Qual è il risarcimento per i familiari di un paziente morto per malasanità?

Introduzione: quando il danno è irreparabile, la legge risponde

La morte di una persona cara a causa di un errore medico è tra gli eventi più dolorosi e ingiusti che una famiglia possa affrontare.
In un momento di sofferenza totale, si aggiunge spesso la sensazione di abbandono, di ingiustizia, di impotenza. Ma il diritto, quando la medicina ha fallito, può intervenire. Può riconoscere il torto subito, individuare il responsabile e garantire un risarcimento.

Il risarcimento economico non sostituisce mai l’affetto, la presenza, la vita condivisa. Ma è uno strumento legale per ristabilire un minimo di equità. E per aiutare la famiglia a ricostruire la propria esistenza, anche sul piano materiale, quando perde un genitore, un coniuge, un figlio, un fratello.

In questo articolo affrontiamo con precisione le domande più importanti:

  • Chi ha diritto al risarcimento in caso di morte per malasanità?
  • Quanto può ottenere ogni familiare?
  • Come si calcola il danno da perdita del rapporto parentale?
  • Quali prove servono?
  • Cosa dicono le tabelle di risarcimento aggiornate al 2025?
  • E come agiscono gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità per tutelare pienamente ogni familiare coinvolto.

Ma andiamo ora ad approfondire con gli avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità.

Chi può chiedere il risarcimento in caso di decesso da errore medico?

In caso di decesso causato da un errore medico, possono chiedere il risarcimento i familiari del paziente, sia in qualità di eredi che come soggetti danneggiati direttamente dalla perdita. La legge riconosce infatti due tipi distinti di danno risarcibile: il danno iure hereditatis e il danno iure proprio, entrambi legittimamente azionabili da chi ha un legame giuridico o affettivo con la persona deceduta. A seconda delle circostanze, può trattarsi di un coniuge, di figli, genitori, fratelli, conviventi o altri parenti, purché abbiano subito un pregiudizio effettivo a causa della morte.

Il danno iure hereditatis è quello che il paziente avrebbe potuto chiedere se fosse rimasto in vita: si trasmette agli eredi e riguarda, ad esempio, la sofferenza provata tra l’evento dannoso e la morte, il danno biologico terminale, i giorni di agonia, la consapevolezza della fine imminente. Questo tipo di danno può essere risarcito se il decesso non è stato immediato e se la persona ha vissuto, anche solo per un breve periodo, gli effetti dell’errore medico. A chiederlo sono gli eredi legittimi o testamentari, cioè coloro che subentrano nei diritti della persona defunta: in genere il coniuge, i figli, i genitori, o altri eredi indicati nel testamento.

Il danno iure proprio, invece, è il risarcimento riconosciuto al familiare stesso, per la perdita di un legame affettivo profondo e insostituibile. Questo danno ha natura morale ed esistenziale e viene valutato in base alla vicinanza e alla qualità del rapporto con il defunto. Non serve essere eredi: anche un familiare non ereditario (come un fratello non convivente o un nipote molto legato al paziente) può richiedere questo risarcimento, se dimostra di aver subito una sofferenza reale per la perdita. I soggetti che più frequentemente lo chiedono sono:

  • Coniuge o partner unito civilmente
  • Figli, anche maggiorenni e non conviventi
  • Genitori del defunto, anche se anziani o separati
  • Fratelli o sorelle, soprattutto se conviventi o molto legati
  • Convivente more uxorio, anche se non sposato, se dimostra stabilità e legame affettivo
  • In casi particolari, nonni, nipoti o amici stretti, se vi è un rapporto provato e continuativo

Il valore del risarcimento per danno da perdita parentale viene calcolato in base a criteri tabellari, come quelli del Tribunale di Milano, che indicano una forchetta economica in funzione del legame, dell’età delle parti, della convivenza e dell’intensità della relazione. Per esempio, un figlio che perde un genitore può ricevere da €100.000 a €300.000; un genitore che perde un figlio, da €150.000 a €300.000; un coniuge, da €160.000 a €280.000. Fratelli e altri parenti possono ottenere cifre tra €20.000 e €100.000, in base alla vicinanza del rapporto.

Per ottenere il risarcimento, i familiari devono:

  1. Dimostrare che il decesso è dipeso da un errore medico, tramite una consulenza medico-legale
  2. Dimostrare il legame affettivo o familiare con la persona deceduta, tramite documenti (certificati, stato di famiglia, foto, testimonianze, corrispondenza)
  3. Avviare una richiesta formale di risarcimento verso l’ospedale o il medico responsabile, tramite un avvocato esperto
  4. Affrontare un accertamento tecnico preventivo (ATP) o, se necessario, una causa civile

In sintesi, può chiedere il risarcimento in caso di decesso per errore medico:

  • Chi subentra come erede della persona deceduta (per il danno trasmissibile: sofferenze pre-morte, invalidità terminale)
  • Chi ha subito un danno personale per la perdita del rapporto affettivo (coniuge, figli, genitori, fratelli, conviventi, in casi particolari anche altri parenti)

Il riconoscimento del danno richiede una solida documentazione, una perizia medico-legale chiara e l’assistenza di un avvocato esperto in responsabilità sanitaria. Solo così è possibile ottenere un risarcimento giusto e proporzionato alla gravità della perdita.

Quali tipi di danni da malasanità si risarciscono ai familiari?

Nei casi di malasanità, anche i familiari della persona danneggiata o deceduta possono ottenere un risarcimento, a condizione che dimostrino di aver subito un pregiudizio concreto in conseguenza dell’errore medico. La legge e la giurisprudenza riconoscono infatti che non è solo il paziente a subire le conseguenze di un evento sanitario dannoso: anche i suoi congiunti possono soffrire perdite affettive, morali, psicologiche ed economiche. I danni risarcibili ai familiari si distinguono in danni diretti (jure proprio) e danni ereditari (jure hereditatis), ognuno con caratteristiche e presupposti specifici.

Il danno jure proprio è il danno personale del familiare, che nasce dal fatto stesso della malasanità e colpisce direttamente chi è legato affettivamente alla vittima. È il caso, ad esempio, di un coniuge che soffre per la perdita del partner, di un figlio che perde un genitore, o di un genitore che assiste all’aggravamento delle condizioni di salute del figlio. I principali tipi di danni risarcibili in questo ambito sono:

  • Danno da perdita del rapporto parentale: è il più riconosciuto e riguarda il dolore e lo sconvolgimento causato dalla morte del paziente. Viene liquidato in base all’intensità del legame familiare, all’età delle parti, alla convivenza e alla dimostrazione di un legame affettivo solido. Può essere riconosciuto a coniugi, figli, genitori, fratelli, conviventi more uxorio e, in casi particolari, anche a nonni o nipoti.
  • Danno morale: è il turbamento interiore, l’angoscia e la sofferenza psichica provata dal familiare a causa di un grave danno non letale subito dalla persona cara. Può essere riconosciuto anche se il paziente sopravvive, ma con invalidità gravi o con perdita dell’autosufficienza. È tipico, ad esempio, del genitore che assiste a un peggioramento irreversibile del figlio o del coniuge che vive accanto a una persona ormai non autosufficiente.
  • Danno esistenziale: è il cambiamento forzato e negativo nelle abitudini di vita del familiare. Viene riconosciuto, ad esempio, al coniuge o al figlio che deve rinunciare al lavoro per assistere quotidianamente il paziente, oppure a chi subisce un peggioramento radicale della qualità della propria vita per occuparsi del familiare malato.

Il danno jure hereditatis, invece, è il danno trasmesso dalla persona deceduta ai suoi eredi. In pratica, si risarcisce ciò che il paziente avrebbe potuto chiedere se fosse rimasto in vita, ma che non ha fatto in tempo a reclamare. Viene riconosciuto quando la morte non è stata istantanea, e il paziente ha vissuto — anche per un breve tempo — sofferenze fisiche o morali, consapevolezza dell’errore subito, o ha subito una invalidità terminale prima del decesso. Questi danni vengono trasmessi agli eredi (coniugi, figli, genitori o altri soggetti indicati nel testamento) e possono includere:

  • Danno biologico terminale (invalidità e dolore fisico prima della morte)
  • Danno morale soggettivo (angoscia e consapevolezza dell’aggravarsi irreversibile della propria condizione)
  • Danno patrimoniale subito dal defunto, ad esempio spese mediche sostenute prima della morte o mancati redditi

Entrambi i tipi di danno possono essere richiesti in modo cumulativo, se ne ricorrono le condizioni. Per esempio, un figlio può chiedere sia il risarcimento del danno jure hereditatis (in quanto erede del padre deceduto per errore medico), sia il danno jure proprio (in quanto soggetto che ha subito direttamente la perdita affettiva del genitore).

In sintesi, i principali tipi di danni da malasanità risarcibili ai familiari sono:

  • Danno da perdita del rapporto parentale (in caso di morte del paziente)
  • Danno morale (per la sofferenza causata dalla condizione grave del congiunto)
  • Danno esistenziale (per cambiamenti negativi nella propria vita a causa del danno subito dal familiare)
  • Danno jure hereditatis (trasmesso dagli eredi in caso di morte non istantanea: dolore, invalidità, consapevolezza del danno)
  • Danni patrimoniali derivati, come spese mediche, assistenza, perdita di reddito familiare

Per ottenere il risarcimento è necessario dimostrare con prove concrete l’esistenza del legame familiare, l’effettivo impatto del danno sulla vita del familiare e, nei casi di morte, le circostanze e la dinamica del decesso. È fondamentale farsi assistere da un avvocato esperto in responsabilità medica e da un medico legale, in grado di quantificare correttamente i danni e supportare la richiesta con perizie e documenti adeguati. Solo così è possibile ottenere un risarcimento giusto, proporzionato e completo.

Quanto può ottenere un familiare come risarcimento?

Dipende da diversi fattori:

  • Grado di parentela
  • Età del defunto e del familiare
  • Convivenza
  • Intensità del legame affettivo
  • Eventuale presenza di figli minori
  • Prova della sofferenza morale e della perdita relazionale

Tabelle di Milano 2025 – valori orientativi:

ParenteRange risarcibile stimato
Coniuge/partner€ 160.000 – € 350.000
Figlio (minore)€ 200.000 – € 400.000
Figlio (maggiorenne)€ 100.000 – € 300.000
Genitore€ 150.000 – € 300.000
Fratello/sorella€ 30.000 – € 150.000
Nonni, zii (se conviventi)€ 20.000 – € 80.000

📌 I valori possono aumentare fino al 50% in caso di legami particolarmente intensi, figli disabili o minori, morte improvvisa e crudele, errori gravi o colpevoli.

Quali prove servono per ottenere il risarcimento da malasanità se sei un familiare della vittima?

Per ottenere un risarcimento da malasanità in qualità di familiare della vittima, è fondamentale raccogliere e presentare un insieme di prove documentali, mediche e personali che dimostrino in modo chiaro e fondato sia l’errore medico che il danno subito, diretto o indiretto. A differenza del paziente danneggiato in prima persona, il familiare deve provare non solo l’esistenza del fatto illecito, ma anche il legame affettivo o giuridico con la vittima e le conseguenze personali subite a causa dell’evento.

La prima prova necessaria è la documentazione sanitaria della vittima, cioè la cartella clinica completa rilasciata dall’ospedale o dalla struttura sanitaria coinvolta. Questo fascicolo deve contenere referti, esami, diario clinico, terapie prescritte, interventi effettuati, annotazioni mediche e infermieristiche, consenso informato (se presente), e ogni altro elemento utile a ricostruire la storia clinica del paziente. Serve a dimostrare che vi è stata una condotta sanitaria errata, una negligenza, una violazione di protocolli, oppure un’omissione.

A questa si aggiunge la relazione medico-legale, redatta da uno specialista incaricato dalla famiglia o richiesto dal giudice. È un documento tecnico indispensabile per accertare l’errore medico, il nesso di causalità tra condotta e danno, e la natura e gravità delle lesioni. Se si tratta di un decesso, la perizia medico-legale stabilirà se la morte è conseguenza diretta dell’errore, se vi è stato un periodo di agonia, invalidità terminale o consapevolezza dell’avvicinarsi della morte (danno biologico e morale trasmissibile).

Per provare il danno jure proprio (cioè il danno personale del familiare), sono fondamentali:

  • Certificati anagrafici e documenti di stato civile che attestino il legame familiare: matrimonio, nascita, convivenza, unione civile, stato di famiglia
  • Prove della convivenza (residenza comune, bollette, dichiarazioni dei redditi congiunte, ecc.), specialmente per conviventi more uxorio
  • Testimonianze (di amici, vicini, colleghi) che confermino l’intensità del rapporto affettivo
  • Foto, messaggi, lettere, video, registrazioni che documentano la relazione e la sofferenza seguita al danno
  • Certificazioni psicologiche o psichiatriche, se il familiare ha sviluppato disturbi da lutto o stress post-traumatico a seguito dell’evento
  • Prove dell’impatto esistenziale, come dimissioni dal lavoro per assistenza, perdita di reddito, rinunce personali

Nel caso in cui il familiare agisca anche jure hereditatis (cioè come erede della vittima), dovrà dimostrare di essere legittimato a ricevere i diritti trasmissibili del defunto. Serve quindi:

  • Certificato di morte
  • Certificato di stato di famiglia storico o dichiarazione di successione
  • Eventuale testamento o atto notarile di accettazione dell’eredità

Se il danno è economico (ad esempio, perdita del reddito familiare o spese straordinarie per cure, funerale, assistenza), servono anche:

  • Documenti fiscali: dichiarazioni dei redditi, buste paga, bilanci
  • Fatture e ricevute: per spese mediche, psicologiche, funerarie, trasporti, assistenza
  • Preventivi e relazioni tecniche: per cure future o costi di assistenza continuativa

Infine, la richiesta di risarcimento deve essere formalizzata con l’assistenza di un avvocato, tramite:

  • Diffida scritta all’ospedale o alla compagnia assicurativa
  • Eventuale istanza di accertamento tecnico preventivo (ATP) al tribunale
  • Se necessario, atto di citazione per avviare una causa civile

In sintesi, le prove che servono per ottenere il risarcimento da malasanità come familiare della vittima sono:

  • Cartella clinica completa della vittima
  • Perizia medico-legale che accerta l’errore e il nesso causale
  • Documenti anagrafici per dimostrare il legame (matrimonio, nascita, convivenza)
  • Prove dell’affetto e della convivenza (foto, testimonianze, corrispondenza)
  • Certificazioni psicologiche, se c’è danno morale o disturbi conseguenti
  • Documenti economici per danni patrimoniali (redditi persi, spese, assistenza)
  • Atti successori, se si agisce come erede (certificato di morte, successione, testamento)
  • Avvio formale della richiesta risarcitoria, tramite avvocato e giudice, se necessario

L’efficacia della richiesta dipende dalla qualità delle prove e dalla capacità tecnica di presentarle, motivo per cui è sempre consigliabile farsi assistere da professionisti esperti in responsabilità medica, in grado di valorizzare ogni elemento utile per ottenere un risarcimento giusto e completo.

Quanto tempo ho per fare causa dopo la morte del paziente?

  • 10 anni se si agisce contro ospedali pubblici o convenzionati (responsabilità contrattuale)
  • 5 anni contro medico libero professionista (responsabilità extracontrattuale)

🕑 Il termine decorre dal momento in cui il familiare ha piena consapevolezza del nesso tra errore e decesso.

Esempi concreti di risarcimenti ottenuti da familiari

  • Morte da emorragia post-operatoria non gestita (45enne):
    Moglie e due figli risarciti con € 720.000 complessivi
  • Morte neonatale per errore in sala parto:
    Genitori risarciti con € 850.000, + € 40.000 spese psicologiche
  • Infarto non diagnosticato al pronto soccorso:
    Madre e sorella risarcite con € 330.000 totali

Cosa succede se la vittima da malasanità era l’unico reddito della famiglia?

Se la vittima di malasanità era l’unico reddito della famiglia, le conseguenze sul piano economico e umano possono essere drammatiche, e il risarcimento assume un’importanza ancora più centrale. La legge italiana, infatti, prevede che in casi del genere non si risarcisca solo il danno biologico o morale, ma anche il danno patrimoniale subito dai familiari, cioè la perdita concreta del sostegno economico che la persona deceduta (o gravemente invalidata) garantiva al nucleo familiare. Si tratta di un danno che può essere chiesto sia in caso di morte della vittima, sia nel caso in cui l’errore medico abbia causato un’invalidità tale da impedire la prosecuzione dell’attività lavorativa.

Nel caso di decesso, i familiari conviventi (come coniuge, figli, genitori a carico, fratelli) possono richiedere il risarcimento del danno da perdita del sostegno economico, cioè quella quota di reddito che la vittima destinava alla famiglia. Questo tipo di risarcimento viene calcolato considerando diversi elementi oggettivi, come:

  • Il reddito netto della vittima al momento del decesso (stipendio, pensione, attività autonoma)
  • L’età e la presumibile durata della vita lavorativa residua
  • Il numero dei familiari a carico
  • La percentuale di reddito destinata effettivamente al mantenimento del nucleo
  • Le eventuali prospettive di crescita professionale e di reddito futuro

Per esempio, se una persona di 45 anni guadagnava €2.000 al mese e manteneva un coniuge e due figli minori, il danno patrimoniale può essere stimato moltiplicando il reddito annuo netto per gli anni di lavoro teoricamente ancora disponibili, sottraendo una quota destinata al consumo personale e attualizzando il tutto con coefficienti economico-statistici. Il risarcimento può superare facilmente i 100.000 o 200.000 euro, e in casi gravi anche molto di più.

Nel caso in cui la vittima non muoia ma resti gravemente invalida, con perdita della capacità lavorativa, il danno patrimoniale viene comunque risarcito come perdita della capacità reddituale, ovvero come danno futuro che la persona non potrà più percepire. Se prima dell’evento la vittima era l’unico sostegno della famiglia, questo danno si riflette direttamente sui familiari, che vedono crollare la stabilità economica e possono anche dover rinunciare al lavoro per prestare assistenza (generando un ulteriore danno da perdita di chance o da danno esistenziale). Anche queste voci possono e devono essere incluse nel risarcimento.

In aggiunta, i familiari possono chiedere:

  • Il danno morale ed esistenziale per la sofferenza legata alla perdita o alla condizione del loro congiunto
  • Le spese mediche, assistenziali o funerarie sostenute
  • La perdita di chance economiche e professionali, se dimostrano di aver dovuto cambiare stile di vita, rinunciare al lavoro, ridurre l’attività per accudire il familiare danneggiato

Naturalmente, per ottenere questi risarcimenti, è essenziale dimostrare:

  • Il rapporto di convivenza o di sostegno economico diretto
  • Il reddito effettivo della vittima (tramite buste paga, dichiarazioni dei redditi, contratti)
  • L’impatto reale della perdita sulla situazione economica familiare (mutui, bollette, spese, cambiamenti di stile di vita)
  • Eventuali rinunce o sacrifici lavorativi dei familiari, con documentazione a supporto

In sintesi, se la vittima da malasanità era l’unico reddito della famiglia, i familiari possono ottenere il risarcimento di:

  • Danno patrimoniale da perdita del sostegno economico (in caso di decesso)
  • Danno patrimoniale per perdita della capacità lavorativa della vittima (in caso di invalidità)
  • Spese mediche, funerarie, assistenziali e riabilitative sostenute
  • Danno morale ed esistenziale personale, per la perdita o la sofferenza subita
  • Danno da sacrificio familiare, in caso di abbandono del lavoro per assistenza
  • Danno da perdita di chance economiche e professionali

Il risarcimento in questi casi può essere molto rilevante, ma richiede una documentazione completa e precisa, nonché l’assistenza di un medico legale e un avvocato esperti, per calcolare con accuratezza tutte le voci e sostenere la richiesta in sede giudiziale o stragiudiziale.

Come agiscono gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità per i familiari della vittima?

Ottenere il giusto risarcimento in caso di decesso richiede massima competenza.
Serve conoscenza tecnica, sensibilità relazionale, strategia legale e rigore procedurale. Gli Avvocati di Risarcimenti Danni Malasanità:

  • Analizzano subito la cartella clinica e la ricostruzione dei fatti
  • Collaborano con i migliori medici legali per accertare la responsabilità
  • Raccolgono prove del legame affettivo e dei danni subiti da ogni familiare
  • Calcolano con precisione il danno parentale e patrimoniale
  • Difendono i familiari in mediazione o in tribunale con fermezza e rispetto

Ogni parente ha diritto a essere ascoltato, rappresentato e risarcito.

In particolare:

  • Azioni legali coordinate per tutti gli eredi
  • Tutela dei minori attraverso curatori o rappresentanza legale
  • Gestione completa della procedura con trasparenza e tempi certi
  • Nessun anticipo in caso di azione con quota a risultato

La morte evitabile non può restare impunita. Ogni perdita merita giustizia. E ogni giustizia merita competenza.

Qui di seguito tutti i riferimenti del nostro Studio Legale specializzato in risarcimento danni da errori medici:

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