Chirurgia Estetica delle Braccia Sbagliata (Brachioplastica) e Risarcimento Danni

Introduzione: quando un intervento per rimodellare le braccia si trasforma in un danno

La chirurgia estetica delle braccia, conosciuta con il termine tecnico di brachioplastica, è un intervento sempre più richiesto da donne e uomini che desiderano eliminare l’eccesso di pelle e tessuto adiposo nella parte interna delle braccia, spesso causato da forti dimagrimenti o dall’invecchiamento cutaneo. Il fine è ottenere braccia più snelle, toniche e proporzionate.

In teoria, si tratta di un intervento risolutivo. In pratica, però, se eseguito male può generare complicanze serie e un peggioramento estetico permanente. Tra i problemi più frequenti: cicatrici evidenti o retraenti, asimmetrie, infezioni, aderenze, linfocele, deiscenza dei punti, pelle irregolare o “ondulata”, parestesie, dolore cronico, alterazione della sensibilità, fino a danni estetici peggiori rispetto alla condizione iniziale.

Non è raro che, dopo una brachioplastica sbagliata, il paziente debba sottoporsi a nuovi interventi chirurgici correttivi, a spese proprie, con gravi ripercussioni economiche e psicologiche. Purtroppo, la leggerezza con cui viene spesso proposta questa procedura, anche da medici poco specializzati, espone i pazienti a rischi che non sempre vengono spiegati in modo corretto.

Nel 2024, secondo l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica, sono stati eseguiti in Italia oltre 7.500 interventi di brachioplastica, con una crescita del 18% rispetto al 2022. Tuttavia, il 9% dei pazienti ha denunciato complicanze di varia entità. Di questi, una parte ha deciso di intraprendere un’azione legale per ottenere il giusto risarcimento.

In questo articolo affrontiamo, punto per punto, cosa prevede la legge per la chirurgia estetica delle braccia mal riuscita, quando è possibile ottenere un risarcimento, quali sono i danni risarcibili, come dimostrare l’errore medico e, soprattutto, come può intervenire un avvocato specializzato per tutelare i tuoi diritti.

Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.

Quali sono le cause più frequenti degli errori e delle complicanze nella chirurgia estetica delle braccia sbagliata (brachioplastica)?

La brachioplastica è l’intervento di chirurgia estetica volto a rimodellare le braccia, in particolare l’interno del braccio, eliminando l’eccesso di pelle e tessuto adiposo che tende a cedere con il passare del tempo, con i cambi di peso o dopo interventi di dimagrimento importante. È un’operazione che ha l’obiettivo di ridefinire il profilo del braccio, rendendolo più tonico, sottile e proporzionato. Nonostante le premesse estetiche siano molto favorevoli, si tratta di una chirurgia che presenta diverse criticità, sia dal punto di vista tecnico che psicologico. Gli errori, seppur non sempre gravi dal punto di vista medico, possono compromettere pesantemente il risultato finale e lasciare il paziente insoddisfatto, deluso o segnato da cicatrici evidenti e deformazioni. Conoscere quali sono le cause più frequenti di una brachioplastica sbagliata è il primo passo per evitare problemi, scegliere consapevolmente il chirurgo e prepararsi a un intervento che, se ben condotto, può davvero migliorare la qualità della vita e la percezione del proprio corpo.

Una delle cause principali di errore è la selezione errata del paziente. Non tutte le persone con braccia rilassate o abbondanti sono buone candidate per una brachioplastica completa. In molti casi, soprattutto in pazienti giovani, un semplice intervento di lipoaspirazione mirata può essere sufficiente per rimodellare l’area, mentre in altri è necessario intervenire in profondità per rimuovere non solo il grasso ma anche un eccesso significativo di pelle. Se si sceglie una tecnica troppo conservativa in un paziente con un cedimento marcato, il risultato sarà nullo o poco visibile. Al contrario, una brachioplastica troppo aggressiva in pazienti con pelle ancora elastica o solo lievemente rilassata rischia di essere sproporzionata rispetto all’esigenza reale, lasciando cicatrici non giustificate. La valutazione preoperatoria è essenziale e deve basarsi su parametri oggettivi come la qualità della cute, l’indice di massa corporea, la distribuzione del grasso e le aspettative estetiche.

Una delle complicanze più visibili e sentite dal paziente è la cicatrice troppo evidente o mal posizionata. La brachioplastica comporta, nella sua versione completa, una cicatrice lunga che va dal cavo ascellare al gomito, lungo la parte interna del braccio. Se il chirurgo non è preciso nel disegno preoperatorio o se la sutura è eseguita sotto tensione, il risultato può essere una cicatrice spessa, rialzata, pigmentata o perfino retraente. Le cicatrici ipertrofiche e i cheloidi sono più frequenti in pazienti predisposti, ma anche la qualità della sutura, la tensione dei lembi e la gestione del post-operatorio incidono enormemente sul risultato. La cicatrice può spostarsi verso la parte anteriore o esterna del braccio, diventando visibile con abiti senza maniche e causando un disagio estetico anche superiore al difetto originario.

Una problematica molto comune è l’asimmetria post-operatoria. In fase operatoria, il chirurgo deve eseguire lo stesso rimodellamento su entrambi i lati, ma anche piccole differenze di tensione cutanea, quantità di pelle rimossa o reazioni cicatriziali possono creare differenze evidenti. Il braccio destro e il sinistro non sono mai perfettamente identici, ma un intervento sbilanciato può generare un profilo irregolare o, peggio, una differenza visibile nella lunghezza e nella forma del braccio. Il paziente se ne accorge subito nei movimenti quotidiani o guardandosi allo specchio, e l’effetto può essere frustrante.

Un altro errore frequente è la rimozione eccessiva o insufficiente della pelle. Se si asporta troppa pelle, si rischia di mettere in tensione eccessiva la sutura, con conseguente cicatrice allargata, deiscenza della ferita, necrosi del margine cutaneo o forte dolore nei movimenti. Se invece si è troppo conservativi, la pelle in eccesso rimane visibile, rendendo l’intervento inefficace. Anche in questo caso, la precisione nella pianificazione e l’esperienza del chirurgo sono fondamentali per dosare correttamente il tessuto da eliminare.

La brachioplastica può causare anche alterazioni della sensibilità cutanea, dovute alla lesione dei nervi superficiali. Dopo l’intervento, molti pazienti lamentano formicolii, intorpidimento o addirittura perdita della sensibilità lungo il lato interno del braccio. In alcuni casi si tratta di sintomi temporanei che migliorano in poche settimane, ma in altri possono diventare permanenti. Questo tipo di disturbo, anche se non doloroso, incide sulla qualità della vita, soprattutto se associato a disagi estetici.

Una delle complicanze mediche più gravi, seppur rare, è la formazione di sieromi ed ematomi. Quando i tessuti vengono scollati e rimodellati, è possibile che si accumuli del liquido linfatico o del sangue nei giorni successivi all’intervento. Questo comporta gonfiore, dolore, necessità di drenaggi e, nei casi più seri, di un nuovo intervento per svuotare la raccolta. I sieromi non trattati possono evolvere in infezioni, fibrosi o causare irregolarità permanenti nella superficie cutanea.

Non va sottovalutato nemmeno il rischio di infezione post-operatoria, più alto nei pazienti sovrappeso, diabetici, fumatori o con cicatrici pregresse. Anche una minima infezione può compromettere la cicatrizzazione e portare alla formazione di tessuto cicatriziale abnorme, retrazioni e apertura della ferita. La prevenzione dipende in gran parte dalle condizioni igieniche della sala operatoria, dall’uso corretto di antibiotici e dall’aderenza del paziente alle istruzioni post-operatorie. Trascurare questi aspetti può trasformare un decorso semplice in una lunga convalescenza difficile da gestire.

Molti pazienti lamentano una forma del braccio poco naturale dopo l’intervento, con una linea troppo dritta, uno svuotamento eccessivo della parte interna o una discesa anomala del profilo cutaneo nella zona del gomito. In alcuni casi si formano piccole pliche di pelle che non erano presenti prima, soprattutto nei soggetti con elasticità cutanea ridotta. Queste imperfezioni possono dipendere sia da una tecnica non perfettamente eseguita, sia da caratteristiche anatomiche individuali non adeguatamente valutate prima dell’intervento.

Un altro fattore di insoddisfazione è il mantenimento di grasso residuo nelle zone adiacenti, come l’ascella o la zona posteriore del braccio. Se il chirurgo non esegue una liposuzione associata, o se non tratta le aree limitrofe in modo armonico, il risultato finale sarà parziale e poco estetico. Il paziente si aspetta un rimodellamento dell’intero braccio, e non solo una semplice eliminazione della pelle. Una visione troppo segmentata porta inevitabilmente a un risultato poco soddisfacente.

Un errore comune è la sottovalutazione della cicatrice da parte del paziente, che spesso si concentra solo sull’idea di avere un braccio più sottile, ignorando che la cicatrice sarà permanente e visibile in molte situazioni. Quando la realtà emerge nel post-operatorio, molti restano sorpresi o delusi. È essenziale che il chirurgo spieghi fin da subito che l’intervento comporta una cicatrice evidente e che il beneficio estetico va bilanciato con questo aspetto.

Anche la gestione emotiva del post-operatorio ha un impatto enorme. I primi giorni sono spesso accompagnati da gonfiore, ecchimosi, dolore e mobilità ridotta. Il paziente ha difficoltà ad alzare le braccia, si sente limitato nella vita quotidiana e, se non adeguatamente supportato, può vivere l’intervento come un errore. Quando l’aspettativa è quella di un cambiamento rapido, indolore e perfetto, il rischio di crisi emotiva aumenta. È compito del chirurgo preparare il paziente, spiegando i tempi reali della guarigione e la progressione dell’effetto estetico.

Infine, un numero significativo di complicanze deriva da interventi eseguiti in strutture non idonee, o da operatori non specialisti. Purtroppo la brachioplastica è spesso banalizzata o inserita in pacchetti commerciali insieme ad altri interventi, senza il tempo necessario per un’analisi dettagliata. In questi casi aumentano le probabilità di errori tecnici, complicanze post-operatorie e difficoltà nella gestione del follow-up. Il paziente viene operato e poi abbandonato, senza un vero monitoraggio clinico.

Le statistiche indicano che la brachioplastica, se eseguita da mani esperte e in condizioni adeguate, ha un alto tasso di successo. Tuttavia, le complicanze minori, come cicatrici evidenti, asimmetrie e risultati estetici non ottimali, si verificano in circa il 20-30% dei casi. Le complicanze gravi, come infezioni profonde, necrosi cutanee, ematomi o sieromi massivi, sono più rare, ma non assenti. Le richieste di ritocco o revisione chirurgica, nei primi 12 mesi, sono stimate attorno al 10-15%.

In definitiva, gli errori e le complicanze della brachioplastica derivano da una valutazione clinica superficiale, errori tecnici di sutura e rimodellamento, aspettative non realistiche, gestione approssimativa del decorso post-operatorio, e interventi condotti senza una reale competenza nella chirurgia del rimodellamento corporeo. La chiave per evitare insuccessi è una sola: affidarsi a un chirurgo plastico specializzato, che abbia esperienza documentata nella chirurgia del corpo, e che dedichi il giusto tempo alla pianificazione e alla spiegazione dettagliata dell’intervento.

Solo così la brachioplastica può davvero essere una scelta efficace, capace di trasformare una zona del corpo vissuta come un problema in un punto di forza, e non in un motivo di rimpianto.

Quando si configura la responsabilità medica per una chirurgia estetica delle braccia sbagliata (brachioplastica)?

La responsabilità medica per una chirurgia estetica delle braccia sbagliata si configura quando l’intervento, volto a rimuovere l’eccesso cutaneo e adiposo nella zona interna delle braccia, determina un peggioramento dell’aspetto estetico, complicanze fisiche o psicologiche, oppure lascia esiti visibili e dannosi a causa di errori tecnici, scelte operatorie inappropriate o mancanza di una corretta gestione del decorso post-operatorio. La brachioplastica è un intervento sempre più diffuso, soprattutto tra coloro che, dopo un importante dimagrimento o con l’avanzare dell’età, presentano lassità della cute delle braccia, effetto noto come “ali di pipistrello”. Si tratta di una procedura che ha finalità estetiche, ma che può avere anche implicazioni funzionali e relazionali importanti per il paziente. Per questo motivo, quando il risultato non è quello atteso o produce effetti collaterali gravi, la delusione può trasformarsi in danno risarcibile.

Il paziente che si sottopone a brachioplastica ha come aspettativa quella di ottenere un braccio più tonico, definito, proporzionato, senza l’eccesso di pelle flaccida che genera disagio nel vestirsi, nel muoversi, o nel mostrarsi in pubblico. L’intervento consiste, nella forma classica, nell’asportazione chirurgica del tessuto cutaneo e adiposo in eccesso, talvolta abbinato a una liposuzione. A seconda dell’estensione della lassità, la cicatrice può essere limitata all’area ascellare oppure estendersi lungo tutta la parte interna del braccio. Proprio la gestione della cicatrice è uno degli elementi più critici: una brachioplastica ben eseguita deve garantire un buon risultato estetico con una cicatrice il più possibile sottile, lineare e posizionata in modo da risultare poco visibile.

Gli errori che portano alla responsabilità medica sono numerosi e spesso evitabili. Tra questi rientrano l’asportazione eccessiva di tessuto con trazione anomala della pelle, la formazione di cicatrici ipertrofiche o cheloidi, la disomogeneità dei volumi tra un braccio e l’altro, le infezioni post-operatorie mal gestite, l’ematoma non drenato, la necrosi cutanea, la deiscenza della ferita, il danneggiamento dei nervi sensitivi della zona interna del braccio. In alcuni casi, a distanza di tempo, possono emergere anche retrazioni cicatriziali, senso di tensione cronico, perdita della sensibilità o dolore neuropatico.

Un intervento chirurgico che doveva risolvere un disagio estetico e migliorarne la percezione può diventare, se mal eseguito, la causa di un danno peggiore, fisico ed emotivo. Una cicatrice molto visibile, arrossata, irregolare o retratta, può compromettere il risultato finale anche se il rimodellamento è stato tecnicamente corretto. L’insoddisfazione non nasce solo dall’insuccesso oggettivo, ma dalla mancata corrispondenza tra ciò che era stato promesso e ciò che è stato ottenuto.

Il consenso informato è, come in ogni atto medico, fondamentale. Nella chirurgia estetica, e in particolare nella brachioplastica, assume un peso determinante. Il chirurgo ha l’obbligo di illustrare in modo chiaro, comprensibile e documentato tutti i possibili rischi e limiti dell’intervento: cicatrici visibili, infezioni, differenze tra i due arti, possibilità di revisione, tempi di guarigione, necessità di indossare guaine contenitive e di seguire precise indicazioni nel periodo post-operatorio. Deve anche spiegare che non esiste un risultato perfetto, e che il miglioramento è soggetto a variabilità individuale. Quando il paziente firma un modulo generico o riceve informazioni incomplete, il consenso informato non è valido e il medico ne risponde.

La chirurgia estetica implica un’obbligazione di risultato: chi si sottopone all’intervento lo fa con l’aspettativa concreta di un miglioramento visibile. Se invece l’intervento porta a un peggioramento dell’aspetto, o lascia esiti peggiori del difetto originario, il medico ha l’onere di dimostrare che ciò è dipeso da cause indipendenti dalla sua condotta. In assenza di questa prova, la responsabilità professionale è configurabile in pieno.

Il danno può manifestarsi su diversi livelli. C’è il danno estetico, quando il profilo del braccio appare irregolare, disarmonico o segnato da cicatrici antiestetiche. C’è il danno funzionale, se l’intervento compromette la mobilità, provoca dolore cronico, perdita della sensibilità o rigidità articolare. C’è poi il danno psicologico, spesso sottovalutato, ma profondamente impattante: vergogna, frustrazione, senso di colpa, perdita dell’autostima e rifiuto del proprio corpo. Alcuni pazienti riferiscono di sentirsi peggio di prima, di non voler più mostrare le braccia, di evitare le relazioni o le attività che prima praticavano con disinvoltura.

Per ottenere un risarcimento è necessario dimostrare che il danno subito è direttamente riconducibile all’intervento e che questo è stato eseguito con negligenza, imprudenza o imperizia. I principali strumenti di prova sono la cartella clinica, le fotografie pre e post-operatorie, la descrizione dell’intervento, il modulo di consenso informato, le relazioni mediche successive e, se esistenti, i pareri di altri specialisti coinvolti nella correzione del danno. Se emergono omissioni, incongruenze o carenze documentali, il quadro probatorio del paziente si rafforza.

Anche la gestione del decorso post-operatorio è determinante. Il chirurgo deve fornire indicazioni precise sulla convalescenza, i controlli, i segnali di allarme da monitorare, e deve rendersi disponibile per eventuali problematiche che emergano dopo l’intervento. Se il paziente viene abbandonato, o se i suoi problemi vengono minimizzati, ogni complicanza trascurata può trasformarsi in un ulteriore elemento di responsabilità.

Nel corso di una causa civile, il giudice nomina un consulente tecnico d’ufficio – un chirurgo plastico esperto – per stabilire se la brachioplastica è stata eseguita correttamente e se i danni lamentati dal paziente sono effettivamente imputabili alla condotta medica. Il consulente analizza anche il rispetto del protocollo informativo e la congruità delle tecniche chirurgiche utilizzate rispetto alla situazione clinica iniziale. La sua valutazione è fondamentale per l’esito del giudizio.

Il risarcimento del danno in caso di brachioplastica sbagliata può essere anche molto rilevante, in proporzione alla gravità delle conseguenze. Può includere il danno biologico (per menomazioni fisiche), il danno estetico (per peggioramento dell’aspetto), il danno morale (per sofferenza interiore) e il danno esistenziale (per compromissione della vita sociale o professionale). Vengono inoltre risarcite le spese sostenute per trattamenti estetici, cicatrizzanti, fisioterapici, psicologici o chirurgici successivi. Se il danno è permanente o irreversibile, il valore economico del risarcimento cresce sensibilmente.

Una chirurgia estetica delle braccia mal eseguita non è solo un fallimento tecnico, ma un colpo profondo alla percezione del sé. Chi si sottopone a questo intervento lo fa per sentirsi meglio nel proprio corpo, per risolvere un disagio, per riappropriarsi di una libertà fisica ed emotiva. Quando il risultato tradisce queste aspettative, la delusione non è solo estetica: è psicologica, sociale, identitaria. Alcuni pazienti raccontano di avere difficoltà a guardarsi allo specchio, di aver smesso di indossare abiti a maniche corte, di provare vergogna anche in contesti familiari.

Il termine per promuovere un’azione legale è di cinque anni dalla consapevolezza del danno e della sua connessione con l’intervento. È quindi fondamentale rivolgersi tempestivamente a un avvocato esperto in responsabilità medica, farsi assistere da un medico legale, raccogliere tutta la documentazione e preparare una richiesta di risarcimento ben fondata. Più il tempo passa, più le prove si deteriorano e più complesso diventa il percorso giudiziario.

Per il chirurgo, la lezione è chiara: l’estetica non è una questione di centimetri o di pelle in eccesso. È una questione di rispetto, consapevolezza e misura. Se queste dimensioni vengono ignorate, il rischio di trasformare un’opportunità di benessere in un danno permanente è sempre dietro l’angolo. Chi opera un corpo umano, soprattutto per ragioni estetiche, ha una responsabilità doppia: deve migliorare senza distruggere, correggere senza snaturare, intervenire senza promettere l’impossibile.

In conclusione, la responsabilità medica per una brachioplastica sbagliata si configura ogni volta che il risultato è difforme da quello promesso, peggiorativo rispetto alla situazione iniziale o fonte di danni evitabili. Il corpo non è un oggetto su cui agire, ma una parte fondamentale della dignità e dell’identità di una persona. Chi lo tratta con superficialità, ne risponde sul piano legale e morale.

Cosa dice la legge in caso di errore in chirurgia estetica?

Il riferimento normativo è l’art. 1218 del Codice Civile per la responsabilità contrattuale e la Legge Gelli-Bianco n. 24/2017, che regola la responsabilità sanitaria anche nei trattamenti non terapeutici come la brachioplastica.

Il medico è responsabile se:

  • Non ha rispettato il livello di diligenza, perizia e prudenza
  • Ha operato in violazione delle linee guida SICPRE
  • Non ha acquisito un consenso informato valido e completo

Quanto è importante il consenso informato?

È fondamentale. Il modulo firmato non basta da solo: il consenso deve essere:

  • Specifico e dettagliato
  • Frutto di una reale spiegazione orale
  • Rilasciato dopo aver chiarito rischi, benefici, alternative

Se manca o è generico, anche un intervento tecnicamente corretto può dar luogo a risarcimento.

Quali sono i danni risarcibili?

  • Danno estetico: cicatrici antiestetiche, retrazione, asimmetria, irregolarità cutanea
  • Danno biologico: perdita di sensibilità, dolore, limitazione funzionale
  • Danno morale e psichico: depressione, vergogna, isolamento sociale
  • Danno patrimoniale: spese mediche correttive, trattamenti laser o chirurgici, fisioterapia

Quanto si può ottenere come risarcimento?

Dipende dalla gravità del danno. Ecco alcuni esempi reali:

  • Milano, 2024 – cicatrici retratte visibili e aderenze muscolari → €42.000
  • Napoli, 2023 – infezione non trattata con esiti cicatriziali severi → €38.500
  • Torino, 2023 – asimmetria marcata + necessità di reintervento → €44.000
  • Roma, 2024 – danno estetico + perdita sensibilità → €57.000

Come si dimostra l’errore medico?

  1. Raccolta documentazione clinica (cartella, referti, foto)
  2. Esame medico-legale con specialista in chirurgia plastica
  3. Valutazione del nesso causale tra intervento e danno
  4. Confronto con le linee guida ufficiali
  5. Relazione tecnica per CTU o causa civile

Quali sono i tempi per agire legalmente?

  • Azione contrattuale: 10 anni dall’intervento
  • Azione extra-contrattuale: 5 anni dal danno
  • Se il danno emerge dopo mesi, il termine decorre dalla scoperta

È importante agire subito, anche per evitare la perdita delle prove.

Chi è responsabile se il chirurgo lavora in una clinica?

Se il medico è dipendente della clinica, la struttura sanitaria è responsabile in solido. Se è libero professionista, può essere chiamato a rispondere individualmente o con la struttura, in base al contratto stipulato col paziente.

Cosa fare subito dopo una brachioplastica mal riuscita?

  1. Fotografare i danni visibili
  2. Raccogliere referti, cartelle, prescrizioni
  3. Evitare ulteriori interventi prima di una valutazione medico-legale
  4. Consultare un avvocato specializzato
  5. Richiedere una perizia tecnica di parte

Perché rivolgersi agli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità?

Perché affrontare un caso di chirurgia estetica sbagliata alle braccia richiede competenze legali e medico-legali molto specifiche. Non basta la conoscenza del diritto civile: serve una rete consolidata di medici legali, chirurghi plastici, periti e consulenti.

Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità:

  • Hanno conoscenza approfondita delle linee guida SICPRE
  • Collaborano con medici legali esperti in chirurgia estetica ricostruttiva
  • Gestiscono la procedura dalla fase stragiudiziale a quella giudiziale
  • Analizzano il danno estetico, biologico, psicologico e patrimoniale
  • Sanno ottenere risarcimenti completi, comprensivi delle future spese mediche

In molti casi, lo studio legale anticipa le spese tecniche e richiede il pagamento solo in caso di esito positivo (con modalità a quota lite). Questo consente anche a chi non ha disponibilità immediata di tutelare i propri diritti.

Se hai subito un intervento di brachioplastica che ti ha lasciato cicatrici, dolore o disagio, non aspettare. Ogni giorno che passa è un vantaggio per chi ha sbagliato.

Affidati a chi ha la reale competenza per trasformare un danno subito in un risarcimento concreto.

Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità sono pronti ad agire con determinazione, rigore e strategia, per restituirti non solo giustizia, ma anche dignità e serenità.

Qui di seguito tutti i riferimenti del nostro Studio Legale specializzato in risarcimento danni da errori medici:

Contattaci Per Errori Medici e Malasanità, Siamo qui per aiutarti.

Se hai bisogno di assistenza legale o vuoi maggiori informazioni sui nostri servizi, non esitare a contattarci.
Il nostro team di esperti è a tua disposizione per rispondere a qualsiasi domanda e offrirti una consulenza personalizzata.

Puoi fissare un appuntamento presso il nostro studio o richiedere una consulenza online, in base alle tue esigenze.
Non aspettare, siamo qui per difendere i tuoi diritti.

Compila il modulo qui sotto e ti risponderemo il prima possibile.

PRIMA DI ANDARE VIA...

Abbiamo Notato Che Stai Leggendo L’Articolo.

Desideri Una Prima Consulenza Gratuita A Riguardo? Clicca sul Pulsante Qui Sotto e Prenotala Subito!

Scrivici su WhatsApp
Risarcimenti Danni Malasanità
Ciao 👋
Scrivici su WhatsApp e scopri come possiamo aiutarti.