Introduzione: cercare giustizia ha un prezzo?
Quando un paziente subisce un danno in ambito sanitario, una delle prime domande – dopo lo shock, la rabbia e la sofferenza – è spesso la più pragmatica: quanto costa fare causa per malasanità?
È una domanda legittima. Perché avviare un’azione legale contro un ospedale, un medico o una clinica richiede tempo, competenze e, naturalmente, denaro. Ma i costi di una causa non sono sempre proibitivi, e possono variare enormemente in base al tipo di procedimento, alla complessità del caso e alla strategia scelta.

Chi ha subito un danno da errore medico non dovrebbe rinunciare a chiedere giustizia solo per timore dei costi. La legge italiana e gli strumenti processuali offrono oggi forme di tutela, anticipazioni, compensi parametrati al risultato e persino soluzioni a costo iniziale zero. Ma per orientarsi è necessario conoscere le voci di spesa reali, i tempi, e le possibilità concrete.
In questo articolo rispondiamo alle domande essenziali:
- Quali sono i costi di una causa per malasanità?
- Chi paga le spese processuali?
- Quando si può procedere senza anticipo?
- Quali sono i costi vivi da sostenere?
- Cosa succede se si perde?
- E come possono aiutarti gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità a tutelarti anche sul piano economico.
Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.
Quali sono le principali voci di spesa in una causa per malasanità?
1. Perizia medico-legale
È il cuore del procedimento. Serve per dimostrare:
- l’errore medico,
- il nesso causale,
- l’entità del danno.
Costo medio: da € 1.000 a € 5.000
Dipende dalla complessità del caso, dal numero di specialisti coinvolti e dalla durata dell’analisi.
2. Compenso dell’avvocato
Può essere:
- a tariffa fissa
- a percentuale sul risarcimento ottenuto (patto di quota lite, legale in Italia)
- con pagamento dilazionato o a esito positivo
Importo medio iniziale: da € 1.000 a € 3.000
Molti studi lavorano senza anticipo, solo a esito positivo.
3. Spese di giustizia
- Contributo unificato per l’iscrizione a ruolo: € 259 – € 518 (a seconda del valore della causa)
- Bolli, notifiche, diritti di cancelleria: € 50 – € 150
4. CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio)
Disposta dal giudice. Il costo viene anticipato dalla parte che chiede il processo.
Costo medio: € 2.000 – € 6.000
Se si vince, il costo viene rimborsato dalla controparte.
Posso fare causa per malasanità senza pagare tutto in anticipo?
Sì, è possibile fare causa per malasanità senza dover pagare tutto in anticipo, grazie a diverse soluzioni che tengono conto delle difficoltà economiche del paziente e del rischio legato all’esito incerto della causa. Molti studi legali e medici legali specializzati in responsabilità sanitaria offrono modalità di pagamento flessibili, rateizzate o addirittura a esito, cioè con compenso dovuto solo in caso di successo, proprio per consentire a chi ha subito un danno di far valere i propri diritti senza essere scoraggiato dai costi iniziali. Inoltre, esistono strumenti legali di tutela che possono aiutare le persone con redditi bassi ad affrontare il contenzioso, come il gratuito patrocinio.
Nel concreto, l’iter di una causa per malasanità richiede una serie di spese iniziali legate a:
- L’acquisizione della cartella clinica (in genere pochi euro)
- La consulenza medico-legale preliminare, necessaria per valutare la fondatezza della richiesta
- La redazione di una perizia tecnica, se si decide di procedere
- Gli oneri legali, cioè il compenso dell’avvocato
- Le spese di giustizia, come il contributo unificato (per avviare la causa), i costi dell’accertamento tecnico preventivo (ATP), e le eventuali spese per i consulenti tecnici nominati dal giudice
Molti avvocati specializzati propongono formule che prevedono un anticipo minimo o nullo, con pagamento del compenso solo al termine della causa, in caso di risarcimento ottenuto. Questo sistema, spesso chiamato “patto di quota lite” (in forma consentita dalla legge), prevede che il professionista trattenga una percentuale del risarcimento ottenuto. Allo stesso modo, anche i medici legali talvolta accettano compensi posticipati o ridotti se il caso viene giudicato meritevole.
Per chi si trova in una situazione economica disagiata, esiste anche la possibilità di chiedere il patrocinio a spese dello Stato (gratuito patrocinio), che consente di essere assistiti gratuitamente da un avvocato iscritto negli elenchi appositi. Questo strumento è disponibile per chi ha un reddito annuo imponibile (personale o familiare) non superiore a circa €12.000 (aggiornato periodicamente). Se la richiesta viene accolta, tutte le spese legali (comprese perizie, contributo unificato e notifiche) vengono anticipate dallo Stato.
Inoltre, la fase iniziale di consulenza con avvocato e medico legale può spesso essere gratuita o a costi contenuti. Questo consente al paziente di capire se ci sono i presupposti per agire senza dover impegnare da subito somme significative. Se la valutazione preliminare dà esito positivo, si può decidere di procedere con un’azione legale, impostando un piano di costi su misura.
Anche durante la causa, è possibile rateizzare le spese, concordando con i professionisti dei pagamenti progressivi in base allo sviluppo del procedimento. In molti casi, se la responsabilità dell’ospedale è evidente, l’assicurazione può proporre un accordo transattivo prima della sentenza, riducendo i tempi e i costi del contenzioso.
In sintesi, puoi fare causa per malasanità senza pagare tutto in anticipo grazie a:
- Formule a esito positivo, dove si paga solo in caso di risarcimento ottenuto
- Consulenze medico-legali iniziali a costo contenuto o gratuite
- Piani di pagamento rateizzati, concordati con avvocato e medico legale
- Richiesta di gratuito patrocinio, se il reddito lo consente
- Possibilità di risolvere la controversia in fase stragiudiziale, con costi ridotti rispetto alla causa
Queste soluzioni rendono l’accesso alla giustizia possibile anche per chi non ha la disponibilità economica per affrontare da solo tutte le spese iniziali. È comunque fondamentale affidarsi a professionisti seri, trasparenti e specializzati in responsabilità sanitaria, in grado di valutare la sostenibilità del caso e concordare con il paziente il miglior percorso anche dal punto di vista economico.
Cosa succede se perdo una causa per malasanità?
Se perdi una causa per malasanità, le conseguenze possono essere diverse a seconda della fase del procedimento, delle modalità con cui è stata impostata la causa e degli accordi economici presi con avvocati e consulenti. In linea generale, la parte soccombente (cioè chi perde la causa) può essere condannata a sostenere le spese legali della controparte, oltre a quelle già sostenute per il proprio avvocato e per eventuali perizie. Tuttavia, ci sono importanti precisazioni da fare: perdere una causa non significa necessariamente essere rovinati economicamente, soprattutto se ci si è mossi con prudenza e con l’assistenza di professionisti trasparenti.
Se il giudice respinge la richiesta di risarcimento, il paziente non riceve alcun indennizzo e può essere tenuto a pagare le spese processuali dell’altra parte, ossia quelle sostenute dall’ospedale o dalla compagnia assicurativa per difendersi. Si tratta in genere di spese legali (onorari dell’avvocato) e di consulenza tecnica (onorari del medico legale o del consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice). Tuttavia, il giudice ha anche la facoltà di compensare le spese, cioè di stabilire che ognuna delle parti si faccia carico delle proprie, specialmente se il caso presenta margini di incertezza, se c’erano elementi oggettivi per agire, o se la domanda era fondata ma non sufficientemente provata.
Dal punto di vista personale, il paziente che ha promosso la causa può dover pagare il proprio avvocato e il proprio medico legale, a meno che non abbia concordato un compenso condizionato al successo della causa (ad esempio, un accordo “a esito” o con pagamento parziale in anticipo e il resto solo in caso di vittoria). Sempre più spesso, infatti, i professionisti che operano in ambito di responsabilità medica offrono formule di pagamento flessibili per ridurre il rischio economico a carico del paziente.
Inoltre, se si è stati ammessi al gratuito patrocinio a spese dello Stato, cioè l’assistenza legale gratuita prevista per le persone con redditi inferiori a una certa soglia (circa €12.000 annui), non si devono pagare né le spese del proprio avvocato né quelle processuali, nemmeno in caso di sconfitta. Anche le eventuali perizie ordinate dal giudice possono essere coperte dallo Stato.
Una causa persa non comporta alcuna condanna penale, perché l’azione risarcitoria per malasanità è una causa civile: si discute solo del diritto a un indennizzo, non di reati. Non si viene segnalati in registri pubblici né si subiscono ripercussioni sul casellario giudiziale.
È anche importante sottolineare che perdere una causa non esclude del tutto la possibilità di ottenere giustizia. In alcuni casi, infatti, si può proporre appello, se vi sono motivi giuridici o tecnici validi per contestare la sentenza. Oppure, se emergono nuovi elementi o documenti rilevanti non valutati in precedenza, si può tentare una nuova azione, compatibilmente con i termini di prescrizione.
In sintesi, se perdi una causa per malasanità:
- Non ricevi il risarcimento richiesto
- Potresti dover pagare le spese legali della controparte, a meno che il giudice non le compensi
- Dovrai pagare il tuo avvocato e il medico legale, salvo accordi diversi (es. pagamento a esito)
- Non subisci conseguenze penali o personali (nessuna segnalazione o condanna)
- Se hai il gratuito patrocinio, non paghi nulla, nemmeno se perdi
- Hai la possibilità di fare appello, se ci sono motivi giuridici per impugnare la decisione
Per ridurre al minimo i rischi, è fondamentale affrontare la causa con un approccio serio e prudente: una valutazione medico-legale preventiva, un parere legale esperto e una gestione trasparente dei costi sono gli strumenti migliori per evitare di trovarsi in difficoltà economiche anche in caso di esito negativo.
Quanto può costare in totale una causa?
Tipo di causa | Costo minimo stimato | Costo massimo stimato |
---|---|---|
Causa semplice (lesione lieve) | € 2.500 | € 6.000 |
Causa media (invalidità 10-30%) | € 5.000 | € 12.000 |
Causa complessa (invalidità >40%) | € 8.000 | € 20.000 e oltre |
⚠️ Questi importi possono essere azzerati in caso di patto a esito positivo o patrocinio gratuito.
Quali strumenti legali posso usare per contenere i costi di una causa per malasanità?
Affrontare una causa per malasanità può comportare costi rilevanti, ma esistono diversi strumenti legali e soluzioni pratiche che permettono di contenere le spese e di tutelare i propri diritti anche in presenza di difficoltà economiche. Il sistema giuridico italiano, infatti, riconosce il principio dell’accesso alla giustizia per tutti, anche per chi non ha le risorse per sostenere in anticipo i costi di una causa complessa come quella in ambito sanitario. Con una corretta pianificazione, è possibile ridurre al minimo l’esborso iniziale e affrontare il percorso legale in modo sostenibile.
Il primo strumento utile è il gratuito patrocinio a spese dello Stato, riservato alle persone con un reddito personale (o familiare, se conviventi) annuo inferiore a circa €12.000 (importo aggiornato annualmente). Questo istituto consente di essere assistiti gratuitamente da un avvocato iscritto in appositi elenchi, senza dover pagare onorari, spese processuali o costi delle perizie disposte dal giudice. È sufficiente presentare un’istanza, allegando i documenti che attestano la propria situazione reddituale: se accettata, tutte le spese legali della causa sono coperte dallo Stato, anche in caso di soccombenza.
Un secondo strumento molto diffuso è il patto di quota lite, ovvero un accordo tra cliente e avvocato secondo il quale il compenso verrà corrisposto solo in caso di esito positivo, come una percentuale del risarcimento ottenuto. Questo tipo di accordo non può riguardare l’intero compenso (la legge vieta che l’avvocato sia pagato solo a percentuale), ma è possibile combinare un piccolo anticipo fisso con una quota variabile legata al successo della causa. In questo modo si evita un esborso iniziale importante e si condivide il rischio con il legale.
Lo stesso tipo di impostazione può essere concordato con il medico legale, che è una figura chiave in una causa per malasanità. Molti professionisti, infatti, propongono relazioni preliminari a costi contenuti (dai €300 ai €600) e, in caso di riscontro positivo, possono accettare di redigere perizie approfondite con pagamento rateizzato o posticipato. In alcuni casi, è anche possibile concordare un compenso a esito positivo, soprattutto se il danno è grave e la responsabilità è ben documentata.
Un altro strumento utile per limitare i costi è tentare una risoluzione stragiudiziale della controversia, tramite una trattativa diretta con l’ospedale o la compagnia assicurativa. Questo approccio, spesso gestito dall’avvocato, consente di evitare le spese del processo (come il contributo unificato, le notifiche e le perizie d’ufficio) e può portare a una soluzione più rapida ed economica. In alternativa, si può attivare un procedimento di mediazione civile, che ha costi ridotti e può favorire l’accordo tra le parti prima di arrivare in tribunale.
Anche il ricorso all’accertamento tecnico preventivo (ATP), obbligatorio per le cause di malasanità, può essere affrontato con spese contenute se gestito correttamente. L’ATP è una perizia giudiziaria che serve a stabilire se c’è responsabilità sanitaria: se dà esito favorevole, l’ospedale può essere indotto a risarcire senza ulteriori cause. Le spese dell’ATP (compenso del consulente tecnico nominato dal giudice) possono essere divise tra le parti o poste a carico della struttura sanitaria, a seconda dell’esito. In caso di gratuito patrocinio, anche l’ATP è coperto dallo Stato.
Infine, è sempre possibile rateizzare i costi legali e medico-legali, concordando piani di pagamento personalizzati con gli avvocati e i periti. Questa soluzione è molto comune e permette di gestire l’impegno economico in modo sostenibile nel tempo, senza rinunciare alla qualità della difesa.
In sintesi, gli strumenti legali per contenere i costi di una causa per malasanità sono:
- Gratuito patrocinio a spese dello Stato, per chi ha redditi bassi
- Patto di quota lite con l’avvocato, con pagamento solo in caso di successo
- Compensi posticipati o rateizzati per i medici legali, con costi iniziali minimi
- Risoluzione stragiudiziale tramite trattativa o mediazione, per evitare la causa
- Accertamento tecnico preventivo (ATP) con gestione intelligente delle spese
- Piani di pagamento personalizzati, concordati in base alle possibilità economiche
Grazie a questi strumenti, è possibile far valere i propri diritti senza dover affrontare da subito costi elevati. La chiave è affidarsi a professionisti seri e trasparenti, che illustrino fin dall’inizio tutte le opzioni disponibili e costruiscano una strategia sostenibile, sia dal punto di vista giuridico che economico.
Cosa incide davvero sul costo della causa per malasanità?
Il costo di una causa per malasanità può variare anche in modo significativo da caso a caso, e dipende da una serie di fattori concreti che incidono sulla complessità, sulla durata e sulle risorse necessarie per portare avanti l’azione legale. Non si tratta solo del compenso dell’avvocato, ma di un insieme di voci tecniche, legali e processuali che si sommano lungo tutto l’iter giudiziario. Conoscere questi elementi in anticipo è fondamentale per valutare con realismo l’impegno economico e pianificare la propria strategia in modo sostenibile.
Uno degli aspetti principali che incide sui costi è la complessità medica del caso. Se il danno subito è chiaro, documentato e legato a un errore evidente (per esempio, un oggetto lasciato nel corpo dopo un intervento), la causa sarà più semplice e meno costosa. Se invece si tratta di diagnosi tardive, errori clinici sottili, negligenze organizzative o danni psichici, sarà necessario un lavoro peritale molto più approfondito, con una valutazione complessa delle cartelle cliniche e spesso il coinvolgimento di più esperti medici, oltre al medico legale.
Un altro elemento determinante è la quantità e qualità della documentazione sanitaria disponibile. Se il paziente ha conservato tutta la documentazione, la ricostruzione sarà più semplice; in caso contrario, saranno necessarie integrazioni, richieste formali all’ospedale, ricostruzioni tecniche che aumentano tempi e costi.
Anche la necessità di effettuare un’accertamento tecnico preventivo (ATP), obbligatorio per legge in molte cause di malasanità, incide sul costo: l’ATP comporta la nomina di un consulente tecnico d’ufficio (CTU) da parte del giudice e la partecipazione di consulenti di parte (CTP), tutti professionisti che vanno remunerati. In alcuni casi, i costi dell’ATP vengono anticipati dal paziente; in altri, si possono dividere tra le parti o chiedere allo Stato (tramite gratuito patrocinio).
Un altro fattore rilevante è la durata del procedimento. Una causa che si conclude rapidamente con un accordo stragiudiziale o una conciliazione dopo l’ATP comporta meno spese. Se invece si arriva a un processo civile completo, con udienze, produzione di prove, testimoni e perizie aggiuntive, i costi aumentano. In media, una causa civile per malasanità può durare dai 12 ai 36 mesi, a seconda del tribunale e della resistenza della controparte.
Anche la scelta dell’avvocato incide: i professionisti con più esperienza nel settore tendono ad avere tariffe più alte, ma spesso offrono maggiore efficienza, possibilità di accordi flessibili, e risultati migliori. Alcuni propongono compensi a esito positivo, cioè da pagare solo in caso di successo; altri richiedono acconti fissi iniziali e poi saldo finale. È fondamentale discutere tutto in modo trasparente fin dal primo colloquio.
Il medico legale è un altro costo importante ma inevitabile. La relazione preliminare può costare tra €300 e €800, mentre una perizia completa può arrivare a €1.500–€3.000, soprattutto se richiede l’intervento di specialisti (chirurghi, neurologi, radiologi, ecc.).
Infine, non bisogna dimenticare le spese vive del processo, come il contributo unificato (una tassa proporzionata al valore della causa), le notifiche, le spese di cancelleria, e gli eventuali costi per i testimoni o gli accessi a documenti pubblici.
In sintesi, ciò che incide davvero sul costo di una causa per malasanità è:
- La complessità tecnica e medica del caso (tipo di errore, specializzazioni coinvolte)
- La qualità e disponibilità della documentazione clinica
- La necessità di accertamento tecnico preventivo (ATP) e consulenze tecniche d’ufficio
- La durata della procedura legale e il numero di fasi processuali
- Le scelte strategiche dell’avvocato (accordi a esito, anticipi, parcelle)
- Il costo del medico legale e di eventuali altri specialisti coinvolti
- Le spese di giustizia: contributo unificato, notifiche, bolli, copie
- La possibilità o meno di accedere al gratuito patrocinio, che può azzerare molte spese
Sapere in anticipo quali sono queste voci e discuterle apertamente con i propri consulenti consente di evitare sorprese e impostare una causa sostenibile dal punto di vista economico. La chiarezza nei preventivi, l’esperienza del team legale e la solidità del caso sono gli elementi chiave per affrontare una causa per malasanità con serenità.
Quanto posso ottenere come risarcimento, in media?
- Danno lieve (invalidità <10%): da € 5.000 a € 20.000
- Danno moderato (invalidità 10–30%): da € 20.000 a € 100.000
- Danno grave (invalidità >40%): da € 100.000 a € 500.000
- Morte del paziente: fino a € 800.000 – 1.000.000 ai familiari
💡 Il costo della causa va sempre confrontato con il valore del danno. In molti casi, il risarcimento ottenuto supera di dieci volte le spese sostenute.
Le competenze degli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità per affrontare una causa sostenibile
Fare causa a una struttura sanitaria può sembrare un percorso costoso e complicato. Ma con l’assistenza giusta, può diventare un cammino possibile, gestibile, vincente.
Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità:
- Offrono se possibile assistenza con pagamento a esito positivo o soluzioni rateizzate
- Gestiscono la causa evitando spese inutili e prevedendo con chiarezza ogni costo
- Utilizzano strumenti alternativi al processo (mediazione, trattative stragiudiziali)
- Difendono il paziente in ogni fase, anche sul piano economico
Chi ha subito un danno non deve temere il tribunale. Deve solo scegliere il legale giusto.
In particolare:
- Consulenza trasparente su costi, tempi e probabilità di successo
- Protezione da spese impreviste o processi infondati
- Accesso a periti e medici legali di alto profilo
- Massima tutela anche nei confronti delle assicurazioni sanitarie
Il vero rischio non è affrontare una causa. È non farlo, e restare senza giustizia.
Qui di seguito tutti i riferimenti del nostro Studio Legale specializzato in risarcimento danni da errori medici: