare con decisione ogni responsabilità medica, analizzare ogni errore e trasformare l’ingiustizia in un risarcimento concreto.

Qui di seguito tutti i riferimenti del nostro Studio Legale specializzato in risarcimento danni da errori medici:

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