La mentoplastica, o chirurgia del mento, è un intervento estetico finalizzato a correggere le proporzioni del viso intervenendo sul profilo mandibolare. Può essere eseguita con protesi, avanzamento osseo o lipofilling, e ha l’obiettivo di armonizzare il viso, correggere un mento sfuggente o ridurre un mento prominente. Tuttavia, quando qualcosa va storto, le conseguenze possono essere esteticamente disastrose e fisicamente invalidanti.
Ogni anno in Italia si registrano oltre 5.000 interventi di mentoplastica, secondo i dati delle principali società di chirurgia plastica ed estetica. Purtroppo, circa il 10-15% dei pazienti lamenta risultati insoddisfacenti, asimmetrie, dolore cronico o gravi complicazioni post-operatorie. In molti casi, la colpa è da attribuire a errori tecnici, scarsa esperienza del chirurgo o a un’informazione incompleta sui rischi reali dell’intervento.

Quando si subisce un danno a seguito di una mentoplastica sbagliata, il paziente ha diritto a un risarcimento per danno estetico, biologico, morale ed esistenziale. È fondamentale agire con tempestività, documentare il danno e affidarsi a un avvocato esperto in malasanità estetica.
Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimento Danni Malasanità.
Quali sono gli errori più comuni nella mentoplastica?
Gli errori più comuni nella mentoplastica — l’intervento di chirurgia estetica finalizzato a modificare la forma, la proiezione o la simmetria del mento — possono compromettere in modo evidente l’armonia del profilo e l’equilibrio del volto. Poiché il mento gioca un ruolo fondamentale nella percezione dell’intera fisionomia, un errore anche minimo in questa zona può generare risultati innaturali, asimmetrie marcate o problemi funzionali.
Uno degli errori più frequenti è l’errata valutazione della proporzione tra mento, naso e resto del viso. Se il chirurgo non analizza con precisione il profilo complessivo, può scegliere una protesi troppo grande o troppo piccola, alterando l’equilibrio facciale anziché migliorarlo. Una protesi troppo sporgente può rendere il viso eccessivamente marcato e mascolino, mentre una correzione insufficiente potrebbe non apportare alcun beneficio visibile.
Altro errore frequente riguarda la asimmetria post-operatoria, spesso dovuta a un posizionamento impreciso della protesi o a un avanzamento osseo non ben bilanciato. Anche pochi millimetri di spostamento laterale possono rendere il mento visibilmente inclinato, causando disagio estetico e insoddisfazione.
Nei casi in cui si utilizza una protesi, un errore critico è l’instabilità dell’impianto. Se la protesi non viene fissata correttamente o non si integra bene con i tessuti circostanti, può spostarsi, creare rigonfiamenti asimmetrici o diventare palpabile attraverso la pelle. In alcune situazioni, questo problema richiede la rimozione chirurgica dell’impianto.
Un’altra complicanza è la cicatrizzazione anomala, specialmente se l’accesso è intraorale (dall’interno della bocca) e non viene gestito correttamente. Una scarsa igiene post-operatoria o suture mal eseguite possono portare a infezioni, deiscenze della ferita o formazione di tessuto cicatriziale irregolare.
Tra gli errori più gravi c’è la lesione dei nervi mentonieri, che può provocare intorpidimento permanente, formicolio o perdita di sensibilità del labbro inferiore e del mento. Questo tipo di danno si verifica quando la manovra chirurgica è troppo profonda o troppo vicina al forame mentale, dove passano le terminazioni nervose.
Nei casi di mentoplastica riduttiva o limatura ossea, un errore può consistere nella rimozione eccessiva di tessuto osseo, che indebolisce la struttura mandibolare e compromette la stabilità del profilo. In questi casi si può generare un effetto “mento sfuggente” o una frattura da stress della mandibola.
Un’altra problematica diffusa è la scarsa comunicazione con il paziente sulle aspettative realistiche. Se il chirurgo non spiega chiaramente i limiti dell’intervento, i tempi di guarigione e le possibili complicanze, il paziente può restare deluso anche da un risultato tecnicamente corretto. In alcuni casi, questo porta a un ciclo di revisioni chirurgiche inutili o a stress psicologico importante.
Infine, un errore strategico è quello di trascurare l’analisi tridimensionale del volto. Il mento non deve essere valutato solo da profilo, ma anche frontalmente e in relazione all’asse mandibolare e alla simmetria generale del viso. Ignorare questi elementi può portare a risultati sbilanciati e poco armonici.
In conclusione, gli errori nella mentoplastica derivano da valutazioni estetiche imprecise, tecnica chirurgica non ottimale o mancanza di un approccio personalizzato. Affidarsi a un chirurgo esperto, che conosca a fondo l’anatomia facciale e sia in grado di bilanciare estetica e funzione, è fondamentale per ottenere un risultato naturale, equilibrato e soddisfacente.
Quanto sono frequenti i danni da mentoplastica in Italia?
Le statistiche riportano che:
- Circa il 12% dei pazienti richiede un intervento correttivo entro i 12 mesi successivi;
- Il 30% delle complicazioni riguarda risultati estetici insoddisfacenti;
- Il 20% delle segnalazioni riguarda dolore persistente o alterazioni neurologiche;
- Il 10% dei casi problematici è dovuto all’uso di protesi non certificate o non idonee;
- Cresce il numero di pazienti danneggiati da interventi eseguiti all’estero o in cliniche low-cost italiane.
Quando si configura la responsabilità medica nella mentoplastica sbagliata?
La responsabilità medica nella mentoplastica sbagliata si configura quando il paziente subisce un danno estetico o funzionale a causa di un errore tecnico, di una pianificazione inadeguata dell’intervento o di una cattiva gestione del post-operatorio. La mentoplastica, che mira a correggere difetti del mento come retrusione, sporgenza e asimmetria, richiede un’elevata precisione sia nella diagnosi pre-operatoria che nell’esecuzione chirurgica, poiché incide direttamente sull’armonia del volto.
Uno degli errori più comuni riguarda l’eccessiva o insufficiente correzione del profilo. Se il chirurgo inserisce un impianto troppo grande o lo posiziona in modo errato, il volto può apparire sproporzionato, innaturale o asimmetrico. In caso di mentoplastica riduttiva, una resezione ossea troppo aggressiva può compromettere la struttura mandibolare, alterare la masticazione o provocare cedimenti cutanei. Tali esiti, se evitabili con una migliore progettazione pre-operatoria o una maggiore perizia tecnica, possono determinare la responsabilità del chirurgo.
Anche le complicanze funzionali, come la perdita di sensibilità del labbro inferiore o della regione mentoniera, sono segni di un intervento condotto con scarsa attenzione all’anatomia del nervo mentoniero. Una disattenzione di questo tipo può sfociare in danni permanenti, a volte anche invalidanti, che aggravano la posizione di responsabilità del professionista.
Le complicanze post-operatorie possono comprendere infezioni, mobilità dell’impianto, cicatrici interne palpabili, retrazione dei tessuti o mal posizionamento visibile del materiale protesico. Se non vengono trattate tempestivamente o se il paziente non riceve un adeguato supporto nella fase di guarigione, si può parlare di omessa assistenza post-operatoria, una delle principali fonti di contenzioso medico-legale.
Il consenso informato è un caposaldo imprescindibile in chirurgia estetica. Il paziente deve ricevere spiegazioni complete e comprensibili sui limiti dell’intervento, sulle tecniche disponibili, sui rischi specifici e sulle realistiche aspettative di risultato. Se il chirurgo omette o minimizza le possibili complicazioni, non mostra fotografie pre e post-operatorie o non documenta il colloquio, può configurarsi una responsabilità per lesione del diritto all’autodeterminazione.
Dal punto di vista giuridico, la mentoplastica rientra tra gli interventi con obbligazione di risultato, tipici della chirurgia estetica. Il chirurgo non è tenuto solo ad agire con diligenza, ma anche a ottenere un esito coerente con quanto promesso o prospettato. In sede giudiziaria, la responsabilità contrattuale comporta che sia il medico a dover dimostrare di aver operato secondo le regole dell’arte e che il risultato non sia stato raggiunto per cause non imputabili a lui.
La consulenza tecnica d’ufficio (CTU) è essenziale per valutare l’adeguatezza della tecnica chirurgica, la correttezza delle indicazioni pre-intervento, la gestione delle complicanze e l’effettiva differenza tra il risultato ottenuto e quello ragionevolmente atteso. In presenza di asimmetrie evidenti, deformazioni, cicatrici o compromissioni funzionali, il perito può riconoscere la presenza di un danno medico-estetico.
Il risarcimento può comprendere il danno estetico, il danno biologico e morale, nonché quello esistenziale nei casi più gravi. Se il risultato errato compromette l’autostima del paziente, la sua vita relazionale o professionale, l’indennizzo può essere significativo. Il giudice tiene conto anche della possibilità o meno di un intervento correttivo, dei costi sostenuti e delle conseguenze permanenti.
Per prevenire la responsabilità medica in mentoplastica, il chirurgo deve adottare un approccio altamente personalizzato, fondato su analisi morfologiche dettagliate, tecniche chirurgiche precise e un dialogo onesto con il paziente. L’utilizzo di simulazioni 3D, fotografie comparative, e la redazione di un consenso informato puntuale sono strumenti indispensabili per garantire sicurezza clinica e chiarezza relazionale. Solo attraverso un’attenta pianificazione e una scrupolosa esecuzione si può evitare che un intervento volto a migliorare l’aspetto si trasformi in un danno da risarcire.
Quali leggi tutelano chi ha subito un danno da mentoplastica?
Il quadro normativo italiano prevede diverse disposizioni a tutela del paziente danneggiato:
- Legge Gelli-Bianco (L. 24/2017): regola la responsabilità sanitaria e impone l’assicurazione obbligatoria a medici e strutture;
- Articolo 2043 del Codice Civile: riconosce il diritto al risarcimento per ogni danno ingiusto causato da fatto illecito;
- Articolo 2236 del Codice Civile: stabilisce che in caso di attività complesse (come la chirurgia estetica) il medico risponde solo per colpa grave;
- Articolo 590 del Codice Penale: sanziona le lesioni personali colpose per negligenza o imprudenza sanitaria;
- Codice Deontologico Medico, che impone obblighi di diligenza, perizia e trasparenza.
Esempi di risarcimenti ottenuti per mentoplastica sbagliata
- Caso di protesi mal posizionata con asimmetria e dolore cronico: il paziente ha riportato un danno permanente al profilo e alla sensibilità cutanea.
Risarcimento ottenuto: 450.000 euro. - Caso di retrusione eccessiva post-mentoplastica riduttiva: la paziente ha sviluppato un’alterazione importante del profilo e una compromissione psicologica.
Risarcimento ottenuto: 520.000 euro. - Caso di infezione grave con necessità di rimozione della protesi: intervento eseguito in clinica non accreditata.
Risarcimento ottenuto: 600.000 euro.
A chi rivolgersi per ottenere un risarcimento per mentoplastica sbagliata?
La chirurgia del mento ha un impatto diretto sull’armonia del volto e sulla percezione di sé. Quando l’intervento fallisce, può provocare danni permanenti e profonde sofferenze psicologiche. Per questo è essenziale affidarsi a un team legale con esperienza specifica in chirurgia estetica.
Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità, in collaborazione con medici legali, chirurghi plastici indipendenti e psicologi forensi, offrono un’assistenza completa per:
- Analizzare la documentazione clinica e fotografica;
- Valutare il danno biologico, estetico e morale con perizie dettagliate;
- Avviare una trattativa o procedura legale per ottenere il massimo risarcimento possibile;
- Difendere il paziente anche in caso di intervento eseguito all’estero o in cliniche private non autorizzate.
Conclusioni: agire subito per recuperare dignità e giustizia
Un errore in mentoplastica non è solo una questione estetica: è un trauma che può colpire l’identità, la vita sociale e la salute mentale. Non lasciare che un errore medico comprometta ciò che sei.
Per ottenere un risarcimento serve tempestività, prove solide e assistenza professionale. Non aspettare che il tempo giochi contro di te: i termini di prescrizione sono limitati e la documentazione deve essere raccolta subito.
Contatta ora gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità per una valutazione del tuo caso. Il tuo volto, la tua autostima e i tuoi diritti meritano protezione.
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