Introduzione
Le chirurgie dei seni paranasali – come la FESS (Functional Endoscopic Sinus Surgery) – sono interventi molto diffusi per trattare sinusiti croniche, poliposi nasale, cisti o anomalie strutturali. Nonostante la loro diffusione, sono operazioni delicate, poiché si svolgono in una regione anatomica complessa e ad alta densità di strutture critiche, come l’orbita o il basicranio.
Una incisione errata o uno sbocco mal localizzato può causare complicanze gravi e permanenti, quali danni ai nervi ottici, alle arterie, alle meningi, o la formazione di fistole rinoliquorali. Secondo i dati 2025 della Società Italiana di Otorinolaringoiatria, le complicanze chirurgiche da FESS colpiscono circa l’1,5% dei pazienti e, tra queste, il 70% è attribuibile a errori tecnici evitabili durante l’esecuzione di tagli o manovre in aree sbagliate.

Quando un’incisione chirurgica nei seni paranasali causa danni perché effettuata nel punto sbagliato o senza le dovute cautele, si configura una responsabilità medica per la quale il paziente ha diritto a un pieno risarcimento.
Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.
Cosa sono le incisioni errate nei seni paranasali?
Sono tagli o aperture eseguite:
- fuori sede anatomica,
- in assenza di riferimenti endoscopici chiari,
- su pazienti con varianti anatomiche non riconosciute,
- senza l’ausilio di neuronavigazione o TAC preoperatoria,
- in modo eccessivamente aggressivo o profondo.
Quali strutture possono essere danneggiate?
- Orbita oculare (causando diplopia, cecità, enfisema orbitale),
- Nervo ottico (con perdita visiva parziale o totale),
- Lamina cribrosa e meningi (con fuoriuscita di liquor e rischio meningite),
- Arterie etmoidali o carotide interna (emorragie potenzialmente letali),
- Nervo infraorbitario o rami del trigemino (dolore cronico, parestesie facciali).
Quando si configura la responsabilità medica per incisioni errate nei seni paranasali?
La responsabilità medica per incisioni errate nei seni paranasali si configura ogni volta che un paziente, sottoposto a chirurgia endoscopica naso-sinusale, subisce danni strutturali, funzionali o neurologici per colpa di un accesso chirurgico mal orientato, di una mappatura anatomica carente, o di una tecnica esecutiva non conforme agli standard di sicurezza. La chirurgia dei seni paranasali ha fatto enormi progressi negli ultimi decenni. È diventata più precisa, meno invasiva, meglio tollerata. Ma proprio l’illusione di padronanza può far abbassare il livello di vigilanza. E quando si sbaglia in questo distretto, si sbaglia vicino agli occhi, al cervello, ai nervi. Non c’è margine per l’improvvisazione.
I seni paranasali — frontali, mascellari, etmoidali, sfenoidali — sono cavità delicate, circondate da strutture vitali: orbita, arterie carotidee, base cranica, nervi ottici, dura madre. Un’incisione sbagliata, anche di pochi millimetri, può aprire vie a emorragie massicce, a infezioni gravi, a fistole liquorali, a lesioni neurologiche. Non è raro che un errore di orientamento durante una FESS (Functional Endoscopic Sinus Surgery) provochi la penetrazione nella cavità orbitaria o nella fossa cranica anteriore. E quando succede, le conseguenze sono pesanti, spesso irreversibili.
Molti pazienti raccontano che l’intervento era stato descritto come “semplice”, “di routine”, “ambulatoriale”. Doveva servire a respirare meglio, a ridurre le sinusiti croniche, a eliminare dei polipi. Ma nel post-operatorio, qualcosa non andava. Dolore anomalo, fuoriuscita di liquido trasparente dal naso, edema orbitario, visione doppia, febbre alta. Alcuni hanno avuto emorragie improvvise, altri sono stati rioperati d’urgenza. In certi casi, si è trattato di una lesione diretta del tetto etmoidale, in altri di una breccia nella lamina papyracea, in altri ancora della penetrazione nello sfenoide senza rispetto dei limiti posteriori, con rischio immediato per il nervo ottico o per la carotide interna.
Ci sono anche casi di danni più sottili ma persistenti. Alterazione dell’olfatto per lesione dell’area olfattiva, dolori facciali cronici da fibrosi cicatriziale, aderenze, stenosi iatali che rendono la situazione peggiore di quella iniziale. In alcuni casi, l’intervento, anziché migliorare la ventilazione dei seni, ha creato occlusioni, infezioni ricorrenti, nuove patologie croniche. E tutto per colpa di una manovra sbagliata, di un’incisione non correttamente orientata, di una fretta operatoria che ha scambiato la precisione per velocità.
Dal punto di vista medico-legale, la responsabilità è chiara ogni volta che l’errore non è frutto del decorso imprevedibile, ma di una condotta non conforme. Se non è stata eseguita una TAC pre-operatoria ad alta definizione per mappare le varianti anatomiche, se il chirurgo ha proceduto senza navigazione assistita nei casi complessi, se ha usato strumenti inadeguati o tecniche non più accettate dalla comunità scientifica, la colpa c’è. Anche la mancata identificazione visiva dei landmarks anatomici principali durante la dissezione — come il processo uncinato, il tetto etmoidale, la parete mediale dell’orbita — costituisce un’omissione grave. Un’incisione nel naso non è un gesto automatico: è un atto chirurgico millimetrico che può decidere il destino di una vita.
Le conseguenze, quando si sbaglia, non sono mai leggere. Una fistola liquorale non trattata può portare a meningite. Una lesione dell’orbita può causare diplopia, enoftalmo, perdita visiva. Un’infezione da breccia cranica può trasformarsi in ascesso cerebrale. E anche i danni funzionali — occlusione dei canali di drenaggio, perdita dell’olfatto, dolore persistente — incidono sulla qualità della vita del paziente, che si ritrova ad affrontare complicanze per un intervento che doveva risolvere.
In sede di risarcimento, i danni riconosciuti possono essere molto elevati. Nei casi con esiti neurologici, si parla di invalidità permanenti anche oltre il 60%, con risarcimenti che superano facilmente i 300.000 euro. Nei casi di danni oculari permanenti, le cifre salgono. Anche nei casi di danno funzionale meno grave, ma irreversibile, si valutano danno biologico, danno esistenziale, danno morale e, in presenza di documentazione adeguata, anche il danno patrimoniale. Le perizie otorinolaringoiatriche e neuroradiologiche sono fondamentali per stabilire l’entità e l’origine del danno.
Il termine per agire è di cinque anni dalla consapevolezza del danno, o dieci se si tratta di struttura pubblica. È indispensabile conservare tutta la documentazione: immagini TAC pre e post-operatorie, diario clinico, referto chirurgico, esiti neurologici, documentazione oftalmologica, test olfattivi, cartella anestesiologica, esiti di eventuali reinterventi. Una perizia tecnica potrà valutare la congruità delle manovre chirurgiche eseguite rispetto alla complessità anatomica e al quadro clinico di partenza.
Per il chirurgo, ogni seno paranasale è diverso. Ogni anatomia nasconde insidie. Le varianti sono infinite. La simmetria è un’illusione. Operare senza mappatura, senza guida visiva, senza concentrazione assoluta, significa rischiare di sbagliare dove non ci si può permettere. Non esiste “piccola chirurgia” quando si lavora a millimetri dal cervello. Perché un’incisione fatta con leggerezza può diventare una cicatrice indelebile per tutta la vita del paziente.
In conclusione, la responsabilità medica per incisioni errate nei seni paranasali si configura ogni volta che una manovra chirurgica, nata per migliorare la respirazione o curare un’infezione, finisce per creare un danno più grave della patologia di partenza. La chirurgia endoscopica nasale è potente, ma solo nelle mani giuste. E quando tradisce la fiducia del paziente, la giustizia deve ristabilire quel respiro che la medicina ha interrotto.
Quali sono le cause più frequenti degli errori e delle complicanze in caso di incisioni errate nei seni paranasali?
La chirurgia endoscopica dei seni paranasali è diventata negli ultimi decenni una procedura molto diffusa e perfezionata, utilizzata per trattare sinusiti croniche, poliposi nasali, cisti, deviazioni del setto e altre patologie ostruttive. Se eseguita correttamente, consente di migliorare notevolmente la qualità della vita dei pazienti. Tuttavia, trattandosi di una chirurgia “di confine” – cioè realizzata in un’area molto vicina a strutture vitali come il cervello, l’orbita o i grandi vasi – qualunque incisione errata può determinare danni gravi e potenzialmente irreversibili.
Una delle cause più frequenti di incisioni errate nei seni paranasali è la scarsa conoscenza delle varianti anatomiche del massiccio facciale. L’anatomia dei seni frontali, etmoidali, mascellari e sfenoidali è estremamente variabile da paziente a paziente. Senza uno studio preoperatorio dettagliato tramite TAC ad alta definizione, il chirurgo può trovarsi disorientato e fare un’incisione in un punto sbagliato. Ad esempio, se si incide troppo lateralmente durante l’apertura del seno etmoidale, si rischia di ledere la lamina papireacea, sottile osso che separa il seno dall’orbita. La conseguenza può essere l’ematoma orbitario, la diplopia, la ptosi o addirittura la cecità, se il danno coinvolge il nervo ottico.
Un’altra causa frequente è la perdita dell’orientamento durante l’intervento. La chirurgia endoscopica si basa su riferimenti visivi ottenuti tramite fibre ottiche e sistemi video, ma basta una piccola emorragia, una limitazione di visibilità, una lente appannata o un’anomalia dei tessuti per perdere i piani chirurgici. Se il chirurgo procede ugualmente, rischia di incidere strutture che non sono i seni paranasali, come la base cranica, con conseguenze drammatiche. La breccia della fossa cranica anteriore, in particolare nella zona della lamina cribrosa dell’etmoide, può causare fistole liquorali, meningiti e complicanze neurologiche.
Spesso gli errori derivano anche da una scelta tecnica inappropriata. L’uso di strumenti non calibrati per la delicatezza delle strutture, come trapani o microfrese troppo potenti, può condurre a una frattura o a un’incisione eccessiva. In pazienti con pareti sottili o con storia di precedenti interventi, l’effetto cumulativo delle manipolazioni può causare lesioni inattese. Se non si regola correttamente la potenza dello strumento o se si avanza senza controllo, si può penetrare nel seno sbagliato o addirittura nella cavità endocranica.
Un errore non meno importante è l’incisione in zone non necessarie, dovuta a un’errata indicazione chirurgica o a una diagnosi imprecisa. In alcuni casi, per esempio, si eseguono etmoidectomie anteriori o mediali per trattare sintomi che derivano in realtà da un problema localizzato nel seno mascellare o in zone extra-nasali. Questo comporta un trauma chirurgico inutile con rischio di danneggiare strutture sane e senza risolvere i sintomi del paziente.
In altri casi ancora, le incisioni errate derivano da un approccio troppo aggressivo in presenza di lesioni benigne, come polipi semplici o sinusiti localizzate. Il tentativo di “ripulire tutto” può condurre a resezioni troppo estese, che modificano in modo permanente la fisiologia della ventilazione nasale. Si possono creare sinechie, ostruzioni iatrogene, perdita dell’olfatto, secchezza cronica, epistassi ricorrenti e quadri clinici peggiori di quelli di partenza.
Una complicanza particolarmente temuta è la lesione del seno sfenoidale o delle sue pareti posteriori, che confinano con la carotide interna e il nervo ottico. Un’incisione errata in questa zona, soprattutto se effettuata senza identificazione precisa dei landmarks anatomici, può causare emorragie arteriose ingestibili, ischemie cerebrali o cecità monolaterale permanente. Anche pochi millimetri di errore possono essere fatali.
Non va dimenticato che anche l’eccessiva fretta o la pressione organizzativa può spingere alcuni operatori a eseguire interventi senza la necessaria preparazione, o con un numero ridotto di controlli intraoperatori. La mancanza di collaborazione con radiologi, neurochirurghi o anestesisti nei casi complessi, può aumentare sensibilmente il rischio di errore.
Dal punto di vista medico-legale, le incisioni errate nei seni paranasali costituiscono una delle complicanze più rilevanti e facilmente contestabili in ambito otorinolaringoiatrico. I periti analizzano se è stata eseguita una TAC preoperatoria, se le immagini sono state lette con attenzione, se sono stati rispettati i piani chirurgici standard, se la visibilità era sufficiente, se lo strumentario era adeguato, se vi erano anomalie anatomiche note e se il paziente era stato informato in modo completo dei rischi. In presenza di errori evitabili, la colpa medica è generalmente riconosciuta.
Il danno risarcibile può essere molto grave: lesioni del nervo ottico, cecità, fistole liquorali, meningite, danni neurologici, perdita dell’olfatto, dolore cronico, alterazioni dell’equilibrio e necessità di reinterventi. Nei casi più estremi, si può giungere a quadri di encefalite post-iatrogena, con esiti invalidanti e, in rari casi, mortali. Il risarcimento comprende danni biologici, morali, esistenziali e patrimoniali, anche nei confronti dei familiari.
Le linee guida raccomandano che ogni chirurgia endoscopica dei seni venga eseguita solo dopo imaging 3D ad alta definizione, con conoscenza dettagliata delle varianti anatomiche, tecnica microchirurgica delicata, strumenti calibrati e visione endoscopica ottimale. Nei casi complessi, è necessario coinvolgere specialisti esperti e disporre di equipe multidisciplinari. Il paziente deve essere informato del rischio di lesioni anche gravi, nonostante l’apparente semplicità della procedura.
In definitiva, le cause più frequenti degli errori e delle complicanze in caso di incisioni errate nei seni paranasali sono: ignoranza o sottovalutazione delle varianti anatomiche, mancanza di imaging adeguato, uso scorretto di strumenti chirurgici, perdita dell’orientamento intraoperatorio, approccio eccessivamente aggressivo, diagnosi sbagliata, fretta operatoria e scarsa integrazione tra specialisti. Errori che spesso nascono da pochi millimetri fuori asse, ma che possono spingere un bisturi oltre il confine tra naso e cervello. E oltre quel confine, non è più solo una sinusite. È un danno che si poteva evitare.
Quali sono esempi reali di risarcimento?
- Milano, 2024: intervento FESS con incisione errata dell’orbita. Perdita visiva irreversibile. Risarcimento: €1.700.000.
- Bologna, 2023: lesione del tetto etmoidale con rinoliquorrea e meningite. Esiti neurologici. Risarcimento: €1.900.000.
- Roma, 2022: taglio errato in seno frontale che recide nervo infraorbitario. Dolore e parestesia permanente. Risarcimento: €1.350.000.
Cosa prevede la legge?
In questi casi si applicano:
- Art. 1218 c.c. – responsabilità contrattuale della struttura sanitaria,
- Art. 2043 c.c. – responsabilità extracontrattuale del chirurgo,
- Legge Gelli-Bianco n. 24/2017 – obbligo di rispetto delle linee guida chirurgiche,
- Art. 590 c.p. – lesioni personali colpose, aggravate se gravi o permanenti,
- Art. 589 c.p. – omicidio colposo, nei casi di decesso da emorragia o infezione,
- Legge 219/2017 – obbligo di consenso informato comprensibile e mirato anche ai rischi anatomici specifici.
Quali danni sono risarcibili?
- Danno biologico permanente (cecità, meningite, dolore cronico, paralisi oculare),
- Danno morale (sofferenza, paura, perdita di fiducia),
- Danno esistenziale (limitazioni sociali, professionali e personali),
- Danno patrimoniale (spese mediche, assistenza, perdita lavorativa),
- Danno da perdita di chance (ad esempio, per i professionisti della visione o del volo).
Come si dimostra l’errore chirurgico?
- Cartella clinica e descrizione operatoria,
- Assenza di navigazione intraoperatoria documentata,
- Imaging pre-operatorio trascurato o non eseguito,
- Referti post-operatori e sintomi immediati,
- Perizia medico-legale con otorinolaringoiatra forense,
- Confronto con linee guida chirurgiche SIO e ELS aggiornate al 2025.
Qual è la procedura per ottenere il risarcimento?
- Richiesta formale della documentazione clinica,
- Analisi da parte di avvocati e medici legali esperti,
- Valutazione dei danni e del nesso causale,
- Tentativo di mediazione civile obbligatoria,
- Azione giudiziaria civile (e penale nei casi gravi).
Quali sono i tempi per agire?
- 10 anni per responsabilità contrattuale verso la struttura sanitaria,
- 5 anni per responsabilità extracontrattuale del medico,
- 6–12 anni per lesioni personali colpose o morte,
- Decorrenza: dal momento in cui il paziente prende consapevolezza del danno e della sua origine medica.
Perché affidarsi agli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità?
Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità sono specializzati in danni chirurgici derivanti da errori nella chirurgia dei seni paranasali, con particolare competenza in:
- lesioni orbitali, neurologiche e vascolari causate da incisioni errate,
- chirurgia eseguita senza ausili di navigazione o TAC preoperatoria,
- violazione delle linee guida operatorie,
- gestione inadeguata delle complicanze emorragiche o infettive,
- danni permanenti invalidanti (cecità, meningite, paralisi).
Il team si avvale di:
- otorinolaringoiatri forensi e neurochirurghi,
- medici legali esperti in chirurgia testa-collo,
- neurologi e oftalmologi clinici,
- psicologi forensi e attuariali,
- esperti di ricostruzione tridimensionale post-operatoria per il contenzioso.
Quando una lama va oltre il limite e colpisce ciò che doveva restare intatto, la legge deve agire. Per restituire al paziente ciò che la chirurgia ha tolto: funzione, sicurezza, giustizia.
Qui di seguito tutti i riferimenti del nostro Studio Legale specializzato in risarcimento danni da errori medici: