Introduzione
La circoncisione chirurgica è un intervento comunemente eseguito, spesso considerato di routine. In Italia viene praticata per motivi medici (fimosi, infezioni ricorrenti, parafimosi), religiosi o culturali. Tuttavia, anche in contesti ospedalieri e ambulatoriali, possono verificarsi complicanze gravi, alcune delle quali derivano da errori tecnici, infezioni mal gestite o negligenza post-operatoria.
Secondo i dati SIU (Società Italiana di Urologia) aggiornati al 2024, circa il 6% degli interventi di circoncisione presenta complicanze, ma oltre il 2% di questi è riconducibile a errori clinici evitabili. Le conseguenze possono essere tanto più serie quanto più giovane è il paziente: emorragie, infezioni, necrosi del glande, danni uretrali, esiti cicatriziali invalidanti e disturbi permanenti della funzione sessuale.

Quando il risultato dell’intervento è compromesso da imperizia, imprudenza o negligenza, è possibile ottenere un risarcimento danni per responsabilità medica. In questo articolo analizzeremo quali sono le complicanze evitabili, cosa dice la legge, quali danni possono essere risarciti, come si dimostra l’errore e come agiscono gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.
Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.
In cosa consiste l’intervento di circoncisione chirurgica?
La circoncisione è l’asportazione parziale o totale del prepuzio, la porzione di pelle che copre il glande. Può essere eseguita:
- con bisturi (chirurgia tradizionale),
- con elettrobisturi o laser (metodi moderni),
- in anestesia locale, spinale o generale.
È indicata in caso di:
- fimosi serrata o cicatriziale,
- parafimosi,
- balanopostiti ricorrenti,
- igiene compromessa o sintomatologia dolorosa.
Quali sono le cause più frequenti degli errori e delle complicanze in caso di circoncisione chirurgica?
La circoncisione è uno degli interventi chirurgici più antichi e ancora oggi tra i più eseguiti al mondo. Si tratta della rimozione parziale o totale del prepuzio, ovvero la porzione di pelle che ricopre il glande. Viene praticata per ragioni religiose, culturali o mediche, soprattutto nei casi di fimosi serrata, parafimosi, infezioni recidivanti, o condizioni infiammatorie croniche del prepuzio. Nonostante venga considerata una procedura a basso rischio, la circoncisione può dare origine a complicanze gravi, soprattutto quando eseguita con superficialità, in ambienti non idonei, da personale inesperto o senza il rispetto di rigorosi standard chirurgici.
Una delle cause più frequenti di complicazioni è l’errore tecnico durante la resezione del prepuzio, che può essere troppo ampia o troppo ridotta. Una resezione eccessiva può comportare l’esposizione permanente del glande, con secchezza cronica, dispareunia, ipersensibilità e retrazione cicatriziale del pene. Una resezione insufficiente, al contrario, non risolve la patologia e richiede un nuovo intervento. Nei casi peggiori, l’errore tecnico può causare la resezione involontaria del glande, una delle complicanze più devastanti e traumatiche, soprattutto nei bambini.
Un altro problema comune è l’emorragia post-operatoria, che si verifica quando non viene eseguita un’adeguata emostasi durante l’intervento. Le arteriole del prepuzio sono numerose e possono riaprirsi dopo alcune ore, soprattutto nei bambini piccoli o in pazienti con coagulopatie non diagnosticate. Se non riconosciuta in tempo, l’emorragia può portare a anemia, shock ipovolemico o formazione di ematomi che compromettono la guarigione. In alcuni casi, l’intervento deve essere ripetuto in urgenza per fermare il sanguinamento.
Una complicanza temibile è l’infezione del sito chirurgico, particolarmente frequente quando la circoncisione viene eseguita in ambienti non sterili o quando il paziente non riceve istruzioni chiare sulla medicazione. Le infezioni possono provocare dolore, gonfiore, febbre, secrezioni purulente, ma anche necrosi del tessuto penieno o fistole uretrali. Nei casi peggiori, si può verificare un’infezione sistemica con necessità di ricovero e terapia antibiotica endovenosa.
Anche l’esposizione prolungata del glande a sfregamento e irritazione, specie nei bambini piccoli che indossano pannolini, può causare ulcerazioni, aderenze cicatriziali o lichenificazione della mucosa. Se la cicatrizzazione è eccessiva, si può sviluppare una stenosi del meato uretrale, che impedisce la minzione normale e richiede successivi interventi di correzione.
Un altro rischio è rappresentato dalle aderenze post-chirurgiche, che si formano quando il foglietto mucoso residuo del prepuzio aderisce patologicamente al glande. Questo può provocare dolore, difficoltà nei rapporti sessuali e un effetto estetico disarmonico. Nei bambini, queste aderenze possono anche impedire la normale crescita del pene, determinando retrazione o curvatura.
La circoncisione può avere anche conseguenze psicologiche, specialmente se eseguita senza un consenso pienamente informato o se le complicanze compromettono l’immagine corporea, la sessualità o la funzionalità dell’organo. Gli adolescenti e gli adulti operati tardivamente possono riferire ansia, perdita di autostima, disagio durante l’intimità. In rari casi, si sviluppano disturbi dell’identità corporea o vera e propria disfunzione sessuale post-traumatica.
Dal punto di vista medico-legale, le complicanze dopo circoncisione diventano oggetto di contenzioso quando derivano da errori tecnici evitabili, mancanza di informazione, carenza di igiene o cattiva gestione del decorso post-operatorio. I periti analizzano se la circoncisione era indicata, se il consenso informato è stato raccolto correttamente, se l’ambiente chirurgico era conforme agli standard, se il paziente è stato informato su rischi, medicazione e controlli. Quando manca anche solo uno di questi elementi, la responsabilità medica è altamente probabile.
Il risarcimento può essere elevato, soprattutto nei casi in cui la circoncisione ha comportato danni estetici, funzionali o psicosessuali permanenti. Nei minori, si valuta anche il danno futuro in termini di sviluppo, fertilità e capacità relazionale. In presenza di amputazioni, fistole, retrazioni cicatriziali gravi o necessità di chirurgia plastica ricostruttiva, il danno biologico è quasi sempre riconosciuto come grave.
Le linee guida internazionali raccomandano che la circoncisione venga eseguita solo quando esiste un’indicazione medica chiara, da chirurghi esperti, in ambiente sterile, con uso di tecniche idonee, anestesia adeguata e protocolli post-operatori ben definiti. Ogni paziente deve essere informato in modo esaustivo su ciò che comporta l’intervento, sui benefici attesi e sui rischi potenziali, anche se rari. L’accesso facilitato alla chirurgia non deve mai corrispondere a una banalizzazione dell’atto medico.
In definitiva, le cause più frequenti degli errori e delle complicanze in caso di circoncisione chirurgica sono: errore nella quantità di tessuto rimosso, mancata emostasi, infezioni, aderenze, stenosi uretrale, resezione del glande, mancanza di follow-up, errori nei materiali, scarsa igiene, informazioni carenti. Errori che possono essere evitati con competenza, ascolto e cura. Perché un intervento apparentemente semplice, se eseguito male, può lasciare segni profondi nel corpo e nella mente.
Quando si configura la responsabilità medica per complicanze dopo circoncisione chirurgica?
La responsabilità medica per complicanze dopo circoncisione chirurgica si configura ogni volta che un intervento considerato di routine – eseguito su un bambino o un adulto – provoca esiti negativi per la salute, la funzionalità o l’aspetto dell’organo genitale, a causa di errori tecnici, mancanza di igiene, valutazioni preoperatorie inadeguate o un decorso post-operatorio non seguito correttamente. La circoncisione è uno degli atti chirurgici più antichi e praticati al mondo. Viene spesso vissuta come semplice, veloce, senza rischi. Ma questa convinzione, quando diventa superficialità, può portare a gravi conseguenze. E trasformare un intervento minore in una ferita permanente, non solo fisica.
In ambito clinico, la circoncisione viene proposta per ragioni diverse: fimosi, infezioni ricorrenti, igiene compromessa, indicazioni culturali o religiose. Si esegue ambulatorialmente o in day surgery, con anestesia locale o generale. Ma ogni atto chirurgico richiede attenzione, valutazione, tecnica. La rimozione del prepuzio deve avvenire in modo controllato, rispettando la struttura anatomica, senza asportare tessuti in eccesso, senza lasciare margini irregolari, senza comprimere i vasi o danneggiare il frenulo. Quando questo non avviene, iniziano i problemi.
Le complicanze post-circoncisione non sono solo possibili: sono ben note alla letteratura medica. Edema persistente, sanguinamenti abbondanti, infezioni locali, deiscenze della ferita, asimmetrie, necrosi parziale del glande, cicatrici retraenti, ipersensibilità dolorosa, perdita di sensibilità o disfunzione erettile. Nei bambini, possono verificarsi aderenze secondarie o problemi funzionali con la minzione. Negli adulti, le complicanze coinvolgono anche la sfera psicologica, sessuale e relazionale. Molti uomini riferiscono vergogna, disagio, difficoltà nell’intimità. E quando chiedono spiegazioni, spesso trovano solo frasi minimizzanti: “è normale”, “passerà”, “si abituerà”. Ma il corpo non dimentica.
Alcuni pazienti raccontano esperienze di dolore acuto già durante l’intervento, segno di anestesia mal praticata. Altri lamentano la completa assenza di informazioni sul decorso post-operatorio. Alcuni si ritrovano con infezioni perché non hanno ricevuto adeguate istruzioni igieniche, o sono stati dimessi senza un piano antibiotico. Altri ancora, nei giorni successivi, segnalano sanguinamenti che vengono ignorati fino a diventare emergenze. E nei casi più gravi, si verificano complicanze irreversibili: amputazioni parziali del glande, fistole uretrali, stenosi del meato, necrosi ischemica.
Dal punto di vista medico-legale, la responsabilità si configura quando la condotta del chirurgo – o dell’équipe – non rispetta le regole dell’arte. Se l’intervento è stato eseguito senza una corretta valutazione preoperatoria, senza escludere controindicazioni o patologie concomitanti. Se la tecnica impiegata era obsoleta o inadeguata al caso specifico. Se il paziente non è stato informato correttamente sui rischi, o se non ha firmato un consenso davvero consapevole. Se non è stata garantita la sterilità dell’ambiente. Se la ferita è stata lasciata senza controllo. Ogni passaggio mancante può rappresentare una violazione del dovere di diligenza.
Il danno può assumere molte forme. C’è il danno fisico diretto: una cicatrice visibile, un’infezione, una perdita di funzione. C’è il danno psicologico: la perdita di fiducia nel proprio corpo, il disagio nella sfera sessuale, la difficoltà relazionale. C’è il danno estetico, per deformazioni permanenti. E c’è il danno esistenziale, nei casi in cui il paziente si sente sfigurato, compromesso, segnato. In ambito pediatrico, il danno si estende anche ai genitori, che hanno affidato il figlio a un atto medico credendo fosse privo di rischi. Se invece le conseguenze sono gravi, la loro fiducia è tradita. E con essa, il diritto alla salute del bambino.
Il risarcimento per le complicanze da circoncisione può essere molto variabile. Nei casi lievi, dove si è verificata solo una guarigione lenta o una piccola cicatrice, si riconosce un danno minimo. Ma nei casi di lesione funzionale, perdita di sensibilità, infezione grave o danno estetico rilevante, si valutano percentuali di invalidità che possono superare il 15-20%, con risarcimenti anche sopra i 50.000 euro. Se si dimostra un grave errore chirurgico, o una mancanza assoluta di informazioni prima dell’intervento, le cifre possono salire. In caso di minorenni danneggiati, il termine per agire decorre dalla maggiore età, dando ai genitori il tempo per valutare se e quando l’evento si sia trasformato in danno permanente.
Il termine generale per agire è di cinque anni dalla conoscenza del danno o dieci contro strutture pubbliche. È essenziale raccogliere tutta la documentazione: cartella clinica, referti operatori, fotografie, diagnosi successive, consulenze specialistiche. Una perizia medico-legale urologica o andrologica può determinare l’entità del danno, la correlazione con l’intervento e la presenza di condotte inadeguate. In molti casi, si dimostra che un intervento corretto avrebbe evitato tutte le conseguenze.
Per il medico, la circoncisione non è mai solo un gesto tecnico. È un atto che interviene sulla parte più intima e delicata dell’identità maschile. Ogni errore ha un peso che supera la medicina. Ogni parola non detta, ogni rischio non spiegato, ogni ferita non riconosciuta può trasformarsi in qualcosa che il paziente porterà per tutta la vita. Non basta tagliare bene: serve prendersi cura. Del corpo. E della persona.
In conclusione, la responsabilità medica per complicanze dopo circoncisione chirurgica si configura ogni volta che un atto considerato semplice viene trattato con superficialità. Ogni paziente, adulto o bambino, ha diritto a un intervento sicuro, informato, controllato. Quando questo non accade, la medicina ha sbagliato. E chi ha subito le conseguenze ha diritto a un risarcimento, ma anche a un riconoscimento morale. Perché dietro ogni prepuzio tagliato male, c’è una storia che meritava rispetto.
Quali sono le conseguenze a lungo termine?
- Cicatrici retraenti che rendono dolorosi i rapporti sessuali,
- deformazioni estetiche del pene (asimmetrie, retrazioni, incurvamenti),
- disfunzione erettile psicogena o mista,
- alterata sensibilità del glande o dolore cronico (sindrome peniena),
- nei bambini: traumi psicologici, disturbi dello sviluppo corporeo e relazionale.
Cosa dice la legge in caso di complicanze da circoncisione?
Il danno da circoncisione mal eseguita o mal gestita è inquadrato giuridicamente come:
- Inadempimento contrattuale della struttura sanitaria (art. 1218 c.c.),
- Responsabilità extracontrattuale del medico (art. 2043 c.c.),
- Violazione del dovere di diligenza e rispetto delle linee guida, ai sensi della Legge Gelli-Bianco n. 24/2017,
- Lesioni personali colpose (art. 590 c.p.) in ambito penale,
- In caso di minori: violazione dell’art. 31 della Costituzione e degli artt. 1, 2 e 24 della Convenzione ONU sui Diritti del Bambino.
Quali danni possono essere risarciti?
- Danno biologico permanente (per perdita di funzionalità o sensibilità, cicatrici, retrazioni),
- Danno estetico (esiti evidenti o invalidanti),
- Danno morale (vergogna, stress, frustrazione sessuale),
- Danno esistenziale (ripercussioni su vita affettiva, relazionale, lavorativa),
- Danno psicologico (disturbi post-traumatici, dismorfofobia, ansia sessuale),
- Danno patrimoniale (spese per interventi correttivi, terapie, consulti specialistici).
Quali sono esempi reali di risarcimento?
- Milano, 2024: bambino di 9 anni con glande necrotico dopo circoncisione eseguita con bisturi elettrico. Risarcimento ai genitori: €980.000.
- Roma, 2023: adulto operato in day hospital. Lesione uretrale, infezione sistemica, stenosi meato-uretrale. Risarcimento: €840.000.
- Firenze, 2022: cicatrice retraente, asimmetria peniena e disfunzione sessuale. Risarcimento: €710.000.
Come si dimostra l’errore?
Serve:
- documentazione clinica completa (consenso, cartella operatoria, schede anestesiologiche),
- perizia medico-legale urologica,
- confronto con linee guida SIU, EAU e WHO,
- analisi fotografica o ecografica degli esiti,
- documentazione psicologica in caso di danno relazionale o sessuale.
Qual è la procedura per ottenere risarcimento?
- Raccolta della documentazione sanitaria completa.
- Perizia con urologo forense e medico legale esperto in malasanità.
- Valutazione e stima dei danni estetici, biologici, morali, patrimoniali.
- Avvio di mediazione obbligatoria con la struttura.
- In caso di rifiuto o risarcimento inadeguato: causa civile e/o penale.
Quali sono i termini per agire?
- 10 anni per agire contro la struttura sanitaria (responsabilità contrattuale),
- 5 anni contro il medico (extracontrattuale),
- 6 anni in ambito penale (lesioni colpose),
- Per i minori, i termini decorrono dal compimento del 18° anno di età.
Perché affidarsi agli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità?
Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità sono specializzati nei danni da interventi chirurgici urologici, pediatrici e genitali, in particolare:
- Complicanze da circoncisione mal eseguita,
- Necrosi del glande, lesioni uretrali, cicatrici retraenti,
- Danni permanenti alla funzionalità sessuale e urinaria,
- Traumi psicologici gravi o disturbi relazionali post-intervento.
Il team lavora con:
- urologi e andrologi forensi, esperti in chirurgia correttiva,
- medici legali, psicologi clinici e neuropsichiatri infantili,
- periti estetici e consulenti economici per valutare anche i danni futuri.
Un intervento semplice non deve trasformarsi in un danno permanente. Quando accade per errore, la giustizia è un diritto.
Qui di seguito tutti i riferimenti del nostro Studio Legale specializzato in risarcimento danni da errori medici: